Grazie per questo video, non ho mai letto Hondo ma grazie a questa recensione di 20 min.ho apprezzato questo fantastico personaggio.
@ceraunavoltailclassico11803 жыл бұрын
Grazie a te Emilio. Il personaggio è particolare ed è interessante da leggere.
@lenuvoledianakyn42443 жыл бұрын
Grande Frank!
@CannoTivu19963 жыл бұрын
Ciao Francesco, bellissimo video, molto preciso. Questo fumetto purtroppo non ho mai avuto modo di leggerlo, mi ricordo però il film omonimo con protagonista John Wayne!
@ceraunavoltailclassico11803 жыл бұрын
Ciao Canno, grazie per il tuo commento. Ti consiglio se riesci a recuperare qualche copia nei vari mercatini; esso è un fumetto molto carino. La coppia John Wayne (Hondo) e Geraldine Page (Angie) creano una particolare atmosfera. un bellissimo western.
@CannoTivu19963 жыл бұрын
@@ceraunavoltailclassico1180 concordo, poi va detto che a proposito di atmosfere Emilio Cigoli.... quella meravigliosa voce sul volto di John Wayne ci stava da Dio a mio parere. Cigoli ne ha doppiati tantissimi, Peck, Cooper, Lancaster, Van Cleef ecc ecc... anche Jean Gabin se non erro. Però su John Wayne acquisiva davvero un'atmosfera unica. Che voci e che volti!
@robertomoriena43013 жыл бұрын
Che bella sta ristampa...cavoli sarebbe bello che la BONELLI proponesse questi personaggi nella sua collana "LE STORIE CULT",secondo me questi sono veri CULT,non l'ho mai letto HONDO,ma se lo trovassi mi piacerebbe recuperarlo...!!!! Gran bella recensione Francesco,bravissimo come sempre!!!🤗👍👍🖐👏
@ceraunavoltailclassico11803 жыл бұрын
Ciao Roberto. Sicuramente sarà pubblicato nelle Storie Cult. Penso che la ristampa Tutto West si possa trovare nei mercatini.
@giacomo61293 жыл бұрын
Ciao ed grazie per il video e avermi fatto conoscere un personaggio che non conoscevo. ancora grazie :)
@ceraunavoltailclassico11803 жыл бұрын
Ciao Giacomo grazie a te per il commento. Hondo è un personaggio interessante nel classico mondo western.
@andreagianelli52733 жыл бұрын
«Sono colui che avete venduto, denunciato, disonorato; […] sono colui che vi aveva condannato a morire di fame e che invece vi perdona, perché egli stesso ha bisogno di perdonare: sono Edmond Dantès!». Con buona pace di tutti, dire che “Il conte di Montecristo” è un romanzo di vendetta è, secondo me, quantomeno riduttivo, perchè l’ultima e decisiva parola non è la vendetta, bensì il perdono. Dantès, dopo aver sperimentato quanto la vendetta lo aveva reso disumano, si presenta come un uomo che ha sete di perdono, perché capisce che solo nel perdono può recuperare e salvare la sua umanità dimenticata nella vendetta. E così perdona all’ultimo dei suoi nemici: il banchiere Danglars. Per capire la logica del perdono, però, è fondamentale capire non l’alternativa posta nel video fra perdono e vendetta (emotiva o no, vendetta è sempre vendetta…), bensì, credo, quella fra vendetta e giustizia, laddove per vendetta intendiamo il rispondere a un’ingiustizia con un’altra ingiustizia (“occhio per occhio, dente per dente”), mentre per giustizia intendiamo, mutuando la definizione sempre attuale di Aristotele, il dare a ciascuno ciò che gli spetta, a partire da ciò che gli è connaturale, e cioè la sua umanità. Ciò implica il perdono: solo chi è giusto perdona. «Non c’è pace senza giustizia, e non c’è giustizia senza perdono» disse Giovanni Paolo II riferendosi a quante paci punitive, animate dalla sete di vendetta e non di giustizia, sono state, nella storia, altrettante dichiarazioni di guerra anticipate. La giustizia implica, infatti, una pena da scontare, ma allo scopo di far capire al condannato il male fatto affinché gli venga restituita la possibilità di ritrovare la sua umanità: ciò è possibile solo se gli si offre una seconda possibilità, e questo implica la necessità del perdono (e l’abolizione della pena di morte e dell’ergastolo, che è una pena di morte mascherata). Il perdono è l’unica possibilità di riscatto e di salvezza anche per le vittime dell’ingiustizia, affinché a loro volta non cadano prigionieri del loro odio al punto di dimenticare anch’esse la loro umanità e vivere, come Dantès, una vita infernale. Il perdono è un’esperienza estremamente liberante e salvifica per tutti. Ma come si fa a perdonare? Solo con l’aiuto di chi ha già fatto esperienza di perdono. La strada ce la suggerisce un altro grande romanzo, “I Promessi Sposi”. Quando Renzo si trova al lazzaretto e sa che don Rodrigo, l’uomo che ha rovinato il suo progetto di sposarsi, si trova là, pensa a vendicarsi, ma Fra Cristoforo gli racconta il rimorso da lui provato per l’uomo che aveva ucciso quando era un giovane aristocratico, e come se ne è liberato attraverso il perdono: «Tu sai perché io porto quest’abito? Tu lo sai! Ho odiato anch’io: l’uomo ch’io odiavo, io l’ho ucciso. Ah! s’io potessi ora metterti in cuore il sentimento che ho avuto per l’uomo ch’io odiavo! S’io potessi! Io? ma Dio lo può!». E si offre di accompagnarlo da don Rodrigo morente di peste: con la sua presenza e col suo aiuto, Renzo perdona, e si libera dall’odio e dalla disumanità. Nell’episodio che ci è stato presentato, purtroppo, Hondo non pare ci sia di grande aiuto, perché la tensione fra vendetta e giustizia non sembra sia stato capace di risolverla, come la risolveranno, per esempio, Zagor e Tex. Hondo avrà avuto un grande successo, ma non pare abbia avuto la solidità di questi ultimi: Zagor e Tex, infatti, sono ancora presenti; Hondo, dopo solo due anni, ha chiuso i battenti nel 1958.