Si sta utilizzando, chiamandola flessibilità del lavoro per renderla il più efficace dal punto di vista del convincimento delle moltitudini di persone, oppresse dall’esigenza della sopravvivenza, quella che in realtà altro non è che la flessibilità del denaro nella sua forma di suo rafforzamento più efficace che è il dominio incontrastato del capitale. Consideriamo la società umana alla stregua di un complesso sistema organizzato; che cosa dobbiamo tenere presente per ottenere dallo stesso un buon risultato per la sua stessa esistenza e così perseguire le misure necessarie al suo miglioramento? Dobbiamo sicuramente diventare molto più consapevoli dei meccanismi attraverso cui il sistema organizzato vive e prendere in considerazione come essenziali le situazioni evidenti di cattivo funzionamento, trattandole come segnalazioni di errori di impostazione. Riuscire a rilevare gli errori di impostazione invece degli errori di esecuzione è estremamente più decisivo a produrre miglioramento reale perché, qualunque sia l’attività, quei difetti di esecuzione vengono facilmente rilevati, procurano attriti e vengono corretti con artifici che non eliminando le vere cause procurano altre situazioni di cattivo funzionamento, mentre i difetti d’impostazione, rimangono nascosti e tutta la buona volontà degli esecutori non potrà mai salvarci dai cataclismi che procurano. Tutta l’impostazione economica attuale è basata sul PIL invece che su un indice molto più adeguato al bene diffuso che sarebbe l’indice di perequazione che controllerebbe che ciascuno abbia la possibilità di vivere dignitosamente. La confusione che si è riusciti a far diventare cultura del vivere ha raggiunto un livello tale che soltanto il buio assurdo che sembra avvolgerci con la paura del domani, può renderci consapevoli. L’uomo ha raggiunto il potere di meccanismi di potenza inaudita e di esercitare questa potenza in modo completamente svincolato da le sue stesse azioni. I meccanismi svolgono sempre più azioni in modo autonomo. Gli automatismi sostituiscono gli stessi uomini. A che serve, allora la società agli uomini o agli automatismi. Coloro che credono erroneamente di trarre vantaggio da questo sistema, hanno messo gli altri nella condizione di poter far sentire la propria voce solo con atti di violenza sulla società stessa che invece di cambiare elimina gli inconvenienti con la violenza repressiva. Se continueremo in questo modo siamo destinati a guerre molto peggiori di quelle passate. Ritornando alla ambiguità che avvolge la concezione del lavoro il meccanismo concepito trae vantaggio di essersi reso nel tempo inequivocabilmente sospinto da modalità di comportamento, abitudini esistenziali incontrovertibili. Chi non lavora non mangia!!!.Ma le mamme aspettano forse che il figlioletto lavori per dargli il cibo? La verità è che il bambino impara a svolgere le proprie attività man mano che cresce perché oltre alla necessità di mangiare sente tante altre necessità di acquisire capacità che lo fanno vivere compiutamente. Invece il lavoro come si è concretizzato nella società, anche quando non sembra, è diventato coercitivo e se non si lavora non si mangia! Dovrebbero essere proprio le grandi capacità tecnologiche a far tornare il lavoro al suo significato più vero completamente libero dalle necessità esistenziali ma dedito veramente al viver bene nella società. Gli insulti sono ben accetti.
@stirpeviola17 жыл бұрын
1 - "I vostri genitori, i vostri insegnanti, i politici vi dicono che il lavoro è la cosa più importante della vostra vita perchè hanno da guadagnarci, vi spingono a fare quella cosa che serve di più a loro, non a voi" min 57' circa: a parte che mal si coniuga questa affermazione con l'accusa rivolta alle generazioni più vecchie di "togliere" lavoro ai giovani, ma questo il professor De Masi si rende conto di acuire ancora di più uno scontro generazionale non voluto, ma già subìto? 2- "Se farete i giornalisti (...) non dovete stare molte ore nella redazione di un giornale dove starete in mezzo a imbecilli venduti al padrone, nè più nè meno" min 58' circa: questa si commenta da sè, come dire ad un aspirante studente universitario: "non stare molte ore all'università dove starai in mezzo a imbecilli...come appunto alcuni professori emeriti di sociologia". Poveri noi! Meno male che i professori italiani e la gran parte dei sociologi ed intellettuali non sono come questo farneticante pericoloso.
@ShivaFilippo7 жыл бұрын
Infatti si vede che razza di societa ci stanno lasciando i tuoi cari professoroni italiani, intellettualoidi e specialisti senza intelligenza, del resto si vede da cosa hai scritto, attribuendo al professore cose che non ha detto, che tipo di esseri umani possono venire fuori da questa pseudo-cultura.
@ivanabaldinelli37093 жыл бұрын
Lei non ha, letteralmente, capito un emerito tubo!!!!
@eleonorabersani62543 жыл бұрын
Y7
@stirpeviola13 жыл бұрын
Se almeno chi risponde specificasse il mittente potrebbe smentire certe mie intuizioni sugli estimatori del succitato prof, e invece le modalità di interlocuzione purtroppo le confermano. P.S. non ci vuole molto: si clicca sul nome dell'autore del commento e si risponde nello specifico a lui/lei. Altrimenti non si capisce chi pensi cosa del pensiero di chi...santa pazienza...e ci si arrabbia pure coi professori!