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"Diventa chi sei" è un libro utile se ti stai domandando come trovare il lavoro giusto per te mentre senti di non volerti limitare ad una unica passione. L'autrice Emilie Wapnick, infatti, racconta un metodo pratico rivolto a persone "multipotenziali", ovvero coloro che hanno molti interessi e passioni ma non sanno come conciliarli all'interno del mondo lavorativo di oggi. Duecento pagine per capire come far coesistere e sfruttare al meglio diverse vocazioni.
Ecco allora 3 idee che mi ha lasciato questo libro ricco di spunti:
1:10 1) Il mito dell’unica, vera, vocazione: in un mondo che spinge a focalizzarsi su una unica specializzazione, è utile capire che non stai necessariamente sbagliando se senti di voler coltivare diverse passioni.
3:20 2) La traiettoria “giusta” per te: non c’è una direzione di vita predefinita valida per tutti, devi trovare la tua. Un percorso non lineare potrebbe nascondere il vantaggio di renderti un professionista con competenze uniche rispetto ai competitor.
6:17 3) Quando cambiare lavoro: su una scala da 1 a 10, dove sull’1 ami il tuo lavoro e sul 10 ti senti fisicamente male al solo pensiero di andarci, valuta un cambiamento se ti trovi tra i gradini 5 e 8.
Suggerisco questo libro a chi desidera trovare spunti per muoversi in maniera più sicura e determinata nel mondo del lavoro, o a chi, semplicemente, è in cerca di suggerimenti per programmare al meglio il proprio futuro.
LINK UTILI:
- Per acquistare il libro "Diventa chi sei", di Emilie Wapnick, ecco il link: amzn.to/2SkcLaX
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“Il libro «Diventa chi sei», di Emilie Wapnick, è una guida pratica rivolta a persone che hanno molteplici interessi e passioni e le aiuta a conciliarle all’interno del mondo lavorativo di oggi. L’autrice ha esposto l’idea di “persona multi-potenziale”, ovvero quegli individui che hanno molteplici interessi e progetti. Questo libro aiuta molto a mettere ordine tra i vari pezzi della nostra vita che possono sembrare non coerenti uno con l’altro, ma in realtà seguono in alcuni casi un fil rouge molto interessante e preciso.
Veniamo alle 3 cose che mi sono rimaste dalla lettura di questo libro:
1) Il mito dell’unica vera vocazione. L’idea che viene promossa dalla società oggi è che se tu stai facendo tante cose vuol dire che sei mediocre in tutto, e che al contrario devi concentrarti su un singolo settore, e diventare molto bravo in quello. Però non è l’unica via. Tu puoi ottenere dei risultati eccellenti in un settore anche se non hai delle competenze ugualmente eccellenti, ma semplicemente è meglio avere conoscenze sufficienti, unite a passione e voglia di fare.
2) Non esiste una traiettoria di vita giusta per tutti, ma tu devi trovare quella che è giusta per te. In particolare il libro mostra come alcune persone si trovano molto bene, molto a loro agio all’interno di alcune traiettorie di vita verticali, ovvero: studi per diventare ingegnere e diventi ingegnere, oppure studi al conservatorio per diventare un musicista. C’è delle linearità tra il punto di partenza della tua carriera e quello di arrivo.
Non tutti però riescono a stare a loro agio in questa traiettoria così pulita. E queste persone sono appunto le persone multi-potenziali, che hanno bisogno di fare un tragitto non lineare, verticale, ma trasversale. Più approfondisci altre direzioni, più apprendi nuove competenze. Non c’è linearità, ma un vagabondare che poi in realtà è solo apparentemente casuale. Sono propri questi i movimenti che a me hanno permesso di acquisire delle competenze fra loro molto differenti e che mi rendono unico nel contesto lavorativo di oggi.
Ecco, questo è il potere dei multi-potenziali, che viene descritto in maniera veramente limpida secondo me in questo libro, che è un libro anche molto pratico, con tanti esercizi.
3) Quando è il momento di cambiare lavoro, o di iniziare a progettare un nuovo lavoro da affiancare a quello tuo attuale. Lo strumento in questione è la scala dell’avversione. Devi immaginare di avere una scala a tua disposizione graduata - come se fosse un righello - che va dall’1 al 10. 1 è quando tu ami il tuo lavoro e tutto ti sembra fantastico, 10 invece è il livello in cui proprio non ce la fai più, vorresti scappare.
Secondo La Wapnick il momento migliore per cambiare lavoro è quando tu all’interno di questa scala ti trovi tra lo scalino 5 e lo scalino 8. Se aspetti infatti di essere sul 9 o sul 10 per prendere una decisione sarai già bollito, e quindi non avrai la lucidità mentale per scegliere correttamente e anche per salutare il tuo vecchio datore di lavoro nella maniera più giusta e opportuna.”