Grazie! Questi incontri sono sempre molto interessanti!
@blackrainbow6720 Жыл бұрын
Bellissima puntata, con tanti spunti di riflessione.
@DiventaMORBIDO9 ай бұрын
Fantastico al minuto 51 parlate di una cosa che credo anch'io. Non c'è bisogno della diagnosi scritta per sentirti in diritto di comportarsi da autistico, o di accettare la propria condizione. Grazie! È sempre bello sentirti
@CannaPanna7 ай бұрын
Sono d'accordo con ciò che hai scritto, però quando ci si trova smarriti e senza la consapevolezza della propria condizione, può essere molto difficile levarsi le maschere. Nel mio caso è forte la sensazione di disagio psichico, potenzialmente patologico, che mi pone in una condizione di dubbio: nello spettro autistico può essere utile assecondare le proprie esigenze; in una condizione patologica, invece, potrebbe causarne un aggravamento. C'è una differenza sostanziale tra ridurre i disturbi di una condizione neurodivergente e nascondere le espressioni di una patologia psichiatrica, ritardando una diagnosi e peggiorando la sintomatologia
@victoriaconero9677 Жыл бұрын
Avevo già visto un convegno a cui aveva preso parte in cui parlava in particolare modo di advocacy ed un punto che avevo trovato molto interessante è la relatività dell'oggettività (in ambito accademico ma non solo) ed il fatto di sentire il dovere di dire sono autistica e non sentire il medesimo dovere nel dichiararsi neurotipici ..non c'è una posizione neutra in senso assoluto.. Poi questo incontro è molto interessante perché si affronta il concetto di cosa sia essere autistici ed i confini di questa definizione. Per la mia formazione sono abituata a dire che una cosa è tale se corrisponde entro certi paletti ma con sincerità non capisco i paletti dell'identificazione dell'autismo. Ho raccolto dati che però non riesco a riunire in un pattern Riconosco le sfumature ma ancora di più le sfumature che tendono a scomparire con lo sfondo Non voglio essere discriminatoria ( parto da ciò che ho compreso.. o credo di aver compreso..) ma sento il bisogno di superare l'etichetta.. e di parlare di diversità.. in senso ampio che trovo più ampio del concetto di autismo ma che vedo sostanzialmente più inclusiva. Mi spiego (per lo meno ci provo..)posso pensare alle persone come pietanze , ogn'una è ottenuta da una serie di ingredienti quindi abbiamo un primo livello dei tratti ma poi abbiamo la quantità quindi posso usare l'ingrediente x=il peperoncino ma metterne un 1/2 cucchiaino o 1 cucchiaino Poi abbiamo l'interazione tra gli ingredienti.. se io metto 1/2 cucchiaino in una pietanza in cui c'è il latte ,il peperoncino risulterà meno percepibile (per il contrasto del lattosio alla capsaicina) Sento molto il bisogno di andare verso uno step successivo.. ma capisco che prima di andare oltre e distruggere alcune persone abbiano bisogno di un livello intermedio con etichette e confini .. un po' come con l'identità di genere. ci sono persone che sentono il bisogno di identificarsi in bisessuali, omosessuali omoromantiche etc.. per un fatto di rivendicazione di dire prima non capivano chi fossi non rispettavano chi fossi.. Altre che dicono di non voler un etichetta perché la sentono limitante come una gabbia nella quale star in una posizione fissa.. senza potersi allontanare da quel punto stabilito Non so quanto sia stata chiara.. ma sento molto il bisogno di confronto su questa tematica
@EmanuelaMasia Жыл бұрын
Sei stata chiarissima ed è a tutti gli effetti una discussione in corso in certi ambienti in cui si fa formazione: si propone il superamento dei “bisogni speciali “ per parlare invece di “bisogni peculiari” perché ognuno ha i suoi indipendentemente dalle etichette, o come si dice “gli autistici sono tutti diversi come le persone neurotipiche sono tutte diverse” quindi i i sogni si fanno “individuali”. Questa è un ottima teorizzazione ma quando deve essere messa in pratica si scontra con una esigenza di classificazione che, come ha spiegato Eleonora ha come scopo raggruppare in sottogruppi con caratteristiche “simili” per costruire risposte e interventi ad hoc. Cioè concettualmente molto giusto, nella traduzione pratica abbiamo sviluppato modi specifici per aiutare dislessici, ciechi, sordi, etc. senza dimenticare che oltre un certo grado di differenza si rientra nella disabilità che è una categoria burocratica e serve per stabilire a chi dare e quali supporti.
@victoriaconero9677 Жыл бұрын
@@EmanuelaMasia grazie per il lavoro che stai facendo per la gentilezza che utilizzi che trovo una cosa tutt'altro che scontata Un abbraccio
@vincenzagiammanco77177 ай бұрын
Credo ci siano gli stessi problemi anche negli indirizzi di liceo psicopedagogico
@hansroemerszoonvanderbrikk762610 ай бұрын
Alla fine il quadro subclinico è talmente sovrapposto alla "normalità" (tra virgolette perché poi è difficile definire pure quella) che sicuramente un test è insufficiente per avere una diagnosi
@giovannimaddaloni2845 Жыл бұрын
ma come non esiste una verità? Ma si rende conto di quello che dice?
@EmanuelaMasia Жыл бұрын
Beh direi proprio di si, ha un dottorato di ricerca, sa quello che dice.
@silvanoazzari15336 ай бұрын
Quando e' veramente utile e necessario avere una valutazione (parlare poi i diagnosi e totalmente fuorviante) della propria condizione di inadeguatezza strutturale che si estrinseca in molteplici ambiti dell'esistenza? Soprattutto in quelle fasi della vita dove ancora non c'è nulla di certo nell'offrirti indicazioni sul tuo divenire. E' come se ti dicessero una volta che ti sei buttato in un mare profondo: " guarda che non sai nuotare". A quel punto che fai? O vai affondo o impari a nuotare..... Statisticamente sono di più quelli che affogano. Se sopravvivi puoi solo raccontarlo. Una cosa e' certa nessuno può nuotare al posto tuo.