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Ingegnere Daniele Romagnoli, classe 1966, come hai iniziato con le moto?
“Nel 1987 con la MVA: mi hanno chiesto di fare una centralina elettronica per il primo motore monocilindrico. Mai avrei pensato di arrivare a lavorare nel motomondiale: sono in questo mondo dal 1992, ho ricoperto diversi ruoli. I primi anni facevo il meccanico, perché di elettronica non c’era nulla”
Ripercorriamo un po’ le tue tappe.
“Ho iniziato in 125 e in 250, nel ’94 ero praticamente il capo tecnico di Carlos Checa. Poi sono andato a lavorare da Matteoni, quindi nel 1999 mi sono spostato con Melandri, mentre in MotoGP sono arrivato nel 2002: Checa mi ha voluto come telemetrico. A lui va il mio ringraziamento più grande. Dal 2014 sono in Ducati: prima con Crutchlow, poi con Petrucci, quindi con Martin”
Il più bel ricordo?
“La vittoria di Petrucci al Mugello, mi ha portato con lui sul podio. Mi emoziono ancora oggi”
Martin com’è?
“Un pilota completamente diverso da tutti quelli avuti in passato, uno che si sporge tantissimo dalla moto. Lui è velocità pura, ha una capacità di apprendimento ineguagliabile: impressionante sotto questo aspetto. Il carattere mi piace moltissimo: si è trovato molto bene con la nostra squadra. Lui ha una positività di fondo che apprezzo molto. Ha un talento incredibile: è il pilota più esplosivo che abbia mai visto, rialza la moto con grande velocità”...