Immagino quanto sia frustrante per il professionista quando i pazienti fanno 1 seduta e mollano. In una ricerca leggevo che questo è un mestiere dove il rapporto tra le gratificazioni e gli sforzi compiuti dal professionista è piuttosto basso.
@FlavioCannistra2 жыл бұрын
Non conosco quella ricerca. Sicuramente è un lavoro con risultati spesso non discreti (guarito vs non guarito, o risolto vs non risolto): ci sono tante sfumature di grigio in mezzo, tra cui le situazioni in cui le persone "mollano" dopo 1 o n sedute prima che il terapeuta abbia ritenuto completo il processo. Una ricerca diceva che solo il 20-30% dei pazienti arriva a tale punto. Tuttavia ciò non significa che non hanno successo, anzi! L'80% delle persone che intraprendono una psicoterapia ne traggono un beneficio, e in generale il tasso di successo è più alto di quello di molte pratiche mediche.
@marcocisafrulli36232 жыл бұрын
@@FlavioCannistra la questione della gratificazione era riportata qui www.nicolalalli.it/pdf/novita/salutementalepsicoterapeuta.pdf Mentre sulle percentuali di successo non ci sono dati molto precisi..per esempio facendo qualche ricerca ho trovato i seguenti numeri: 50% migliora, il 40% non cambia, mentre per il 10% la psicoterapia ha effetti iatrogeni
@FlavioCannistra2 жыл бұрын
@@marcocisafrulli3623 direi che sono risultati discutibili, anzi, per nulla in linea con quello che ci dice la ricerca contemporanea. Come dice Sanavio nel libro "Le psicoterapie" domandarsi se la psicoterapia è efficace è errato, poiché bisognerebbe chiedersi perlomeno "quale" psicoterapia (CBT, psicodinamica, strategica...?) e per quale tipo di disturbo (DOC, depressione, schizofrenia...?). E in realtà questa domanda tralascia tutti i risultati delle ricerche sui Fattori Comuni. Detto questo, una serie di metanalisi stimano che in generale l'80% delle persone che entrano in psicoterapia ricevono dei benefici, il che comprende risultati quali una totale risoluzione della problematica riportata, un forte miglioramento, un lieve miglioramento, ma anche un impatto positivo su altre aree della vita ecc. Dire che il 50% migliora è vago e, soprattutto, in termini percentuali è lontano da quanto invece detto sopra.
@marcocisafrulli36232 жыл бұрын
@@FlavioCannistra anche questo 80% èun risultato "vago" che fa parte delle percentuali imprecise che vengono stimate. In più bisogna tenere presente i fattori aspecifici, l'effetto placebo ( che in questo caso conta molto di più rispetto ad altre pratiche mediche) e il fatto che la problematica che porta la persona a rivolgersi a uno psicoterapeuta possa passare in secondo piano. Ad ogni modo io sono più favorevole a questo tipo di psicoterapie rispetto ad esempio alla psicoanalisi.
@grumbol2 жыл бұрын
Spiace dirlo ma la risposta alla sua domanda finale sembra quasi scontata. Conosco persone che, come Woody Allen, hanno vissuto la maggior parte della loro vita seguiti da uno psicologo... (Senza neanche avere i risultati di Allen in termini creativi!!). Anzi la vulgata vuole che il lavoro di uno psicologo sia lungo, faticoso e non necessariamente a decorso positivo per il paziente. E allora viene spontaneo chiedersi: se un approccio come quello a seduta singola esiste e ha una sua storia di successo, cosa spinge un professionista a non APPASSIONARSI ad un percorso simile? Eppure tra l'avere 10 pazienti per decenni senza un chiaro risultato e averne 1000 o 10.000 che in una singola seduta risolvono i loro problemi, cosa è più auspicabile per un professionista?
@FlavioCannistra2 жыл бұрын
E' una domanda che mi sono posto anch'io, ma la risposta è più complessa e più ovvia di quel che si pensa. Al contrario della medicina, che lavora con organi i quali hanno un range di risposta relativamente limitato da persona a persona, la psicoterapia lavora fortemente con i significati e i comportamenti (e l'influenza circolare degli uni sugli altri), i quali oltre a essere spesso sfuggenti e poco definiti possono anche essere ampiamente diversi da persona a persona, o necessitare di diverse chiavi di accesso o comprensione. Ne consegue (e ne è al contempo causa) che le stesse psicoterapie possono essere ampiamente diverse le une dalle altre. Cioè può essere diverso il modo in cui ritengano di dover aiutare la persona, nonché il domandarsi cosa significa "aiutare": risolvere il sintomo? Assicurare un funzionamento medio adeguato? Risolvere i conflitti? Naturalmente, se la meta può essere diversa da un modello terapeutico a un altro, lo è ancor di più la strada per raggiungerla, cioè ciò che si ritiene di dover fare con i pazienti. Ecco, dunque, che per alcuni modelli è semplicemente inconcepibile l'idea di una singola seduta come terapeutica. "Non è terapia" hanno detto alcuni a suo tempo (e dicono ancora alcuni resistenti scettici). "La terapia deve per forza di cose durare diversi anni" dicono altri. Oggi la Terapia a Seduta Singola è largamente accettata, forte dei risultati che sta portando a casa negli ambienti scientifici. E l'idea è che sia non l'unico, ma uno dei modi di approcciare alle persone. "Magari non sarà sufficiente una seduta, ma intanto proviamoci" è quello che ci diciamo come Terapeuti a Seduta Singola (e gli studi ci dicono che, così facendo, da 4 a 6 persone su 10 riterranno che quell'incontro è sufficiente). Se ti interessa l'argomento e se sei uno psicologo, tra meno di un anno ci sarà il IV Simposio Internazionale di Terapia a Seduta Singola, organizzato da me e dal team dell'Italian Center for Single Session Therapy, il primo in Europa e in Italia (vedi www.terapiasedutasingola.it)
@grumbol2 жыл бұрын
@@FlavioCannistra Per quanto mi riguarda se accettiamo l'assunto che il sintomo è un'espressione di un malessere, eliminandolo non si elimina il malessere ma la sola esternazione dello stesso. Che può trasformarsi e "sfogare" in altro modo. Quindi per me l'obiettivo è offrire a una persona la possibilità di avere una vita dignitosa, magari con qualche limite, con qualche stranezza, ma che gli consenta comunque di avere relazioni, lavoro e salute. PS: grazie per la proposta, molto allettante. Purtroppo sto studiando per diventarlo (e mi piacerebbe poter seguire un giorno questo approccio psicoterapeutico) ma allo stato attuale non posso che definirmi un appassionato.
@FlavioCannistra2 жыл бұрын
@@grumbol forse che battendo le mani non allontani il cane affamato senza avergli per questo dato da mangiare? Il punto è che l'idea che "eliminando il sintomo non elimini il malessere" manca di prospettiva sistemica: allo stesso modo potremmo allora dire che "eliminando il malessere non elimini il sintomo", così come potrei continuare ad mantenere in vita l'espressione cutanea di un'infezione semplicemente continuando a grattarmi. In altri termini, l'idea che "devi andare all'origine delle cose per risolverle" è solo un'idea, una strada di accesso, tanto valida quanto quella che, lavorando sulla superficie* produce cambiamenti nel profondo*. *ho usato questi termini solo per chiarezza. La metafora di "superficie" e "profondo" è già essa stessa l'espressione di un particolare (e opinabile) modo di vedere le cose.
@grumbol2 жыл бұрын
@@FlavioCannistra amo l'idea che eliminato il sintomo svanisca il malessere. L'interno è collegato all'esterno e vivono di una relazione vicendevole e a due sensi. Lo dimostrano, se non erro, gli studi di Erickson. Tuttavia la critica che spesso mi viene fatta è quella che ho scritto qui: ovvero, elimina l'onicofagia (per es.) e il paziente sfogherà in altro modo. Ovvero la logica del "finché non trovi il motivo, il problema non lo risolvi". Mi fa piacere trovare un approccio più simile al mio.
@FlavioCannistra2 жыл бұрын
@@grumbol è un'idea basata su un vecchio e inefficiente modo di fare psicoterapia, idea che non ha resistito alla prova del tempo. Ciò non vuol dire che non accade, ma quando accade si può semplicemente stare su ciò che si manifesta o, comunque, concentrarsi successivamente su "l'altro" che emerge.