Il prezzo di una vita: arte e universalità

  Рет қаралды 51

Mangasofia, Fausto Lammoglia

Mangasofia, Fausto Lammoglia

Күн бұрын

L’arte, per provare ad essere universale, deve seguire i gusti di tutti o, paradossalmente, cercare un’esperienza unica e assolutamente individuale? Proviamo a parlarne insieme partendo da “Il prezzo di una vita”.
Buona visione!

Пікірлер: 2
@linkinmark83
@linkinmark83 13 күн бұрын
Buonasera Prof! Tematica nuova per me, non ci ho mai ragionato sopra… potevo scegliere di stare zitto, tuttavia vedrò di buttare giù qualche idea, sperando di non andare troppo fuori tema. Intanto si può ragionare su cosa sia l’Arte… e già qui trovare una definizione che la categorizzi mi riesce difficile. Forse non è altro che un modo di comunicare, uno dei vari mezzi per esprimere il sé, nei confronti dell’altro. Probabilmente è un modo di interagire “non necessario”. Mi spiego meglio. Il parlare, ma in fondo anche la semplice gestualità, il vestirsi, insomma l’atto di “presentarsi” all’altro, è comunicare. Non vivendo in un’isola deserta, questo è inevitabile. L’arte è un modo di comunicare in aggiunta ai metodi “canonici”: non tutti evidentemente sentono il bisogno di esprimerlo (anche se un pizzico di fantasia e creatività, una qualche velleità “artistica”, penso accarezzi chiunque). Di sicuro coinvolge tutti, che interessi o meno. Può non esserci arte dentro di te, o magari non sei in grado di esprimerla, ma ne sei circondato. Basta anche solo passeggiare nel luogo dove abitiamo, guardandoci attorno. O accendere una radio. Definirla non è facile, categorizzarla forse un po' più agevole, giudicarla… superfluo? Quante volte sentiamo dire “puah, questa non è arte”. Ha suscitato una reazione, ha comunicato a modo suo, quindi ha fatto comunque centro? All’artista interessa piacere per forza a tutti, o suscitare un’emozione, generare un confronto, fare discutere? Per allenarmi un po' con i concetti cardine della materia, coinvolgo in questa incerta riflessione l’empirismo, spero non del tutto a sproposito, non me ne vogliate. Sui banchi ci insegnano cosa è l’arte, come va studiata, quali sono gli artisti più importanti, i loro “tratti caratteristici”, insomma ci vengono inculcate delle “idee generali e condivise”, chiamiamole così, per darci una base di partenza. Poi, “sul campo”, quando ci troviamo di fronte all’opera, l’esperienza che viviamo può andare oltre quello che ci è stato insegnato. Possiamo trovare conferme, scoprire nuove interpretazioni, innamorarci o detestare ciò che stiamo vedendo (anche se l’esperienza non può non essere un po' “filtrata” da quanto conosciamo già). Il procedimento può essere letto anche al contrario. E forse è quello che avviene più spesso, anche perché non tutti studiano arte a scuola, seguono trasmissioni a tema o frequentano regolarmente mostre/musei. Come detto giustamente nel video, spesso in un museo, per il “visitatore della domenica”, quale ad esempio mi sento io, c’è una scorpacciata di opere tale da stordire. Alla fine della visita è difficile ricordare la maggior parte dei dettagli, c’è la sensazione di avere visto dei “bellissimi quadri con paesaggi realistici e colori vivi” o delle “sculture imponenti con dettagli curatissimi”, ma resta poco altro. Da qui l’esperienza può portare alla voglia di approfondire, di studiare un determinato artista, o anche solo di capire il perché si esprimeva in quel modo. Dall’esperienza allo studio, quindi. Mi domando: che l’Arte sia una “realtà” tra le più libere in assoluto? Nel momento in cui tu la definisci con “confini immaginari”, la limiti? Penso, tanto per fare un esempio, alla musica. Alcuni gruppi vengono associati ad un genere o sottogenere ben specifico, e se provano a sperimentare qualcosa di diverso generano stupore e, sovente, dissapori tra i fan. Perché dovrebbero ripetersi? L’etichetta semplifica la vita, ma allo stesso tempo può risultare limitante. E l’abitudine “disabituare” al nuovo, al diverso, al cambiamento, alla sperimentazione. L’Arte, quindi, può insegnarci ad allargare gli orizzonti, a cambiare prospettiva, a metterci nei panni dell’altro. A volte l’Arte può andare oltre il suo creatore. Soprattutto il messaggio. Uno realizza un prodotto con uno scopo, vivendo un particolare stato d’animo, in un determinato periodo storico, e nel corso del tempo il prodotto può divenire oggetto di studio e chi si approccia può fornire nuove interpretazioni, infinite chiavi di lettura, trovare simbolismi (riflessione nata entrando nel mondo di “Neon Genesis Evangelion” ). L’Arte ci comunica tutto o qualcosa dell’altro, ma ci fa indagare anche dentro noi stessi. Rivedere “Donnie Darko” a 20 anni di distanza mi ha portato a nuove riflessioni, ho il doppio degli anni rispetto alla prima visione e faccio ragionamenti diversi, la mia esperienza di vita accumulata dopo la prima volta ha cambiato la gradazione delle lenti degli occhiali con i quali leggo la realtà (e me stesso). “V per Vendetta” visto da ragazzino è un gran film “figo”, che parla del ribellarsi al sistema, da adulto lo raffronti alla realtà, e ti fa un certo effetto vederne replicati alcuni meccanismi. L’Arte ci racconta la storia. O fa la storia? Porta all’oggi immagini del passato, testimonia il presente, e anticipa il futuro. Ma visto che tutto scorre, quindi… trascende il tempo!!! L’Arte è anche follia, imprevedibilità, scherzo. Sa non prendersi sul serio. Estremizzo un po'… tiro una riga su una tela, due tre botte di pennello qua e là, gli affibbio un titolo pomposo o criptico, e se mi gira bene sfruttando i social tra qualche anno decine di critici si accapiglieranno per cogliere un’essenza (che magari non c’è), e muoverà €€€ a palate… per poi concludere che era tutto un bluff. Come sarebbe il Mondo senza l’Arte? Immagino solo ordine, rigore, grigiore, freddezza… c’è quindi bisogno di una miccia che inneschi il Caos, nel senso buono, che tiri fuori da noi tutto ciò che non sia solo ragione e logica. Secondo me ha il pregio di rendere lo “svago” utile, e potenzialmente istruttivo e quindi costruttivo. E’ variegata e multiforme, ce n’è in abbondanza per tutti i gusti. Concludendo, l’Arte ben si accompagna alle infinite sfaccettature dell’Uomo e alla mille pieghe delle sua Storia. PS: anche saper lavorare bene, o vivere serenamente, a volte vengono definiti “arte”… ma preferisco associarla all’ambito della creatività. PS2: anche questo canale è una piccola forma d’arte… l’arte del conversare e ragionare insieme
@mangasofiaLammoglia
@mangasofiaLammoglia 13 күн бұрын
@@linkinmark83 Grazie mille! Ci sono tantissime riflessioni interessanti. Questa volta non ti rispondo puntualmente ma ti invito ad una caccia al tesoro nel canale: ci sono alcuni video sull’arte e altri sulla bellezza, che raccontano un po’ di cosine rispetto a quello che dici. Se questo canale è una piccola forma d’arte, è grazie a chi ne fruisce come te. Come hai detto, l’arte è comunicazione, e non può esistere senza qualcuno che la condivida. Quindi, una volta di più, grazie!
Il Servizio Segreto più letale del mondo
22:10
Nova Lectio
Рет қаралды 489 М.
Il prezzo di una vita: identità coerenti?
8:44
Mangasofia, Fausto Lammoglia
Рет қаралды 55
My daughter is creative when it comes to eating food #funny #comedy #cute #baby#smart girl
00:17
МЕБЕЛЬ ВЫДАСТ СОТРУДНИКАМ ПОЛИЦИИ ТАБЕЛЬНУЮ МЕБЕЛЬ
00:20
小丑妹妹插队被妈妈教训!#小丑#路飞#家庭#搞笑
00:12
家庭搞笑日记
Рет қаралды 35 МЛН
Секрет фокусника! #shorts
00:15
Роман Magic
Рет қаралды 110 МЛН
Alice in borderland retry: competizione o collaborazione?
10:39
Mangasofia, Fausto Lammoglia
Рет қаралды 13
Catanzaro, si è deciso di giocare con il fuoco...
15:33
Ferdinando Capicotto
Рет қаралды 1,4 М.
Krishnamurti - Siate semplicemente consapevoli
24:30
Scorribande filosofiche - Canale didattico
Рет қаралды 16 М.
Cercapersone come bombe, Medio Oriente in fiamme
31:42
La7 Attualità
Рет қаралды 12 М.
Le rose di Versailles: essere un ruolo (sociale)
11:54
Mangasofia, Fausto Lammoglia
Рет қаралды 115
Le rose di Versailles: riconoscere i propri privilegi
13:27
Mangasofia, Fausto Lammoglia
Рет қаралды 40
30X40 inch PLEIN AIR oil painting SAN FRANCISCO baker beach cypress
14:58
chamberlainpaintings
Рет қаралды 6 М.
Il cappotto(1842). Racconto di Nicolaj Gogol'.Lettura di Luigi Loperfido.
1:25:05
My daughter is creative when it comes to eating food #funny #comedy #cute #baby#smart girl
00:17