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La sveglia all'alba.
Autobus, metro, treno.
Due ore a piedi, da Asso fino a Sormano.
I panini portati da casa.
L'attesa, il sole che va e che viene.
I cicloamatori che piano piano vanno su per quella strada stretta e ripida, imitando i pro che passeranno da lì a qualche ora.
Skujns, Jungels, Fuglsang, Valverde, Roglic, Bernal, Nibali, Gilbert, Masnada.
Passano tutti nel giro di due minuti.
L'essenza del ciclismo sta anche in questo: ore e ore, chilometri, pazienza, tutto per qualche istante di adrenalina pura.
Il rientro.
Il passaggio che mi riporta fino alla stazione di Canzo-Asso.
Il treno.
Il cellulare che si spegne perché non ne può più di registrare video.
Una giornata, tante emozioni, tanti ricordi.
La classica che chiude la stagione, quella "delle foglie morte", il Muro.
Il ciclismo.