L'infanzia abbandonata

Riccardo e Maria Rosaria ci presentano una relazione riguardante l'infanzia abbandonata, esaminando i luoghi dove i trovatelli, gli orfani e i bambini abbandonati più in generale trovavano rifugio e assistenza. Riccardo affronta il problema delle ruote dove i bambini venivano lasciati e dei documenti che spesso li accompagnavano che potevano avere le forme più disparate, ma che avevano l'unico scopo di rendere riconoscibile il bambino nel caso in cui la madre o i genitori fossero riusciti a riprenderlo in famiglia, per poi analizzare il caso specifico di Venezia e delle sue istituzioni assistenziali per l'infanzia: l'Ospedale della Pietà e quello degli Incurabili.
Maria Rosaria si sofferma sugli aspetti legali dell'assistenza ai bambini abbandonati a partire dall'Unità d'Italia, ponendo l'accento soprattutto sulle differenze esistenti tra il nostro attuale modo di concepire l'adozione e quanto accadeva negli stati preunitari e nell'Italia postunitaria, oltre sulle differenze esistenti tra adozione, affido e affiliazione, portando alcuni casi specifici e spiegando come dalla documentazione parrocchiale e di Stato Civile è possibile sciogliere alcuni dubbi sulle origini dei nostri antenati. Altro argomento affrontato è quello dell'attribuzione dei nomi e cognomi ai trovatelli, tanto in epoca preunitaria che con il Regno d'Italia.