@@giorgiogiacometti domanda educata, paziente. Ecco, la sua domanda così fatta mi convince, o almeno mi porta a pensare, che con lei è una brava persona con cui varrebbe la pena di discutere. Buona giornata.
@antoniostuppiello1633 Жыл бұрын
E l'idea della cattedra da dove nasce, se non dall'osservzione della cattedra e dall'astrazione da essa? L'idea del cavallo è un'astrazione dell'osservazione dei cavalli
@giorgiogiacometti Жыл бұрын
Questo è un altro problema. Dove si trovano le idee? Nella mente, nel cervello, altrove? Come si generano? Intanto riconosciamo ogni "nuova" cattedra percepibile in quanto ne abbiamo l'idea. Può darsi, poi, che la "prima" idea di cattedra ci sia pervenuta dai sensi, ma la cosa non è così ovvia o banale. Infatti, con i sensi percepiamo colori, suoni, odori etc. Come "costruiamo" l'oggetto? Nella prospettiva empiristica vedremmo tante cose simili e, a un certo punto, per induzione/astrazione ricaveremmo la nozione di cattedra. Ma c'è da osservare che anche vedere tante "cose" presuppone che si riesca a "ritagliare" ciascuna cosa dal suo sfondo, cioè presuppone l'idea di "cosa" (altrimenti, di nuovo, avremmo solo colori, suoni etc.). Se diciamo che ricaviamo quest'idea di "cosa" dalle varie cose cadiamo in un circolo vizioso (come distingueremmo le cose come "varie cose" in assenza dell'idea?). Se ammettiamo di avere a priori almeno l'idea di cosa (e magari di numero, di punto etc.), perché non anche altre idee? Ammesso e non concesso che la decisione di chiamare "cattedra" una cosa derivi dal fatto di avere esperienza di tante cose simili ad essa perché dovremmo prendere una simile decisione? Perché non chiamarla cosa o magari "cosa rettangolare" etc.? Platone risponderebbe che ciò che consente di determinarne il nome è la funzione. Questa, però, è riconosciuta, di nuovo, perché abbiamo un'idea di ciò a cui serve una cattedra, ad esempio a insegnare. Dunque l'idea di cattedra implica l'idea di insegnamento. Ricaviamo empiricamente anche questa idea? Di nuovo: se dopo aver imparato tante cose decido che quello che è successo è che qualcuno me le ha insegnate da una cattedra, ciò che intuisco non può essere derivato dall'esperienza. Se, infatti, già la prima volta che imparo, capisco che qualcuno insegna, vuol dire che possiedo già l'idea dell'insegnare (dunque quest'idea non deriva dall'esperienza). Se non ce l'ho ancora, dopo l'ennesima volta che ho ripetuto la medesima esperienza, come potrebbe essere sorta questa idea? Non posso riconoscere qualcosa che non ho mai saputo che cosa fosse, non posso ricavare per induzione un'idea da fenomeni ai quali io non possa ancora dare il nome di quell'idea, perché non potrei riconoscere la loro pertinenza rispetto all'idea che ne dovrebbe scaturire. E questo vale per il bello, il giusto etc. Se riconosco che un volto è bello, non è perché ne ho visti altri belli, ma perché posso distinguere il bello, ho un gusto estetico, grazie al quale ho potuto anche in passato distinguere i volti belli da quelli che non lo erano, come un vedente, avendo gli occhi buoni, può vedere il rosso e un cieco no. Tutto questo non implica automaticamente che le idee esistano da qualche parte preconfezionate, nella nostra mente o nella mente di Dio. Tutto questo segnala un problema filosofico di non facile soluzione. .