L'ambulatorio di Nutrizione Clinica per i pazienti MICI/IBD

Alla Dr.ssa M. Chiara Mentella (UOS Nutrizione Clinica, Fondazione Gemelli IRCCS intervistata in occasione della seconda edizione del Corso ECM “UPDATE SULLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI” abbiamo chiesto un approfondimento sull'attività dell'ambulatorio di nutrizione clinica per i pazienti MICI/IBD.
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"Nell’ambito dell’unità operativa complessa di nutrizione clinica c’è un ambulatorio che è dedicato alla nutrizione nel paziente affetto da malattie infiammatorie croniche intestinali. È un ambulatorio che ha come obiettivo principale la presa in carico nutrizionale dei pazienti affetti sia da Morbo di Crohn che da Rettocolite Ulcerosa. È un ambulatorio nato non da troppo ma neanche da poco, è circa un anno che ha cominciato questo percorso e che stiamo via via implementando. Accedono a questo ambulatorio i pazienti del CEMAD, con il quale noi collaboriamo sicuramente gomito a gomito, ma possono accedere all'ambulatorio di nutrizione in IBD anche i pazienti non necessariamente seguiti dal CEMAD. Da dove nasce l’idea di questo ambulatorio? Nasce dall’idea che noi sposiamo insieme al CEMAD di un approccio multidisciplinare al paziente in toto; quindi, sicuramente l'alimentazione e la nutrizione fa parte del trattamento terapeutico del paziente. Si parla per l'appunto di dietoterapia a tutti gli effetti. Una dietoterapia che ha come obiettivo che cosa? Sicuramente combattere la malnutrizione che è molto diffusa nel paziente IBD ma anche in altri tipi di pazienti, sia nella fase di remissione di malattia, sia nella fase acuta, ma vuole dare anche delle indicazioni relativamente all'approccio nutrizionale anche nel paziente che è in una fase di relativa stabilità di malattia, quindi come mangiare, che cosa mangiare a seconda dello stadio di malattia. Nel contesto della valutazione per l'appunto nutrizionale è previsto sia la presenza del medico, io sono per l'appunto il medico che ne è referente di questa attività, ma c'è sicuramente da considerare la presenza anche dei nostri dietisti che ci affiancano, ci coadiuvano, nell’assistenza al malato con IBD. Quindi la visita nutrizionale prevede sia una valutazione medica che una valutazione dietistica. Il malato esegue anche un esame bioimpedenziometrico che è sicuramente essenziale per la determinazione della composizione corporea; quindi, della massa magra e della massa grassa e a ciascun malato noi rilasciamo un piano di trattamento dietoterapico domiciliare. Come vedete non la chiamo dieta perché in un certo senso vuole essere un termine riduttivo, ma un vero e proprio piano di trattamento dietoterapico, quindi la nutrizione come terapia in qualche modo dell'IBD, sempre da associare alla terapia farmacologica si intende." ovviamente.
Quali sono le problematiche alimentari, nutrizionali che più spesso il paziente presenta all'ingresso nel vostro centro?
Le problematiche sono diverse a seconda della fase di malattia in cui noi incontriamo il paziente e a seconda anche dello stadio della malattia stessa. Le problematiche possono andare da disturbi tipo alvo diarroico piuttosto che alvo stitico, piuttosto che allergie o intolleranze alimentari. Sono tutte condizioni che, considerate nella loro interezza, alcune volte possono limitare l'alimentazione del paziente con IBD, perché si tende in maniera alcune volte anche impropria ad eliminare taluni alimenti nella idea che quella eliminazione possa servire come cura alla patologia in quanto tale e noi cerchiamo per l'appunto di stilare sempre un piano alimentare che voglia essere personalizzato, oltre che sulla malattia, anche sulle esigenze del paziente, per fare in modo che l'alimentazione possa essere quanto più mirata a risolvere la patologia e a tenere sotto controllo il sintomo.
Molto spesso a causa dei sintomi che lo tormentano il paziente non mangia.
Sì, è vero che spesso c'è un'alimentazione molto selettiva, il paziente tende ad eliminare ciò che ha notato si associa ad una riesacerbazione della sua sintomatologia. Alcune volte questo può essere un'associazione giusta, ci sono taluni tipi di alimenti che oggettivamente possono incidere sul sintomo, però altre volte queste continue diete di eliminazione, soprattutto quando reiterate nel tempo, quando non c'è più bisogno di farle, possono indurre una vera e propria malnutrizione, in questo caso per difetto e alla lunga, se vogliamo andare avanti con il tempo, anche predisporre a delle carenze nutrizionali in termini di vitamine e di sali minerali. Perché l'esclusione, per quanto deve essere sempre fatta sotto controllo medico, deve avere un suo razionale e una sua durata, perché il paziente deve essere rivalutato, non è una singola valutazione, è una vera presa in carico del nostro paziente, quindi lo vediamo più volte.”