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Chiara Saraceno - Che cosa nasconde la paura della “teoria del gender”

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Palazzo Ducale

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8 жыл бұрын

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@jester0001
@jester0001 3 жыл бұрын
È difficile immaginare un esempio più calzante di processo attraverso il quale un complesso di studi e teorie fondate su principi accademicamente e asetticamente corretti possa essere morbosamente piegato verso devianze ideologiche che in certi loro aspetti sono contigue ad autentici disturbi nella visione del mondo. L'idea che il terreno culturale in cui sono allevate le persone (comprensivo di quelle che spesso sono fumosamemte definite "aspettative sociali" in merito al comportamento) possa esercitare un'influenza, spesso marcata, sui ruoli che esse assumono nella comunità di riferimento in relazione al sesso biologico, è un dato di fatto incontestabile e documentato in centinaia di lavori di antropologia, nemmeno troppo recenti. Qui, però, il passo compiuto è decisamente più lungo, e porta in modo diretto alla ridefinizione liquida dell'atteggiamento pertinente alla sfera sessuale, scavalcando l'informazione e la differenziazione biologica che, come ogni costrutto evoluzionisticamente affermato, legittima la sua esistenza in termini di riproducibilità e sopravvivenza della specie. Ora, se lo scopo di questa stravagante aberrazione, tipica del depensiero "politicamente corretto", fosse solo quello di combattere il caratteristico stigma sull'omosessualità, potremmo anche chiudere un occhio, quantunque occorra dire che oggigiorno, fatta eccezione per alcune aree geografiche ove i marcatori religiosi oppongono resistenze asperrime, le cosiddette "discriminazioni" a danno degli omosessuali sono decisamente in via di estinzione e comunque confinate a folcloristiche manifestazioni di ignoranza crassa. La realtà è invece ben altra: l'idea malata che si annida nel cavallo di Troia degli studi "gender", o quantomeno nella loro parte più ideologizzata e psicotica, è quella che il superamento culturale della demarcazione biologica non solo sia possibile ma persino auspicabile, in nome di un ipocrita principio di attenzione verso il mondo dell'affettività individuale e un ancor più ridicolo principio di uniformità che abbatta una volta per tutte, tra gli altri, il ruolo assegnato alla donna dalla biologia e creando quindi le premesse per l'affermazione di una téchne di riproduzione assegnata, ope legis, alle infallibili mani di procedimenti artificiali. Non può sfuggire ai più attenti un risvolto abbastanza ovvio di tutto questo pateracchio pseudo-culturale: ove la differenziazione biologica sarà caduta, l'omogeneizzazione sarà portata a compimento sotto la bandiera dell'unico collante che può unire gli esseri umani nel ventunesimo secolo, ossia il loro ruolo di "consumatori di merce". L'abominio dell'"homo consumens" di Bauman, non casualmente propugnato dagli stessi sostenitori accademici delle suddette teorie, sarà la vera categoria dell'inclusione coattiva. Una prospettiva tutt'altro che incoraggiante, va detto.
@evee7164
@evee7164 4 жыл бұрын
Io sono madre, e guardando crescere naturalmente i miei figli, osservandoli, mi rendo conto che queste 3 hanno solo detto una valanga di cazzate.
@s_semper6075
@s_semper6075 3 ай бұрын
Spero i tuoi figli ricevano un'educazione migliore di quella che dimostri quando scrivi.
@faustfaustone7212
@faustfaustone7212 3 жыл бұрын
Il gender è un'ideologia che non ha nessun riscontro nella natura, ma molto interessante per il potere e per il business. Occorre stare molto attenti perché vogliono imporla ai bambini e nella scuola e gli effetti potrebbero essere disastrosi. I bambini facilmente suggestionabili, potrebbero essere confusi riguardo la loro identità sessuale e fare scelte che possono compromettere il resto della vita. Costei mente sostenendo che ci sia quasi un complotto, esiste solo una grande preoccupazione. Semmai il complotto è in chi dall'alto cerca di imporre questa ideologia. A questa gente dico: non avete riguardo e pietà neppure per i bambini! Riflettere.
@alessioguiducci2437
@alessioguiducci2437 3 жыл бұрын
i bambini non si toccano, maledetti!
@antonioorsini8467
@antonioorsini8467 3 жыл бұрын
Ma perché,per dire le cazzate c'è bisogno di inventare paroloni come eteronormativita
@andreios134
@andreios134 7 жыл бұрын
Ho ascoltato molto attentamente tutta la conferenza e procererò a un'analisi che spero possa servire come riflessione più a chi ha fatto l'incontro che a chi lo ha ascoltato, poiché mi sembrano avere più confusione loro che questi ultimi; è lunga, e mi tocca dividere il commento in parti, ma d'altronde di cose da dire ce ne sono. Parte UNO: Inizio sottolineando che nonostante la Prof. Saraceno sia stata invitata appositamente per spiegare quali siano le motivazioni delle paure verso "la teoria gender", sono state le due mamme/nonne che hanno posto le domande a fine incontro a esprimere esattamente quali siano queste paure, che aimé non hanno nulla a che fare con lo sradicamento di un presunto modello gerarchico di genere che darebbe "sicurezze", come argomentato in tutto l'incontro; queste mamme evidenziano come ciò che preoccupa davvero sia una "consumizzazione" immorale della sessualità e dell'identità, in quanto nella società capitalistica in cui viviamo tutto è ridotto a moda o a merce di consumo, e così si teme lo diverranno anche i gusti (che già lo sono per la maggiore), gli orientamenti, le idee e le identità dei figli, condotti ad allontanarsi da sé stessi e da uno "schema", quello maschile femminile, che è percepito come naturale in senso biologico; in secondo luogo le mamme sono un esempio lampante di come le persone comuni non sentano alcuna necessità di questo "cambiamento" nell'educazione dei figli; come sottolinea in particolare una, "lei da bambina era naturalmente attratta dalle bambole, le voleva" e non perché ci fosse stata un'imposizione dalla società che la voleva in quanto "bambina" attratta da tali giocattoli: ciò evidenzia la natura non reale o parzialmente costruita del problema di genere, su cui tornerò. Procederò con ordine: 1- All'inizio dell'incontro si fa riferimento alla parola "gender" importata in Italia "volutamente" in inglese, lamentando il fatto che questo possa portare a "confusione": sono d'accordo, ma è evidente che questa non-traduzione sia stata fatta apposta NON da chi "contesta" la presunta teoria ma da chi la avalla, al fine di mantenere la questione nebulosa; un esempio di tale intenzione è il numero di National Geographic di questo mese in cui infatti il titolo è tradotto "Rivoluzione Gender" e non "Rivoluzione di Genere". E' evidente che "genere" e "gender" vengono usati con due significati differenti, l'uno riferito ai soli generi maschile/femminile, l'altro a tutta quella serie di "generi" come a-gender, fluid gender e così via, che di fatto nulla hanno a che fare con le problematiche di gerarchia fra maschi e femmine. 2- Sempre all'inizio, si fa lieve riferimento alla Butler, una delle teorizzatrici del "genere", che però non viene citata per nulla poi dalla Professoressa Saraceno nella spiegazione di cosa sia questa teoria/concetto, andando invece più sul piano dei ruoli maschili/femminili all'interno della società. La Butler è l'espressione lampante del tipo di "teoria gender" temuta dai genitori, ovvero l'idea per cui si possa "scegliere" a quale "genere" appartenere (non solo maschio o femmina, ma anche tutti gli altri di cui National Geographic ci "informa") a prescindere dal proprio sesso biologico e in base a come ci si sente al momento. Vorrei sapere perché non è stata spiegata al pubblico la vera "filosofia" della Butler e tutto ciò che ne consegue.
@andreios134
@andreios134 7 жыл бұрын
Parte TRE: Tutto ciò evidenzia come sebbene si parta da una ragionevole motivazione, cioè il riequilibrare le possibilità dei due sessi all'interno della società, purtoppo si sfoci in un'interpretazione del reale fuorviante e distorta, che tende a vedere in ogni dove una gerarchia penalizzante la donna: attaccati con rancore a questa visione distorta, si cerca di passarla anche ai bambini, pensando di eliminarla, ma in realtà alimentandola. Infatti, invece di lasciarli crescere in modo spontaneo e naturale, li si forza a entrare sin dal'inizio in dinamiche che nulla hanno a che fare con il loro piccolo mondo, poiché, convinti dell'esistenza di una "legge", la norma eterosessuale, si arriva a vedere come "discriminante" persino il giocattolo. Ma parliamo per concludere proprio di questa "norma": cos'è? Le parole inziali di una delle relatrici ci illuminano a riguardo e mostrano tutta la natura e gli intenti del gender: "La norma eterosessuale codifica spazi, luoghi e desideri, e dice chi ha diritti e chi no; le persone che vi sono dentro (gli eterosessuali) non la sentono molto, mentre chi è all'esterno (LGTBQ) si." Questa frase ci mostra due cose: la prima è che gli "eterosessuali", coloro che sarebbero inseriti/accecati da questa fantomatica norma, non è che "non la sentono" come problematica, essi non la percepiscono proprio come esistente: ciò è dimostrato anche dalle due signore a fine incontro già citate, da cui si evince che c'è un enorme distacco fra la realtà, quella biologica in cui vivono gli eterosessuali, e quella realtà distorta di chi invece interpreta il genere come "esistente" e pervasivo di ogni comportamento; ciò significa che le persone comuni eterosessuali non avvertono alcuna discriminazione o gerarchia nel "rosa alla bambina, e nel blu al bambino" ad esempio, ed in ogni altra espressione di mascolinità o femminilità, poiché sentite come naturali e spontanee. Chi è che le "percepisce come discriminanti"? La seconda cosa, con cui rispondiamo a questa domanda, è che al treno del genere, per motivazioni diverse, si attaccano anche altre "categorie", quelle LGTBQ, che nulla hanno a che fare con "la gerarchia fra generi", ma che condividono lo stesso ingiustificato e distorto senso di inferiorità e discriminazione; essi compiono un ulteriore e ben più grave salto ontologico tramite la norma, che forse è più proprio definire dis-ontologico: essi "ragionano" come se non fosse stata l'evoluzione ad aver creato il maschio, la femmina ed i relativi rapporti fra questi, ma la società, che avrebbe ingiustamente "legiferato" su cosa è normale o meno, penalizzandoli; in soldoni si nega lo status biologico dei sessi M/F e lo si riduce definitivamente a cultura, affermando senza alcun fondamento logico o scientifico, la "biologia" di tutte le altre "forme" di orientamento sessuale, identità ecc degli LGTBQ, come se in principio esistessero tutte al pari dell'eterosesssualità ma poi la società avesse scelto quest'ultima e "legiferato" sulle altre. Infatti si dice che la norma "codifica i desideri e stabilisce chi ha diritti e chi no". Ci rendiamo conto della gravità di queste affermazioni? Dell'odio e rancore che nascondo? Dell'assoluta insensatezza? Non c'è alcun diritto che viene negato, né desierio: ognuno è libero, nella propria intimità, di fare e desiderare ciò che vuole con il suo corpo, è responsabile di sé e della propria coscienza. Questo mostra che sono gli LGTBQ a creare il problema del gender, perché con l'infondata scusa della discriminazione a causa di un'inventata norma eterosessuale, essi sarebbero "penalizzati" non si sa bene in cosa; è evidente che non si cercano diritti, si vuole solo spingere ciò che è biologico ad accettare come egualmente biologico ciò che è articifiale e potenzialmente patologico. I genitori fanno dunque benissimo ad aver paura del gender, perché siete voi a impedire la comunicazione e l'informazione di cosa effettivamente il genere ed il gender sono, nascondendo volontariamente le assunzioni che stanno dietro alla eteronormatività e il vero obbiettivo di tutelare le petese LGTBQ, cioè far apparire normale l'anormale insegnando ai bambini che sono reali categorie fittizzie le quali non si limitano al genere, ma che si spingono fino alla personalità del singolo. Paradossalmente, chi persegue in questa follia del genere/gender, è più bigotto e "religioso" dei cattolici che vengono così accusati, in quanto per giustificare tutto questo castello di carte, si suppone il genere M/F non solo essere reale (cioè avere un'ontologia al pari del sesso biologico), ma essere pure una sorta di "entità", distaccata dall'evoluzione biologica come anche dal corpo dell'individuo, che sarebbe inteso come "neutro"; cioè si compie una mossa scientificamente infondata al pari di quella classicamente religiosa che suppone l'anima distaccata e indipendente dal corpo o dal cervello. Tutto questo è disgustoso.
@giulianorivieri2806
@giulianorivieri2806 6 жыл бұрын
Non è facile seguire una lunga (e interessante) posizione come la tua. Lo spazio purtroppo è limitato. Parto citando alcune tue frasi: - negando l'esistenza dei due sessi direttamente, dando più importanza al costrutto inventato di "genere" e nessuna alla realtà biologica... e poi - si nega lo status biologico dei sessi M/F e lo si riduce definitivamente a cultura... Questo è il cuore della questione. Anche i "negazionisti" dell'ideologia/teoria gender, paradossalmente, affermano questa idea proprio nel momento in cui sostengono che l'ideologia gender è una invenzione vaticana o comunque di ambienti reazionari (e ripetono come dei pappagalli "non esiste una teoria gender ma solo studi di genere" tipo poesia dei bambini delle elementari..). Un "dispositivo" come lo definisce Sara Garbagnoli, sociologa italiana (cervello in fuga...). Ed è paradossale perchè proprio queste persone ritengono essere il sesso (non il "genere") una costruzione culturale, qualcosa di storicamente determinato. Addirittura riducono la biologia (i geni, gli ormoni) ad una serie di "concetti reazionari"...sulla base della "implacabile dimostrazione (le dimostrazioni avvengono solo in matematica...e non necessitano di aggettivi) che avrebbe fatto una sociologa della scienza francese (la Fillod. Una decostruzionista radicale. Una ipercritica. Non si sa su quale base possa confutare la validità di certe teorie scientifiche. E' già salita al livello della cassazione scientifica...). In soldoni queste persone sostengono, come appunto (vero paradosso) sostengono i sostenitori dell'esistenza della teoria gender, che il sesso biologico è assolutamente irrilevante nella determinazione del soggetto. In ciò che è, nelle sue tendenze, pulsioni, predisposizioni, potenzialità. Si faccia molta attenzione a questo aspetto. Perchè è questo il cuore della questione. Negare qualsiasi ruolo regolatore (e dico qualsiasi) alla propria dotazione biologica. Perchè cosa altro significa l'espressione "il sesso è storicamente determinato" sostenuto dalla Garbagnoli se non appunto la negazione della Biologia. Le scienze sociali, l'antropologia culturale, la sociologia sono partite da una (ovvia) constatazione, ovvero che non esiste un modo universale di essere "uomo" o "donna", nel senso che un certo modo di vestire, certi ruoli sono effettivamente mutevoli in base al luogo ed al tempo (la "storia" o cultura). E quindi non esiste un legame necessario, deterministico, tra il nascere femmina ed il parlare, muoversi, vestirsi in un certo modo. Come dimostrato dall'analisi comparartiva di diverse culture che già la Mead fece nella prima metà del 900... Ma da questa considerazione al monopolio esplicativo della cultura, della Storia, del "relativo" sull'essere umano ce ne passa. Questo è, a mio avviso, un delirio di tipo "culturalista". La negazione stessa di una "essenza" maschile e femminile che viene prima della stessa cultura-educazione. In questo, a ben vedere, sta il cuore della denuncia di una cultura del "gender" da parte dei sostenitori (anche confusi alle volte) dell'esistenza di questa ideologia/teoria. Si è cioè passati dalla necessaria scissione tra una dimensione biologica e una "sociale" dell'essere umano (in cui appunto il nascere maschio non implica il dover essere in un certo modo) alla creazione di questo corpo fantasmatico, il "gender" che solo può spiegare l'uomo. Il vantaggio di questo "gender-genere" è che si comporta come una incognita in matematica. Gli si può "appiccicare" qualsiasi valore. In quanto dipende da condizioni esterne, mutevoli. Esso è "costruito" dalla Storia. Quindi non ha un valore assoluto, universale. Ed ha anche una particolare qualità, essendo una incognita, neutro per definizione, è il soggetto stesso (con un atto di auto-determinazione) a dargli un valore. Risultato? Maschile e femminile (biologici) non hanno più nulla da dire. Tutto è "culturale". Quindi relativo. Quindi privo di valore, di capacità vincolanti. Ogni cosa appunto in quanto costruita...può essere decostruita e ricostruita a piacimento. In questo modo posso "sentirmi" donna (sesso sociale o gender) pur avendo un corpo di maschio. Ma ciò che conta è appunto il corpo fantasmatico "gender". Il corpo è muto. La sua capacità regolatrice è stata abbattuta per sempre (ecco perchè in fondo la battaglia è anche nei confronti della biologia...a cui si applicano incredibilmente aggettivi come "reazionaria"...). Ogni tentativo di ancorare il gender/genere al biologico è necessariamente bollato come "reazionario", come "ideologia". Ed incredibilmente si compie questa operazione di demitizzazione con una furia ideologica. Proprio mentre si definisce la "eterosessualità" come ideologica, la eteronormatività come il suo strumento di potere...si sta portando avanti una campagna che è il non plus ultra dell'ideologia. Ogni volta in cui ci si imbatte in qualcuno che sostiene la necessaria scissione tra sesso biologico e "genere" (identità di genere, ruoli e stereotipi di genere), in cui cioè il sesso viene messo all'angolo e imbavagliato...abbiamo a che fare con una faccia (tra le tante) di questa ideologia. Intesa come un tratto comune di queste posizioni. Che le unisce con un filo sottile... Fu già negli anni 60 lo psicologo John Money a sostenere che uomo e donna erano solo dei prodotti della educazione e della cultura. Quindi l'idea che maschio e femmina erano una "tabula rasa" su cui era possibile agire in modo tale da (letteralmente) creare l'uomo e la donna. E che questo assunto stia alla base di chi ritiene necessaria una educazione "indifferenziata" proprio in quanto differenziare (vedere differenze tra bambini e bambine) è in se "ideologico"...è quantomai vero e preoccupante. Il problema, e chiudo, non sta nell'educare i bambini all'idea che rosa e blu sono solo dei costrutti culturali (vero). Il problema è che in una fase delicatissima in cui hanno necessità di strutturare un minimo di identità...quindi modelli da introiettare, metterli nei panni di una bambina se maschi crea in loro una confusione pazzesca. Si renderanno conto da adulti che femmina e casalinga non sono equivalenti, o che il rosa non è intrinseco nell'essere femminuccia. Ma alla loro età quello è un simbolo di appartenenza, e quindi di distinzione. Trattarli come indistinti...è devastante. Si tratta di una operazione di manipolazione mentale...nulla più. Ultimissima cosa. Che la Chiesa creda nel ruolo della educazione, e quindi non creda nella naturalità del comportamento (dei ruoli) è proprio provato, paradossalmente, dal fatto che sono attenti all'educazione! Se credessero che maschio e femmina sono dati naturali e immodificabili (negli effetti sociali) non si preoccuperebbero minimamente delle pedagogie "gender". Perchè appunto riterrebbero che nessuno sforzo educativo potrà mai modificare la sostanza. Esattamente come non mi preoccuperei mai se qualcuno cercasse di insegnare Goethe al mio gatto...
@uomofocaccina6697
@uomofocaccina6697 6 жыл бұрын
Ma scusa... prima dici tu stesso che è in atto una manipolazione e poi te ne esci dicendo che non bisogna temere le pedagogie "gender" perché tanto non possono condizionare il maschio e la femmina? A me sembra che sia tu a contraddirti. E' chiaro che la Chiesa cattolica (come qualsiasi tipo di cultura e civiltà) propone un modello e un'educazione, ma il modello proposto dalla Chiesa non contraddice la natura biologica del maschio e della femmina, anzi le valorizza e dovrebbe aiutare a far raggiungere loro la massima maturazione e potenzialità.
@uomofocaccina6697
@uomofocaccina6697 6 жыл бұрын
Andreios, non credo che la "classica" posizione religiosa supponga l'anima staccata e indipendente dal corpo.... non nel senso in cui lo intende il gender, per il cristianesimo l'uomo è sia anima che corpo.
@farb4934
@farb4934 4 жыл бұрын
I diritti sono negati eccome: per esempio quello di avere una famiglia socialmente e istituzionalmente riconosciuta, e quello ad avere dei bambini. La teoria del gender non esiste. Affrontare i temi di omosessualità e transessualità con i bambini significherebbe semplicemente non infondere in loro pregiudizi, per una società in cui chiunque possa ricevere ciò di cui ha bisogno e possa vivere dignitosamente da essere umano. Mi pare che si tratti dell'analisi di una persona omofoba.
@alicethelolita
@alicethelolita 4 жыл бұрын
@@giulianorivieri2806 e anche @Francesco Burani.. Ecco Giuliano e Francesco, i vostri sono tra i rarissimi commenti seriamente razionali, ben argomentati, e soprattutto non schierati, né vittime di qualsiasi inquadramento, per quanto valido e ben confezionato. Sono praticamente d'accordo con voi su tutto: ma non esprimerò qui il mio pensiero delicatissimo sulla questione nel dettaglio, visto che starei cercando di comporre un qualcosa di serio a livello di saggistica in merito. Faccio solo prima dei brevi accenni e assunti, poi delle considerazioni generali: la teoria gender non esiste, è una costruzione sostanzialmente manipolatoria, indotta, imposta e deragliabile, e una volta deragliata (come sta rivelandosi per ora non del tutto esplicitamente), incubatrice di seri rischi per l'antropologia e le società. Ciò non di meno, il fattore storico, culturale e tradizionale di diverse epoche e zone geografiche (e dal Sud America, agli indios, all'Oriente, all'est Europa a tante altre realtà, magari circoscritte o ancora diversificate!), mostra ancora una volta ed inevitabilmente come un "ruolo di genere" sia, a tutti gli effetti, una realtà relativa, empirica e scaturita in ultimo dalla stessa cultura/natura umana, benché influenzato da anatomia e corredo genetico. Le basi biologiche naturali umane, è altresí evidente, a parte rarissime occasioni (di cui occorrerebbe discutere meglio), sono cromosomicamente e biologicamente fondate e duali. Ognuno è libero ed ha il diritto di esercitare la propria persona, le proprie idee, il proprio ruolo e il proprio orientamento come meglio crede, finché rispetta le libertà altrui è eticamente, umanamente e normativamente legittimato e si ha il dovere di rispettarlo democraticamente e qualora occorra assistenzialmente. Nessuno ha il diritto di imporre la propria ideologia, credo, visione ed esperienza di vita su alcuno, indottrinare, "ricattare" (su tutti i livelli immaginabili, da quello psichico a quello domiciliare, da quello spirituale a quello economico), né di fare propaganda psico-sociale, né di negarne diritti, tanto meno su minori e anche minoranze sociali. Detto tutto ciò ritengo, oltre l'ideologia gender, molte iniziative propedeutiche e organizzative, e manifestazioni quali gay pride e simili come progetti di protesta fuorvianti e politicamente polarizzati, dissimulatori, tendenziosi, spesso volgari, istintuali e impulsivi invece che organizzati come seri reclami di diritti, e che oltre che a giocare lo stesso gioco di chiusura mentale ma inverso di chi criticano, contraddicono i loro stessi presunti assunti di pari diritti e dignità, di fatto contribuendo a pregiudicare negativamente tutte le persone "LGBT" che non si riconoscono con certi approcci e metodi, e che sono un numero vastissimo. Ancora nondimeno, posso affermare senza alcun fraintendimento rilevante che a partorire indirettamente, fomentare e ancora oggi più che mai a gettare benzina per moltiplicarne l'entità, sia stato e continui ad essere un ramo, purtroppo imperante, di quella parte più irrispettosa, reazionaria, a sua volta socialmente conformata quando non manipolatoria, antiprogressista e spesso più che parzialmente oppressiva, quando anche di norma violenta e tendenziosia a livello fisico e non, di fasce di tradizione non disposta a scendere a compromessi con naturali e sacri diritti umanistici e/o costituzionali, derivanti principalmente da valori dogmatici di carattere tradizionalista, religioso, discriminatorio, non revisionabile né aggiornabile. Come sempre, sia da una "trincea" che dall'altra, non riuscendo a trovare un equilibrio si sfocia nella teoria gender, in una non realistica visione della realtà, in ideologie, movimenti, "ismi" e credi estremisti, nello smantellamento del funzionante e normativo tessuto familiare, in omofobie, transfobie e sessismi, in un gioco sempre più politicizzato (e ad alto rischio sovranitario, culturale e dissimulatore), in chiusure, in soluzioni estreme, in confusioni totali, e molto molto altro in uno stupido giochetto a chi si alimenta, e che si alimenta da solo: perché sì, nella sostanza, chi da una parte chi dall'altra, ha vissuto o vive di politically correct, di disprezzo, di oppressione e soprattutto di chiusura mentale e posizioni svalutative o irrispettose; dimenticando invece sempre e cmq che occorrerebbe arrestare sto divide et impera per dare ad ognuno ciò gli spetta, senza sfociare nel parossismo di indottrinamenti e progetti/direttive internazionali osceni, come ancora non in una concezione etero e fallocentrica che si traduce in banalizzazioni, discriminazioni (anche legali, civili e costituzionali) e odi sessisti. I fatti di partenza nella realtà, nel complesso sono in sostanza abbastanza chiari: rendere relativo il sunto biologico di un individuo a partire da fattori culturali e meramente arbitrari e identificativi è follia pura, assurdo, inevidenza scientifica, e ideologia deviante per secondi fini, mentre è altresí fondamentale non tappare ogni forma di relativismo e obiettività in base ad una cultura determinata (e altresí vittima di determinabilità) che, forte di una base naturalista per promulgare modelli spiccatamente conformatori e sessisti, si renda conto anche degli indiscutibili danni emersi da un tale modello troppo polarizzato, sottovalutando o boicottando l'empirica importanza cmq assunta nel contesto sociale, nel ruolo di genere, e di effettivi e innumerevoli casi di riscontri psicoterapeutici, sociali e identitari dell'esistenza non ignorabile di tutta questa fondamentale gamma di fenomeni, a livello antropologico, psichico e sociale. Il che risulta l'esatto opposto del continuare la sempre più parodistica, alienante e ancor più discriminante serie infinita della sigla LGBTQI+, ma il riconoscere, lo studiare o l'accettare, che nelle più eminenti e influenti concezioni psicoanalitiche (che non c'entrano nulla in sé con l'invenzione della teoria gender, anzi spesso antinomiche a un'implicante modello capitalistico), filosofiche (dai presocratici al confucianesimo, da filosofie tribali all'umanesimo, fino all'esistenzialismo, strutturalismo e oltre) e spesso anche religiose, l'inconscio, l'essenza, lo spirito (l'ego, l'Io, il Dasein, Monade, sé, Atman) e simili, non è che decidano autonomamente la propria biologia e identità, ma non contengono un substrato tale da identificare vissuti empirici, codificati e duali quali maschio e femmina, o vengono direttamente surclassati da concezioni duali, individuali o materiali, perciò non sussistendovi in differita, nonostante sia fondamentale la relazione neuro-biologica col proprio corpo, e conseguente vissuto storico-cuturale di quel corpo. Mi dilungo solo nel rush finale, nell'indicare per sommi capi, che se si utilizzano ancora argomenti come il "contro natura" per inficiare una corretta oggettività relativizzata e/o psicologizzata, (oltre che non fare altro che apparire ingenui e retrogradi di fronte ad un contesto sociale che per proprio paradigma epocale e tecnico ha smesso di attribuire a simili concetti rilevanza e scientificità, e delle volte a ragione) si scade (ontologicamente e fattualmente) in controintuitività logiche di modalità quali quella filosofica, spirituale, psicologica, sociologica, materiale e naturale... L'esempio più banale e ovvio forse tra tutti, è l'esistenza assai diffusa di accoppiamenti animali gay, o addirittura di pluralità di sessi e di ruoli e approcci intersessuali scambievoli e per il pensiero più tradizionalista comune "atipici". Solo chiusure mentali, posizioni pregiudiziali, credi dogmatici e simili, sintetizzano a tal punto la natura da farne fenomenologie duali a seconda di credenze e conoscenze parziali, da affermare addirittura che in seno alla natura stessa esista un "contro natura", senza riconoscere che di fatto si sta parlando caso mai di minore inferenza statistica di natura rispetto ad un altro rapporto statistico comparabile, mai necessariamente stabili né confrontabili (specie in ottiche antropiche, di causa ed effetto o di comprensione puramente nominalista non oggettivizzata). Discorso ancor più valido e nobile se non si fa ostruzionismo religioso verso dottrine e pensieri orientali, induisti, buddhisti, giapponesi, "pagani", fintanto addirittura esegesi abramitiche non ecclesiasticizzate/confessionali, quanto più evangeliche, gnostiche e parzialmente islamiche, per non sfociare nella mistica, e in implicazioni metafisiche (deiste, teiste e atee). Quindi, non si scada in cliché ma si includano e si valorizzino le dignità che spettano a chiunque recuperando valori umanistici, e non "umanitari" (accezione che oggi per quanto mi riguarda ha aquisito un significato osceno); concludo dicendo che invece, a parere mio, simili iniziative didattiche possono nel lungo termine, se connesse ad altri punti di pressione critici, avere importanti derive nocive su una artificiale idea e pratica di umanità. Ma dobbiamo essere cauti e non dare a tutto secchiate di bianco o nero, e scindere robe alla teoria gender da una sana e corretta realtà dei fatti (un'enormità di persone con identità di genere o orientamento sessuale non univoci, e anche fiere di esserlo, ci soffrono più di tanti altri e sono schiacciate da questa macchina mediatica, sjw, ecc, che nega loro ogni rappresentanza e merito d'espressione! Anzi, solitamente l'adesione a certi credi ideologici sono inversamente proporzionali alla sicurezza e all'onestà intellettuale e di identità sessuale di esseri umani chiamati come prodotti in serie "LGBT", vittime essi stessi di passare per nazisti o malati mentali!! RICORDIAMOCELO SEMPRE) senza implicare tutto in tutto o di tenerci il classico fascio (con giudizi di dubbia moralità e/o senso critico superpartes annessi)! 🔜
@andreios134
@andreios134 7 жыл бұрын
Parte DUE: 3- La Professoressa ci spiega che il termine "genere" si riferisce a quell'insieme di "significati" che vengono attribuiti a un individuo per il solo fatto di essere maschio o femmina; ci dice che i destini delle persone vengono così decisi sin dall'inizio poiché esiste una cosa, la "etero normativa", che è equivalente a una legge non scritta, a cui tutti e tutte si rifanno per l'educazione delle nuove generazioni, inglobandoli sin dall'inizio nelle differenze gerarchiche fra uomo e donna; vale a dire che un bambino è considerato adatto a certi sport, giochi o colori, mentre una bambina ad altri, e così da grandi gli uomini svolgeranno certi compiti o lavori mentre le donne altri. La Professoressa sottolinea che il genere è un CONCETTO, un COSTRUTTO, una categoria che in natura non esiste, ma esistente nella società sotto forma di rapporto di potere, prescrizione, divieto. Apparte l'evidente forzatura ontologica della suddetta "etero normativa" e l'esagerazione dei "destini decisi", ciò che si evince da questa spiegazione è paradossalmente che è il genere a NON ESISTERE, poiché si tratta meramente di un'artificiale e teorica separazione fra la biologia dei due sessi e i loro ruoli, i loro atteggiamenti e le loro essenze, come se non si fossero evoluti l'uno sull'altro, ma l'una (la biologia) per i cavoli suoi, e l'altro (il genere) per "cultura"; dall'altro si capisce che questa separazione è fondata su un'interpretazione ideologica della realtà, non sulla realtà, e che genera e concretizza la discriminazione stessa che presume di combattere; infatti, sebbene sia vero e giusto che uomini e donne debbano avere le stesse opportunità di retribuzione o di lavoro ad esempio, è improprio applicare il filtro del genere alla realtà in toto, poiché credendo all'esistenza di una normativa culturale che "prescrive", si spinge ad interpretare qualsiasi comportamento, come il semplice assegnare il colore rosa alle bambine e blu ai bambini, come "discriminante", senza nessun motivo razionale, ma solo per il pregiudizio che tale attribuzione sia stata fatta per motivi di gerarchia fra i sessi, quando è autoevidente che non è così. Ciò genera odio e incomprensione fra le persone e i due sessi. Tuttavia è chiaro che le intenzioni della Professoressa sono volte a eliminare la percezione della donna come inferiore rispetto all'uomo, e come già scritto è un intento largamente condivisibile, ma che purtroppo sfocia agli estremi in implicazioni ideologiche come quelle della Butler fittizie e potenzialmente pericolose che nulla hanno a che fare con la gerarchia, dal momento che si passa impropriamente dal teorizzare all'ontologizzare il genere. 4- Una riprova del fatto che il concetto di genere sia frutto di un'interpretazione ideologica della realtà, è fornito dall'esempio che la Professoressa fa degli uomini in trincea durante la guerra, riportato per mostrare un'incrinazione nel modello gerarchico maschio/femmina che ha portato alla situazione di oggi: secondo la Professoressa le tremende condizioni che i soldati si trovavano ad affrontare, li spingevano a "prendersi cura l'uno dell'altro", ropendo il "classico" modello di genere in cui sarebbe invece la donna quella "dolce" e amorevole. E' autoevidente che sin dai tempi antichi, in qualsiasi guerra o battaglia, i compagni di un medesimo schieramento si saranno dovuti a volte prendere cura l'uno dell'altro, non si capisce quindi come ragionevolmente questo possa rientrare nell' "etero normativa" di genere se non perché è stato applicato un filtro artificiale che tende a etichettare qualsiasi comportamento come di genere o meno. 5- La Professoressa passa poi a spiegare la differenza fra genere, identità di genere (il riconoscersi maschio nel proprio sesso biologico maschile ad esempio) e orientamento sessuale (l'attrazione che si prova verso un sesso, indipendentemente dalla propria identità di genere o dal proprio sesso). Durante la spiegazione si dice che molti non hanno chiara questa differenza: io penso che chiunque abbia chiara questa differenza a livello intuitivo, non è chiara invece l'implicazione fra i vari concetti; se assumiamo l'esistenza del genere, allora diventa automatico supporre anche un'identità di genere, poiché scissi i comportamenti dai sessi che li generano, si pone il problema dell'aderenza o meno di questi al sesso biologico dell'inividuo; ma se il genere è un mero concetto, come stressato, significa che non ha un'ontologia reale, come del resto l'etero normativa, è solo una categoria con cui interpretare il tessuto sociale, e allora l'identità di genere è un problema inesistente. Questo mostra che tutta la retorica/problematica del genere e del gender nasce dalla fondazione dello stesso concetto di genere: se eliminato, non ha alcun senso parlare né di identità di genere, né di qualsiasi altra forma di "gender" differente da maschio/femmina. Il problema è che viene automaticamente fatto un salto ontologico e il genere diventa "reale", così in automatico anche "cose" come queer, trans-gender, fluid-gender e co. vengono impropriamente considerati "generi" come se questo termine si riferisse a qualcosa di reale e come se in definitiva quelle forme di "genere" fossero biologiche, quando è evidente che non è così. 6- A un certo punto si parla della famigerata scuola di Treviso in cui le maestre sono state denunciate poiché incitavano i bambini tramite "il gioco del rispetto" ad essere omosessuali. Non capisco come si pretenda di far passare un bambino travestito da principessa come atto "educativo" al rispetto di genere quando è palesemente una forzatura per indurre il bambino a classificare tale atteggiamento come "normale", per negare il suo sesso e offuscare il suo ruolo/identità di maschio; anche questo è un ulteriore esempio di ideologizzazione del reale che arriva a vedere gerarchie discriminanti là dove non ce ne sono: infatti cosa c'è di così discriminante nell'essere principe da forzare un bambino a vestirsi da principessa? Il fatto che la principessa, essendo quella che dovrebbe essere salvata, risulta essere come passiva? E' questa la ridicola problematica? La figura di principe e principessa NON sono modelli di gerarchia di genere discriminante, ma archetipi della natura maschile e femminile in fiore al sesso che li ha generati, che non hanno nulla a che fare con la disparità nella società fra i generi, né quindi possono esserne modelli; negando la spontaneità di questi archetipi, voi state negando l'esistenza dei due sessi direttamente, dando più importanza al costrutto inventato di "genere" e nessuna alla realtà biologica. E' evidente che questo viene fatto per un senso di ingiustificata inferiorità da parte della donna verso l'uomo, e che provocherà solo confusione nei bambini.
@gaetanomastro2617
@gaetanomastro2617 Жыл бұрын
Q
@giulianorivieri2806
@giulianorivieri2806 Жыл бұрын
Insomma Chiara Saraceno non ha capito una mazza... Mi ricorda la storiella dell'elefante al buio. Lei è una di quelle che toccato l'elefante al buio esce poi dalla tenda e grida al pubblico cosa NON è l'elefante (in base ai suoi schemi preconcetti che spaccia per scienza oggettiva). I disastri degli antropologi culturali e sociologi sono insomma sempre davanti ai nostri occhi. In questo caso mi pare palese che la professoressa non abbia approfondito alcunchè. Anzi in un certo senso viene tirata per la giacchetta e gli si fa dire quello che più fa comodo.
@victorfarneti9852
@victorfarneti9852 Жыл бұрын
Analisi lucidissima e argomentata magistralmente, potresti scriverne un pamphlet da diffondere di modo che ciò che hai espresso sia chiaro a tutti, non poteva esserci esame più azzeccato su questo video.
@carminebarbaro5556
@carminebarbaro5556 8 жыл бұрын
Prima di tutto perchè chiamarlo in in Inglese GENDER e non nominarla in italiano identita' di genere.Secondo perche' si parla di paura,che paura non è,ma contrapposizione ad un paradigma che si vuole insufflare nella societa' a mo' di nuova ideologia nella definizione di sentirsi uomo o donna indipentemente dal sesso di nascita!Voler attribuire alla società di aver costruito uno stereotipo per ingabbiare i sessi in determinate categorie è scientificamente smentito.Quel che non e' scientificamente provato e' proprio l'ideologia GENDER.Essa si basa su costruzioni mentali ideate per attaccare la societa',distruggere la famiglia in quanto tale e di conseguenza la sua base di valori,relazioni,convinzioni,per creare esseri destrutturati piu' facili alla manipolazione e un bell'esempio lo abbiamo avuto dalla gioventu' hitleriana! Poi c'e' pure una ragione economica e nel capitalismo questa è preminente,fondamentale! Quindi questa teoria ideologica non va ad intaccare il potere della classe dominante,al contrario le fa da stampella in un momento storico di crisi del capitale,perchè se io dico che mi posso vestire da uomo o da donna,necessito dei due capi d'abbigliamento: scarpe,borsetta,rossetti e belletti, gonne reggiseni,mutandine,collant se mi sento donna;pantaloni giacca cravatta cintura scarpe cappello camicia calze se mi sento uomo in un altro momento!Ed e' sufficiente questo aspetto associandolo ai premi che vengono dati alle scuole che pongono in essere questa ideologia per capire a chi fa comodo.Premiano anche chi diffonde e incita a seguire quest'ideologia. Avete mai visto un potere autoritario premiare i propri nemici che,lo combattono,penso di no! Semmai s'e' vista una feroce repressione! Senza parlare della falsa affermazione di scientificita' del GENDER!NESSUN SCIENZIATO SERIO ED ONESTO E QUINDI EQUILIBRATO SDOGANERA' MAI QUESTA FOLLIA INTELLETTUALOIDE! Mi fermo qui,ma ragionate a chi puo' far comodo e perche' non va ad intaccare il potere del pensiero unico,ma lo agevola!Basta questo per capire che lo si deve combattere ferocemente perche' parto delle menti pensanti del pensiero sionista unico!
@KeraTheSinger
@KeraTheSinger 8 жыл бұрын
Vedo che non hai ascoltato minimamente il video
@cancarla
@cancarla 7 жыл бұрын
dopo la caduta dell'urss il capitalismo ha conquistato il pianeta e li è iniziata la nuova era economica : la teoria gender, le questioni di genere, il femminismo dalla quale derivano, la cultura omosessualista sono tutte ideologie usate dal capitalismo per fare con le culture europee quello che fa attraverso l'uso delle bombe in tutto il medio oriente.Un sorta di reset sociale per modellare una società piu' aderente alla forma di economia che impera su tutto il pianeta.Le rivoluzioni sociali non sono mai esistite, ogni volta che il potere economico predominante cambiava, automaticamente modellava la società a nuovi modelli sociali nuovi valori piu' consoni al nuovo modello economico, tutto il resto è fuffa, questo è la storia dell'umanità in 2 parole, questo e quello che sta succedendo oggi.
@flaviolorenzin503
@flaviolorenzin503 2 жыл бұрын
State confutando delle teorie contro natura ed irrazionali ,vi consiglio di sottoporvi ad analisi , anche se dubito vi possano recuperate
@adrianosecchi1
@adrianosecchi1 Жыл бұрын
queste sono più confuse delle confuse.
@armidagargani3685
@armidagargani3685 4 жыл бұрын
Lasciate in pe la Beauvoir che intendeva concetto assai diverso intendendo la facoltà insita in ogni donna di evoversi oltre i ristretti limiti concessi all'epoca a noi donne.
@gloriasangermano3687
@gloriasangermano3687 4 жыл бұрын
Una sociologa che ci psicanalizza tutti
@alfonsomiceli9035
@alfonsomiceli9035 7 жыл бұрын
Madonna che sequenza di banalità. E questi dovrebbero essere gli esperti?
@musicaantica516
@musicaantica516 4 жыл бұрын
La banalità è il giudizio di chi non vuol comprendere
@alfonsomiceli9035
@alfonsomiceli9035 4 жыл бұрын
@@musicaantica516 dopo 3 anni ricevere un commento è un onore... quindi grazie. La signora nel video, pur essendo quotata come una grande esperta, per me dice delle banalità e degli aneddoti... Che può andare anche bene, purché non se ne ricavi una "teoria" che si sta affermando come pensiero unico... Direi che è un modo di fare fascista e illiberale, che denota l'assenza di qualsiasi cultura filosofica e scientifica delle nuove generazioni.
@faust_extreme_music_composer
@faust_extreme_music_composer 7 жыл бұрын
La teoria gender , io credo , dia significato ontologico alla ricerca del piacere , quale condizione individuale dell'essere.
@nicolamastrantuono3967
@nicolamastrantuono3967 Жыл бұрын
Da vomito ...🤮🤮🤮🤮
@PalindromoItaliano
@PalindromoItaliano 4 жыл бұрын
Poverette
@puntocritico.
@puntocritico. 2 жыл бұрын
Dal cuore partono le ispirazioni in ottava superiore, come questa giusta ispirazione. In ottava inferiore vengono usate, quando ritenute congrue ad un progetto. Non credo che lo scopo del progetto sia l' accozzaglia di supposizioni ipotizzate dai "no gender". Semplicemente, incoraggiando la naturale propensione dei singoli verso una tendenza, si auspica, nel tempo, una conseguente riduzione della popolazione. In questa prospettiva quindi la chimera della nascita in provetta per tutti, è appunto una leggenda consolatoria.
@IlluminismoSessuale
@IlluminismoSessuale 4 жыл бұрын
Conferenza molto interessante
@agneseronca3510
@agneseronca3510 8 жыл бұрын
MA DELLA CRISTIANOFOBIA NON NE PARLA NESSUNO?
@angela5338
@angela5338 8 жыл бұрын
Purtroppo è comodo non vedere la realtà e ci si interessa di problemi quasi inesistenti.
@agneseronca3510
@agneseronca3510 8 жыл бұрын
Sarà comodo...ma non vorrei essere nei loro panni
@pierluigifratarcangeli4944
@pierluigifratarcangeli4944 8 жыл бұрын
Quando finiscono gli argomenti, perché finiscono, si passa al vittimismo. In una società, quella italiana, in cui lo Stato è espressamente NON laico (si veda l'art. 7 della Costituzione), in cui vigono ancora, seppur attenuati nell' '84, i Patti Lateranensi, in cui la Chiesa prende un miliardo di euro dallo Stato (la metà dei quali non espressamente destinati) c'è ancora chi parla di Cristianofobia. Ma non vi vergognate?
@agneseronca3510
@agneseronca3510 8 жыл бұрын
A ME NON INTERESSA LA CHIESA MA CHI LA VOLUTA....E NON CREDO A QUELLO CHE DICI
@pierluigifratarcangeli4944
@pierluigifratarcangeli4944 8 жыл бұрын
+Agnese Ronca perché, come viene valutata? Premetto, tra l'altro, che questa non è una difesa del gender, ma è una reazione al vittimismo dilagante, tipo quello da lei manifestato.
@hayleysmith5077
@hayleysmith5077 2 жыл бұрын
Premesso che ognuno decide di fare da adulto non da bambino quel che vuole della propria vita sentimentale Con tutto il rispetto , sembra un convegno della chiesa cattolica , strano che in Italia nessuno parla del DSM 5 e della DISPHORIA di genere che è imputabile in ogni caso anche nei bambini quando si parla di deviazioni … Tutti meritano rispetto tutti ripeto ! Ma bisognerebbe che i medici spiegassero che cosa è la disforia di genere !!! Ma non lo fanno perché non vogliono prendersi responsabilità…
@albertohugopolese5140
@albertohugopolese5140 9 ай бұрын
C'è anche chi diceva sesso, droga e rock and roll!!! 🤣🤣 Fate tanta conuisione che è meglio prenderla sull ridere... in effetti oggi si vede benissimo dove queste filosofie ci hanno portato 😱
@KeraTheSinger
@KeraTheSinger 8 жыл бұрын
Certo parlare di "famiglie vere" alla Saraceno è proprio incapacità di comprendere chi sia e tutti i suoi studi
@faust_extreme_music_composer
@faust_extreme_music_composer 7 жыл бұрын
La Saraceno non vuole che si monumenti , perchè è già un monumento della razionalità umana.
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