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"Ecce Homo", il nome stesso è tratto dai testi della narrazione evangelica, e si riferisce alla famosa sentenza di Pilato, in latino: "Ecce Homo", Ecco l'uomo! Così Pilato presentò Gesù alla folla, e a Gerusalemme, in citta vecchia, c'è un santuario che ricorda il fatto: il santuario dell'Ecce Homo appunto, sulla Via Dolorosa.Quando, nel II secolo dopo Cristo, l'imperatore Adriano costruì sulle rovine di Gerusalemme, la città pagana di Aelia Capitolina, sul luogo della Fortezza Antonia fu costruita la Porta Orientale della città, che si apriva su un arco trionfale a tre arcate ancora oggi ben visibile in parte dentro la Chiesa e in parte sulla strada: conosciuto come l'Arco dell' "Ecce Homo".La tradizione cristiana ha conservato proprio in questa zona il ricordo del luogo del pretorio (anche se archeologicamente la questione e' discussa), e nel Medioevo, ha iniziato il culto pubblico per alcuni episodi della Passione: sono le 14 stazioni che formano la Via Crucis. Il convento dell'Ecce Homo, che sorge accanto alla cappella della Flagellazione (la Seconda stazione della via Crucis) è oggi residenza delle religiose di Nostra Signora di Sion, una comunità religiosa nata ad opera di Theodore Ratisbonne, un convertito dal giudaismo originario di Strasburgo. Nel 1857 in occasione della costruzione di un collegio, vennero portate alla luce queste antiche rovine, e anche un canale che, realizzato all'epoca degli Asmonei, portava acqua alle cisterne del Tempio. Il convento è anche luogo di pellegrinaggio e di incontro fra differenti culture. Nei sotterranei della Chiesa dell'Ecce Homo, gli scavi hanno portato alla luce interessantissimi resti che rimandano ai fatti narrati nel Vangelo in particolare alle sofferenze di Cristo durante il processo davanti a Pilato. Queste pietre - qui riutilizzate all'epoca di Adriano - furono ritenute da molti quelle del famoso litostroto, cioè quel lastricato di pietra (ovvero il grande cortile della Fortezza Antonia sede del Pretorio di Pilato) dove Gesù fu condannato a morte. Su di esse ancora ben visibili questi giochi romani incisi su pietra con i quali i soldati della guarnigione occupavano il tempo; il più interessante è quello chiamato "gioco del Re". Si è soliti evocare in questo luogo la scena della derisione riportata da Giovanni: "gli misero addosso un mantello di porpora e gli dicevano Salve Re dei Giudei". Era solo l'inizio della sua Passione...Proprio qui, in questo luogo particolarmente adatto al silenzio, al raccoglimento e alla preghiera, all'inizio della Quaresima, il Patriarca di Gerusalemme celebra la commemorazione della coronazione di spine. Mons. FOUAD TWAL, Patriarca Latino di Gerusalemme: "Questo è il prezzo dell'amore che Gesù ha voluto pagare per noi e francamente, soltanto se entriamo nel mistero dell'amore, possiamo capire perché Lui ha voluto soffrire tanto. Questo continua nella persona dei cristiani innocenti che soffrono. Faccio un appello a tutti i nostri fedeli ad entrare nel mistero della croce: ricordiamoci che il Calvario è nostro geograficamente e cristianamente. E' nostro. In questa Quaresima chiedo a tutti di pensare alla Chiesa di Gerusalemme, con la nostra promessa e delle comunità di pregare per la pace in tutto il mondo".Una grazia giungere in questo santo luogo, celebrare la Messa in questa tappa quaresimale davanti all'arco dell'Ecco Homo ...pregare e meditare, calpestando queste antiche pietre dove Gesù il Figlio di Dio, fu schernito e offeso, prima di offrirsi liberamente alla croce. Per amore di tutti noi.
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