Italy di Giovanni Pascoli

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Luigi Gaudio

Luigi Gaudio

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Italy di Giovanni Pascoli
prof. Luigi Gaudio
con la collaborazione
del prof. Carlo Zacco
La sperimentazione linguistica
Leggiamo alcuni versi di Italy (Primi Poemetti), per mostrare
gli arditi sperimentalismi della lingua pascoliana (dal pre-grammaticale, al post-grammaticale, dall’inglese, all’italiano e all’italiano inglesizzato)
l’attenzione di Pascoli per tematiche sociali di un certo rilievo, come l’emigrazione in America (una famiglia dalla Garfagnana ritorna e la piccola Molly guarisce)
Il poemetto
Italy è un ampio poemetto, di circa 450 versi, diviso in due parti. È dedicato ad un tema molto caro Pascoli, quello degli emigranti italiani, costretti a lasciare la loro terra, e ovviamente il loro «nido», in cerca di condizioni migliori, in paesi stranieri.
La Vicenda. La vicenda è ispirata a un fatto reale: due fratelli Ghita (Margherita) e Beppe, tornano dall’America nel paese da cui erano partiti, Castelvecchio, con la nipotina, Maria (detta Molly), figlia di un altro fratello, e malata di tisi;
- La bambina in un primo momento detesta l’Italia, ma poi col tempo instaura un buon rapporto con la nonna (madre dei fratelli);
- Molly guarisce grazie al clima salutare della Regione, mentre la nonna muore.
- Alla fine i tre ritornano in America, e Molly, ai bambini che le chiedono se ritornerà, solo allora risponde in italiano «si».
Il linguaggio
Il poemetto di fatto è un esperimento linguistico. Pascoli si diverte a riprodurre fedelmente la parlata degli emigrati italo-americani.
- Ma lo scopo non è realistico, mimetico: naturalmente in Pascoli questo esercizio non è affatto un divertissement, ma come sempre c’è in questo l’intenzione di rendere lo sradicamento dell’emigrante, lo snaturamento dell’identità, tipico di quelli che finiscono per non padroneggiare più la propria lingua madre, e nemmeno quella nuova.
- la lingua è infatti un fattore importante di identità;
- è elemento determinante per la costruzione del «nido», il grembo materno della comunità in cui si sta sicuri ed integrati;
- per questo Pascoli qui mescola il vernacolo Lucchese, e l’inglese, per meglio mettere in evidenza questo contrasto.
Implicazioni ideologico-politiche
Questa poesia comporta anche delle implicazioni politiche. Pascoli termina la sua carriera di scrittore con La grande proletaria si è mossa.
- Ma come fa Pascoli a passare dai discorsi sul «nido», intimistico, ai temi nazionalistici, politici e sociali?
- Questo poemetto costituisce l’anello di congiunzione tra questi due poli apparentemente opposti:
- in Italy c’è la rappresentazione del dolore delle classi popolari e contadine costrette ad emigrare;
- c’è anche la denuncia di questo sradicamento, e delle mutilazioni affettive che l’emigrazione comporta, col carico di solitudine, e senso di estraneità.
- non sono quindi temi così lontani tra loro: semplicemente l’ideologia del «nido» viene proiettata su una dimensione sociale.
Dal primo dei due canti
II
Salivano, ora tutti dietro il nonno,la scala rotta. Il vecchio Lupo in bassonon abbaiò; scodinzolò tra il sonno. 28E tentennò sotto il lor piede il sassod’avanti l’uscio. C’era sempre statopresso la soglia, per aiuto al passo. 31E l’uscio, come sempre, era accallato.Lì dentro, buio come a chiuder gli occhi.Ed era buia la cucina allato. 34La mamma? Forse scesa per due ciocchi...forse in capanna a mòlgere... No, eraal focolare sopra i due ginocchi. 37Avea pulito greppia e rastrelliera;ora, accendeva... Udì sonare fioco:era in ginocchio, disse la preghiera. 40
Dal primo dei due canti
Ed accostando a gli occhi, essa, la puntadel pennelletto con un fil di voce:“E il Cecco è fiero? E come va l’Assunta?„“Ma voi! Ma voi!„ “Là là, con la mia croce„I muri grezzi apparvero col bancovecchio e la vecchia tavola di noce. 59Di nuovo, un moro, con non altro biancoche gli occhi e i denti, era incollato al muro,la lenza a spalla ed una mano al fianco: 62
roba di là. Tutto era vecchio, scuro.S’udiva il soffio delle vacche, e il sitodella capanna empiva l’abituro. 65
Dal primo dei due canti
IV […]
Maria guardava. Due rosette rosseaveva, aveva lagrime lontanenegli occhi, un colpo ad or ad or di tosse.La nonna intanto ripetea: “Stamanefa freddo!„ Un bianco borracciol consuntomettea sul desco ed affettava il pane. 96Pane di casa e latte appena munto.Dicea: “Bimbina, state al fuoco: nieva!Nieva!„ E qui Beppe soggiungea compunto:“Poor Molly! Qui non trovi il pai con fleva!„
Dal primo dei due canti
Il baschetto non rende come prima...Yes, un salone, che ci ha tanti bordi...Yes, l’ho rivisto nel pigliar la stima...“ 118Il tramontano discendea con sordibrontoli. Ognuno si godeva i cariricordi, cari ma perchè ricordi: 121quando sbarcati dagli ignoti mariscorrean le terre ignote con un gridostraniero in bocca, a guadagnar danariper farsi un campo, per rifarsi un nido...

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