Рет қаралды 2,246
Me lo ricordo bene quando uscí "XXX". I Negrita si erano evoluti, dai tempi di "Cambio", e ancora prima, dalle loro scorribande mestrine dei primi anni novanta al "Tag" e "Dona Flor", e si erano intrisi di una New Orleans che non poteva immaginare che, pochi anni dopo, sarebbe stata spazzata via dall'uragano Katrina.
Oggi diremmo una Old New Orleans irripetibile.
Il secondo album di ogni band è sempre un momento delicato, anche se i ragazzi l'avevano esorcizzato con l'EP "Paradisi per illusi", per cui, era una specie di insidiosissimo secondo album e mezzo.
Io frequentavo il primo anno di università e non sapevo bene cosa ne sarebbe stato di me, tutti mi dicevano di continuare a scrivere, ma nessuno investiva una paccata di soldi per produrmi seriamente, perché c'erano talmente tanti giovani di talento in giro, che si pretendeva la maturità artistica di un ventenne che aveva sempre vissuto nella campagna veneziana, da poco affrancata ai matrimoni combinati, figuriamoci essere pronti al 2000.
Sta di fatto che quel disco venne accolto tiepidamente dalla stampa musicale italiana, perché quelle canzoni erano tutto fuorché confezionate per andare alte in classifica. Tra l'altro, bastava avere le orecchie per capire che pezzi come "Ho imparato a sognare" sarebbero rimasti e la cosa più ridicola fu che, quel sound aspro e grezzo, quell'interplay chitarristico radicale e quel produttore, tutto ciò che non andava bene insomma, erano stati presi, in quegli anni, pari pari dal Liga, che ne aveva fatto la trama musicale di "Buon compleanno Elvis". Quello si, un disco spaccaclassifica, che piacque a tutti, ma a me non faceva impazzire, perché avevo già sentito quelle soluzioni nei primi dischi dei Negrita.
P.S. In questa versione acustica di "Ho imparato a sognare" ho fatto una take chitarra e voce libera, e poi ho sovrainciso un paio di chitarre qui e lá...