Come si calcola l'assegno di mantenimento?

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Come si calcola l’assegno di mantenimento?
La legge non prevede un metodo per calcolare l’assegno e questo è fonte di incertezza nei giudizi di separazione.
I Tribunali di solito adottano un loro protocollo con delle modalità di calcolo.
Seppur senza pretesa di esaustività dalla mia esperienza ho potuto dedurre che il criterio che viene adottato per tale calcolo si basa su questi criteri.
Viene preso come base, ovviamente, il reddito medio mensile netto del coniuge obbligato, facciamo, ad esempio il marito.
Si considera poi il reddito netto mensile della moglie e le eventuali spese di mutuo, se vi sono da detrarre a favore di chi effettivamente effettua il pagamento.
Le spese da detrarre
• Tra le spese, oltre al mutuo vengono considerate spese condominiali o canoni di locazione;
• spese di manutenzione della casa familiare e di altri immobili nella disponibilità della famiglia;
• spese per personale domestico: colf, baby sitter, badante;
• bollette per le utenze;
• tassa rifiuti;
• IMU;
• spese scolastiche e per la frequenza a scuole private;
• spese mediche;
• spese per le vacanze estive e durante altri periodi dell’anno;
• bolli e assicurazione di vetture e motocicli;
• ricariche telefoniche;
• spese per trasporti pubblici.
Viene poi considerato il numero dei figli a carico del marito o della moglie
Andiamo sul pratico
Non considerando la presenza di figli, in linea generale l’assegno dovuto all’ex moglie viene calcolato, sul netto, da ¼ ad 1/3 dello stipendio.
Ovviamente se vi sono i figli andrà considerato tutto l’insieme e si può arrivare persino a metà del reddito netto di chi sarà obbligato a pagare.
Facciamo un esempio
Facciamo il caso di un soggetto che prende 1500 euro al mese netto.
E’ probabile che il giudice, con uno stipendio simile, obblighi ad un assegno di mantenimento pari ad euro 300 per la moglie ed altrettanti per il contributo al mantenimento del figlio.
Si capirà come possa un padre andare veramente in grosse difficoltà economiche.
Infatti, se a ciò ci mettiamo anche la necessità di trovare un’altra abitazione in quanto la casa familiare è stata assegnata alla moglie il conteggio è presto fatto.
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[@MatteoRaimondi-rw7om]

In sede di prima udienza presidenziale viene stabilito che il marito deve versare alla moglie un assegno a titolo di mantenimento per il figlio di euro 600 mensili ,Dieci mesi prima la moglie aveva depositato in trbunale un ricorso per separazione giudiziale da quel momento il marito spontaneamente aveva versato alla moglie per il mantenimento del figlio euro 300 mensili. Dal momento che in prima udienza presidenziale sono stati stabiliti euro 600 mensili la moglie chiede al marito gli arretrati per i dieci mesi precedenti (quindi euro 300 x 10 = euro 3000). Questi arretrati sono dovuti dalla moglie in questa fase processuale o si deve aspettare la sentenza finale per darglieli (che protrebbero anche dimiuire o aumentare in fase istruttoria) . Se il marito ha dato questi arretrati nalla moglie e poi la sentenza finale stabilisce euro 500 mensili ,i 100 euro in più dati dal marito alla moglie devono essere restituiti al marito?.

[@AvvocatodiFamiglia]

La risposta è tutt'altra che scontata perche' non vi è norma specifica sul punto e quindi ci si deve basare sulle sentenze che spesso hanno mutato anche di orientamento. Partiamo da un punto fermo ormai pacifico. L'assegnondi mantenimento decorre dal momento del deposito della domanda. Quindi quando la sentenza stabilirà una somma X dovuta, questa si calcolera' dal giorno in cui è stato depositato il ricorso. Pertanto la fase prima cioè quella in cui i coniugi non avevano ancora presentato gli atti in tribunale non può essere richiesta nemmeno come differenza. Il provvedimento provvisorio, come sottolineato dalla Cass. civ. Sez. III, 21 agosto 2013, n. 19309 è un provvedimento interinale, appunto provvisorio ed ha efficacia da quando è stato emesso almeno che non stabilisca espressamente la decorrenza dal momento del deposito del ricorso. Spesso non viene indicata la decorrenza e sarebbe sempre buona regola richiedere al giudice questa indicazione. Quindi se nulla dice il provvedimento provvisorio, il dovuto parte da quel momento e non puo essere chiesto l'arretrato. Se poi la sentenza di separazione stabilisse una somma minore si puo' sostenere fondatamente, poiche' la sentenza sostituisce il provvedimento provvisorio, di poter recuperare quanto pagato in piu'. Qui pero' il tema è tutt'altro che chiaro potendosi avere anche una interpretazione differente ove si valuta la efficacia del provvisorio come autonomo rispetto alla sentenza e volto appunto a regolare una situazione temporanea in vista della sentenza. In questo caso la sentenza sarebbe come una seconda fase che va a sostituire la precedente retta dal provvisorio. Quindi se guardo il fatto che l'assegno decorre dalla domanda e la sentenza mi stabilisce una somma X anziché Y data nel provvisorio, potrei ragionevolmente chiedere indietro la differenza. Se invece guardo i due provvedimenti, provvisorio e sentenza, non legati tra loro, al contrario, il provvisorio ha valenza per la situazione temporanea e vale per questa fase. Intervenendo poi la sentenza finisce la fase provvisoria e subentra la decisione con sentenza e da quel momento decorrerà il nuovo assegno. In pratica, a mio parere, vedo più logica questa seconda soluzione che quindi non permette di recuperare la somma data in più. Inoltre bisognerebbe poi valutare, in concreto, l'opportunità di fare una azione giudiziale per recuperare questa somma, sapendo che la causa è rischiosa e che i giudici sicuramente saranno più indirizzati verso la seconda soluzione visto che si tratta di assegno per i figli. Quindi molto dipende dalla cifra dovuta e forse è proprio per questo, per quanto mi risulta, che non vi sono ddcisioni sul punto. Specifico che tutto quanto sopra, essendo l'argomento molto "particolare" è un mio parere personale. Il tutto si risolverebbe molto semplicemente se il giudice indicasse la decorrenza nella propria decisione. Se avesse necessità anche di assistenza in futuro (visto che ad oggi è gia in fase di separazione) mi contatti via email a [e-mail] e se dovesse procedere mi tenga aggiornato anche sugli sviluppi della eventuale causa che potrebbe fare sua moglie per gli arretrati

[@antoniogalizia6812]

Avvocato buongiorno la seguo da un po' sono un papà divorziato pago tutto io la madre non lavora come ha detto lei in invidia un abbiamo i stessi diritti e le pari opportunità ci dobbiamo difendere a che delle calunnia delle madri che noi padri siamo cattivi con i figli questo solo per soldi i padri subiscono solo le pari opportunità e solo una metafora vorrei vedere un giudice ché sentenza darebbe di capiterebbe a lui o a suo figlio

[@AvvocatodiFamiglia]

Ma infatti ha perfettamente ragione. Pensi che ho visto capitare proprio quello che mi dice e cioè la separazione dove un giudice era parte: non può capire che lotte per dare meno possibile. Il problema che giudicare senza conoscere le situazioni si fanno dei danni e con 30 minuti di udienza al massimo dove decidono della tua vita i danni sono quasi certi

[@InnaKarpus]

Buongiorno avvocato, devo fare separazione consensuale con mio marito.Fatto 7 anni di convivenza e 14 anni di matrimonio.Ho lavorato sempre, solo ultimi 5 anni no lavoro.no abbiamo figli,casa matrimoniale.Casa paghiamo solo 100 euro.Sono ucraina,ho 64 anni senza casa,soldi e lavoro.Mio marito 72 anni,2000 euro netto,pensionsionato.Che diritti jo io che assegni mantenimento me aspetta.Lui vogliate 300 euro,come posso vivere ?aspetto vostra risposta.grazie

[@AvvocatodiFamiglia]

Sicuramente ha diritto all'assegno di mantenimento che non può essere di 300 euro visto che suo marito guadagna 2000 euro ed il concetto è quello dello stesso tenore di vita. Ovviamente non deve fare per forza la consensuale altrimenti se accetta alla fine non si può lamentare di nulla. Se ha necessità mi contatti a [e-mail]

[@amotv]

Quanto ha descritto viola la legge non rispettando i criteri previsti dal codice civile.

[@AvvocatodiFamiglia]

Mi può indicare specificatamente la legge e i criteri a cui fa riferimento? Anche perchè se fosse vero quello che dice le moltissime sentenze della Cassazione sul punto sarebbero state emesse da gente incompetente....

[@amotv]

@@AvvocatodiFamiglia naturalmente e con piacere. La violazione è degli articoli 337 ter e sexies del CC.

[@amotv]

Sarei molto felice di avere un confronto sul tema cui ho dedicato molto tempo di studio.

[@AvvocatodiFamiglia]

​@@amotvNon so dove sia la violazione . Proprio nell'articolo citato, al co. 2, si dice che "il giudice valuta prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oppure stabilisce a quale di essi i figli sono affidati, determina i tempi e le modalità della loro presenza presso ciascun genitore, fissando altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all'istruzione e all'educazione dei figli'. Nel video si parla di calcolo di assegno di mantenimento e il codice non detta alcun criterio per tale calcolo. Non so se sto parlando con un collega ma se così fosse avrà sicuramente l'esperienza per sapere che i giudci individuano quasi sempre un genitore collocatario prevalente che resta nella casa a questi assegnata. Il genitore non collocatario, salvo ipotesi di collocamento paritario che oggi non sono la regola, versa un assegno di mantenimento e su quanto ammonti questo assegno la legge non dice nulla lasciandolo alla determinazione del giudice come infatti proprio l'articolo da lei citato stabilisce. Il video vuole dare una indicazione su come il giudice può calcolare tale assegno. Se ci fosse tale violazione tanti padri separati non di troverebbero in situazioni disastrose dopo la separazione. Che poi ciò non sia giusto è un'altra questione che però non è oggetto di questo video

[@AvvocatodiFamiglia]

​@@amotvnon so con chi sto parlando e cioè se con un collega, uno studente, un padre separato visto che mi viene detto che ha passato molte ore di studio sull'argomento. Se è un padre separato, come penso, probabilmente lo Studio è scaturito proprio dal fatto che il giudice le avrà imposto un assegno di mantenimento quando, invece, la regola principale del 337 ter non sarebbe quella. Quindi se lei mi chiede se quello che decidono i tribunali spesso è ingiusto le dico di sì. Purtroppo spesso tra la teoria e la pratica c'è molta differenza, basterebbe vedere come vengono decisi i processi penali ad esempio. Comunque un confronto per me è sempre ben accetto e può essere anche di spunto per un video. Mi scriva a [e-mail]