Come scegliere la scuola giusta

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Orientarsi nella scelta dell’istituto scolastico non è facile: ecco i consigli più utili per individuare la scuola che meglio risponde alle esigenze di tuo figlio e della tua famiglia.
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[@nonlavorare]

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[@gianfrancopisciotta]

Se i figli non sanno cosa scegliere è giusto consigliarli cercando di capire cosa sia più incline alle loro abilità e passioni. Se sanno cosa vogliono invece, occorre non sviarli per egoismo. È esattamente ciò che è successo a me. Fin da bambino adoravo l’elettronica e l’informatica. A scuola superiore non ebbi particolari pressioni quando dissi che volevo fare l’industriale e specializzarmi in elettronica sistemi automatici e telecomunicazioni. Al momento dell’iscrizione all’università invece i miei genitori sono entrati a gamba tesa. Mia sorella, più grande di me, non volle iscriversi a farmacia e per non far perdere l’attività di famiglia, una piccola farmacia in un ormai borgo di 300 anime che tra 15 anni a questo ritmo sparirà totalmente, con molta insistenza i miei mi fecero un bel lavaggio del cervello e mi convinsero a fare farmacia. Inutile dire che non sono stato più lo stesso. Ogni volta che vedo un video del genere per me sono pugnalate perché penso di avere fatto una grossa cazzata a dare ascolto ai miei. Tra l’altro sta farmacia l’ho presa in mano ora da qualche anno. Quando mi laureai in farmacia mia madre mi disse di andarmi a cercare il lavoro altrove perché il paese era diventato troppo piccolo. Tra l’altro una delle strategie per convincermi ad iscrivermi a farmacia fu proprio di dirmi che appena avrei finito con la laurea avrei avuto già il posto di lavoro e sarei potuto stare con una gamba sopra l’altra “a casa mia”. E invece mi sono ritrovato per 10 anni a fare un lavoro che non avrei mai fatto, sotto padrone per giunta.. e che padroni! Sono cose purtroppo che non si dimenticano mai. Tutto il resto, inclusa la mia attuale relazione, praticamente sono nati in quel periodo buio per me e manco a dirlo è una relazione al limite della tossicità. Praticamente è come se mi avessero preso e buttato fuori dall’acqua dove sapevo nuotare. Ora da qualche anno ho intrapreso un percorso per cercare di cambiare lavoro ed aiutare gli altri a stare in salute e praticare sport. Una sorta di Health Coaching. Inutile dire che la parte psicologica è fondamentale per la salute! Il primo consiglio quindi che do ai genitori è di non essere egoisti ne farsi condizionare dalla società o dal prestigio di una professione. Capisco che avere un figlio medico ( faccio un esempio ) può essere motivo di vanto. Sicuramente potrete andare a pavoneggiarvi a destra e manca, però avrete venduto la felicità di vostro figlio/a per il vostro esibizionismo. Ad i figli dico invece di non dare retta ai propri genitori, se avete un idea e vi sentite di prendere quella determinata strada, meglio sbagliare da se stessi che sbagliare per causa altrui. È davvero molto importante questo per la salute mentale. Un errore del genere si ripercuote su tutta la vita e poi è davvero difficile venirne fuori.

[@sisabo7941]

Io a 40 anni ho mollato il colpo e son tornato a scuola: i soldi? Caritas e qualche amico mi aiuta. Basta lavori di merda sfruttato sottopagato e dopo un po di mesi un calcio nel culo e avanti il prossimo idiota. Basta LA DIGNITÀ NON HA PREZZO altrimenti se proprio devo perderla faccio un po di addominali mi metto in ghingheri e vado in tangenziale.

[@carmenpalu838]

Gianfranco, anch'io ho avuto un'esperienza simile alla tua, tant'è vero che dico sempre che l' unico vero rimpianto della mia vita è quello di aver sbagliato il tipo di studi e di conseguenza il tipo di lavoro, condizionata dai miei genitori ed anche parenti. Dovevo ribellarmi, anche a costo di entrare in guerra con tutti! Un cordiale saluto e felice anno nuovo!

[@giuliamaestro4332]

Ma veramente crediamo che un ragazzino di 13 anni sia in grado di capire cosa vorrebbe essere fra 10 anni? Secondo me è un dovere del genitore non lasciare la scelta solo al figlio ma valutare di contribuire alla creazione della versione migliore del figlio.....e anche fare un po' di fatica rientra in questo.

[@alexbarbero3660]

Infatti e ' un idiozia totale che nel 2025 non si rivoluziona una cosa così fondamentale come la scuola , bisognerebbe fare 5 anni di medie e 3 di superiori con obbligo scolastico fino a 19 anni non a 16 mentre a 16 fare decidere cosa vogliono fare perché i genitori non possono fare una scelta così al posto loro , il problema è che non si manifesta nemmeno per questo e ' gravissimo

[@andreatesta2266]

È un discorso molto complesso. Dipende molto dal ragazzo/a A mio avviso solo pochi fortunati hanno un talento talmente grande in una determinata cosa. Per il ragazzo a difficile capire e spesso anche per i genitori che si fanno condizione. Per esempio vedono che loro figlio gioca bene a pallone ma siamo sicuri che è tanto bravo da puntate alla seri A? Qualcuno ci sarà ma la maggior parte dovrà capire che quella passione non potrà essere il suo lavoro ma un bel hobby. Questi sono i lavori da sogno che solo veramente in pochi ci possono arrivare. E comunque oltre ad un grande talento ci vuole determinazione e magari anche un pò di fortuna. Venendo a lavori più comuni concordo che si deve vedere quali sono i talenti. Ricordo un film di Don Camillo dove Peppone vuole far studiare il figlio che di per sé è una cosa lodevole voler dare un opportunità che magari noi non abbiamo avuto. Però si vede chiaramente che il figlio di stare chiuso in un'aula proprio non ci sta. Ama la vita all'aria aperta. Questo per dire se vedete che vostro figlio è uno zuccone nello studio però ha talento per i lavori manuali puntate su quello che solo dio sa quanto siano ricercati buoni meccanici artigiani ecc. Che poi spesso guadagnano anche di più dell impiegato. In molti casi purtroppo non emerge un interesse particolare. A questo punto io punterei sulle famose materie STEM perché comunque uno deve pensare al lavoro futuro. Teniamo anche conto che uno non può aver idea di quale lavoro gli piacerà fare perché spesso ti immagini che un lavoro sia in un certo modo e poi quando lo fai ti rendi conto che è tutt'altro. Subentra spesso la noia della ripetitività. Pensare anche per esempio ad un lavoro che sia utile agli altri e quindi ti gratifica al di là dello stipendio. Non prendere come fallimento se per esempio inizi a fare lo scientifico e poi ti rendi conto che la matematica non è il tuo forte perdi 1 anno ma poi ti iscrivi ad una scuola a te più consona. Tieni conto che dopo le superiori poi hai molte università che potrai quindi aggiustare la mira. So di casi rari di alunni che sono usciti dal classico e poi hanno fatto ingegneria. Non pensare al lavoro sicuro e ben pagato ma a quello che ti piace purché sia realistico e ci si possa campare. Meglio guadagnare meno ma fare un lavoro che piace che guadagnare di più e vedere il proprio lavoro come una galera. Posto che uno dovrà lavorare sempre più a lungo salvo FIRE. Tieni conto che al giorno d'oggi e in futuro ancora di più uno potrebbe anche cambiare mestiere nei primi anni di vita lavorativa. Purtroppo nonostante tutti questi accorgimenti ci sono molte possibilità che ti troverai a fare un lavoro che non ti piace e a quel punto dovrai mettere in atto un piano legale che ti permetta di smettere di lavorare il prima possibile. Perché diciamolo chiaramente a parte qualche fortunato che fa un lavoro che davvero gli piace gli altri lavorano semplicemente perché costretti per poter campare.

[@giuliamaestro4332]

@@andreatesta2266 tra l'altro molti ragazzi di oggi non sono né bravi nello studio né bravi nei lavori manuali.....e l'unica cosa che vorrebbero fare è fare gli youtuber che commentano i video di altri che almeno fanno il video....e in questo caso il genitore deve entrare a gamba tesa, altroché......probabilmente Francesco avrà una figlia piena di talenti (è soprattutto questione di genetica a mio avviso, non sempre colpa dei genitori) e quindi sarà in grado di fare la scelta giusta per lei.

[@andreatesta2266]

@giuliamaestro4332 questo perché spesso ci sono genitori che non si interessano o al contrario che vogliono imporre quello che per loro è meglio. Difficile indirizzarli capendo quali siano i veri talenti. Vedendo vari canali su youtube vedo che alcuni ragazzi riescono a farne una professione. Perché no?

[@Laura-mb3px]

Io a 50 anni non ho ancora capito , mi.sono sempre adattata, più o meno bene, ho sempre invidiato chi già da piccolo sapeva cosa voleva fare nella vita, io so solo che anche la mia personalità è in continua evoluzione

[@certosino2267]

Si dovrebbe capire dove si è più talentuosi, e coltivare il talento. In fondo si studia per imparare a studiare e soprattutto capire ciò che si studia. Non bisogna fare l'errore di pensare che se per 8 anni la matematica è risultata sempre indigesta, poi arrivati alle superiori basterà applicarsi di più è diventerà facile, non funziona così, almeno nella maggior parte dei casi, con questo non voglio dire che chi non ha mai brillato in matematica non può fare anche una scuola e pure l'università ad indirizzo scientifico, se si ha pazienza e tenacia, si può fare quasi tutto, però se si è sceglie un indirizzo poco compatibile con il proprio talento difficilmente si riuscirà ad essere tra i migliori.

[@carmelo8708]

Secondo me la cosa più importante è l’ambiente di apprendimento. In molte scuole superiori sono diffuse la maleducazione e la furbizia: è importante un ambiente in cui con disciplina si possa imparare serenamente. Molto spesso la componente “compagni di classe” è più importante delle componenti “materie” e “insegnanti”: nei licei si impara meglio perché ci sono ragazzi più motivati, non perché le materie sono migliori di quelle di un istituto tecnico, anche se ultimamente sembra che anche i licei lascino a desiderare.

[@NicolaMenel]

Bellissimo questo video, grazie!!

[@Carla-bp7pd]

Lascia anche sbagliare i tuoi figli 😊falli scegliere quello che vogliono adesso 😊 domani non lo sa nessuno...😊

[@Ludovica.Settembrini]

Discussione interessante. Condivido gli argomenti menzionati nel video. Mi permetto di suggerire un consiglio riguardo alla scelta basata sulla personalità, un approccio particolarmente utile per orientarsi nella selezione di un ambito lavorativo. In particolare, consiglio l'uso dell'indicatore di personalità Myers-Briggs (MBTI), ispirato ai tipi psicologici di C.G. Jung. In ogni caso, la scelta resta impegnativa a quell’età per i giovani intellettuali in erba.

[@clarenzia_59]

Bellissimo video, grazie!

[@ac-wh4ww]

Tornando indietro farei il Classico . Le basi fondamentale del pensiero umano. Vedo che prepara per tutte le università.

[@danieletresoldi4205]

Io personalmente mi sono solo diplomato e ho trovato poca crescita personale nella scuola, parlo più di 20 anni fa, credo che la crescita personale in Italia la fai in un'altra maniera

[@monicatintorri8798]

Che fatica...la scelta della scuola dei figli. L importante e che trovino la propria strada ed entro i 25 anni vadano via da casa. Sono stata una pessima studentessa, dopo un biennio professionale e un po di lavoretti saltuari, ho trovato un posto di lavoro che ho mantenuto per più di 30 anni. Mio figlio anche lui pessimo studente, dopo le scuole serali, e vari lavoretti saltuari ha trovato il suo posto di lavoro,e a 24 anni è andato a vivere da solo. Ci sarebbe piaciuto che studiasse e prendesse una laurea, ma spesso, quello che i ragazzi fanno, non è quello che vogliamo noi.l importante è che loro siano soddisfatti, noi ci adeguiamo.

[@mammaditobia]

Concordo solo con il punto 3, e proprio per questo è giusto che scelgano quello che li appassiona adesso, perchè adesso devono fare la scuola. I miei due ultimi figli sono portatissimi per le lingue, ma le odiano: non farei mai fare loro il linguistico, perché anche se verrebbe loro facile lo mollerebbero. E proprio se uno non ha le idee chiare, la scelta migliore, almeno per darsi un'opportunità, è il liceo, che ti insegna a pensare e ti prepara ad essere versatile e a imparare facilmente qualunque competenza, anche nuova, dovesse servirti nei lavori del futuro. Non neghiamo ai nostri figli questa possibilità. Potrebbero anche scoprire di voler studiare filosofia o storia dell'arte all'università...

[@MarcoRossi270488]

Io farei fare la scelta anche in base al tipo di vita che si vuole fare: ti sta bene lavorare a turni? Ti sta bene lavorare quando gli altri fan festa? Ti sta bene lavorare distante dagli affetti? Ti sta bene fare carriera che molto spesso è a scapito di fare una famiglia in cui si è molto presenti? Ti sta bene iniziare a guadagnare a 30 anni piuttosto che a 20,con tutto ciò che ne consegue? E se poi il "mito" della carriera ti rendessi conto che non è ciò che ti appaga e anzi ti frustra per le rinunce che implica? Ovviamente difficile avere la risposta a tutto, ma a qualcosa bisogna pur provare 😊

[@Laura-mb3px]

@@MarcoRossi270488 il problema è che tutte queste domande te le poni quando hai già provato almeno un pochino il mondo del lavoro, a 14 non capisci tutte le implicazioni di queste cose, il mondo del lavoro lo si vede solo attraverso la relazione con i genitori, se sono più o meno presenti, stressati ecc...

[@alessiom.7426]

Giuste considerazioni, sono le stesse cose che sto dicendo ora a mio figlio, cerco di fargli capire che non è tutto ora quello che luccica, che bellissimi lavori come il medico ad esempio non si fanno per i soldi bensì per passione....

[@stefanocogo3451]

E comunque nei commenti e venuto fuori il fenomeno che ha scritto " mio figlio è portatissimo per ..." ma scusate ma se uno è portatissimo per... diventa la scelta piu facile del mondo. Significa far tesoro di un talento che è stato REGALATO dalla genetica, non capisco dove sta la difficoltà della scelta... Il problema è quando nel ragazzino/a non emerge nessuna predisposizione particolare. Li e il problema. Ma ovviamente qui commentano solo quelli che hanno i figli geni...

[@soniarota2216]

Vero ......ma poi tua figlia? Cosa ha scelto ? 😊

[@cesaryasus5319]

Difficile prevedere il futuro

[@DanaDavid-n3v]

Parole sante!

[@Mastaischersssando]

Aggiungerei l'intelligenza artificiale 🫱🏻‍🫲🏿 potessi tornare indietro,andrei ad un tecnico industriale ma i miei genitori lo consideravano un liceo di serie d