I Tesori nascosti di Santa Maria in Organo

L'Italia è bella perché si annidano ovunque dei tesori sorprendenti, spesso nascosti o conosciuto solo a cultori e studiosi.
Ma una volta entrati in contatto con queste meraviglie, difficilmente si scordano, perché sono generatrici di emozioni che si protraggono a lungo, tanto è forte il carico di messaggi che portano con sè.
Santa Maria in Organo è il più antico monastero di Verona. Si affaccia direttamente sull'Adige nella parte orientale della città storica e al suo interno custodisce alcuni di questi tesori incredibili, che io scoprii circa vent'anni fa e che sono voluto tornare ad ammirare per contribuire, nel mio piccolo, a farli conoscere al pubblico grazie alla forza del digitale.
La parte più bella è sicuramente la sagrestia, che il Vasari, l'illustre storico del Rinascimento, non esitò a definirla la più bella d'Italia.
Non è difficile capire perché. Uno dei lati è interamente coperto dalle dieci ante intarsiate circa 500 anni fa da Fra Giovanni da Verona, monaco olivetano che in ognuno di questi pannelli ha creato capolavori mozzafiato usando pazienza, talento e fede. Temi sacri, ma anche natura, strumenti musicali, attrezzi da lavoro, elogio delle arti e della prospettiva (introdotta proprio in quel periodo, verso la fine del 1400), tutto riportato con pezzetti di legno di varie essenze e colorati con tecniche particolari.
Difficile non restare incantati di fronte a questa magnificenza, difficile non andare col pensiero a questo frate minuto intento ogni giorno a disegnare, tagliare, intingere, comporre, pregare e lavorare (ora et labora).
Ma nella chiesa ci sono altre due opere straordinarie: il leggio alto tre metri nello splendido coro ligneo e il portacero alto quattro metri in legno di noce massiccio completamente intagliato.
Meraviglie da ammirare in silenzio, meglio se accompagnati dalle guide dell'associazione Verona Minor Hierusalem, con approfondimenti che vi lasceranno a bocca aperta!
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