L'orrore di un vuoto

[@laramei3933]

I film horror sono una catarsi rovesciata.

[@laramei3933]

The Passion è un film disturbante. Eppure i cattolici cristiani ne vanno pazzi. Preferisco il vecchio Dario Argento con le sue invenzioni. Che vedere quel film. I guardoni della "passione di Cristo" hanno qualcosa che non va. Che ne pensate Padri?.grazie..

[@dominicusmedia]

La risposta di fra Giuseppe: Gentile signora Mei, nella narrativa, tanto nel cinema quanto nella letteratura, la violenza ha un duplice scopo: da un lato genera nell’utente paura e repulsione, in virtù della semplice e naturale immedesimazione con la vittima; dall’altro, e di conseguenza, consente d’identificare il male nella sua concretezza, nella sua realtà, senza astrarlo eccessivamente. Se mi permette, è la stessa cosa che accade in molte favole della nostra tradizione: la scioccante violenza di racconti come Barbablù di Charles Perrault non era semplicemente, come si crede oggi, frutto di una cultura disattenta alla delicatezza dell’infanzia bensì, a mio parere, una via sicura per identificare il male. La paura infatti consentiva da un lato di scoprirlo nella brutale concretezza della sua realtà, dall’altro, attraverso la sua sconfitta, diveniva la radice della speranza. Nei film dell’orrore la violenza ha sostanzialmente questo scopo anche se, bisogna ammetterlo, una certa assuefazione ha portato molte opere del genere, specie quelle di minore qualità, a proporla come semplice spasso, spesso sminuendone fine e natura. Non bisogna mai dimenticare che l’horror, pur annoverando veri capolavori, è un genere molto popolare, spesso disattento alla qualità e molto concentrato sul ricercare effetti immediati di shock. Mi sono permesso di tediarla con questo approfondimento non perché intenda affermare che l’horror debba necessariamente essere apprezzato da tutti, ma semplicemente per mostrare come la violenza reale, come e più di quella fittizia, abbia uno scopo importantissimo nella nostra crescita. Penso che la scelta di Mel Gibson di rappresentare con estrema crudezza la Passione del Signore non risponda a squallidi criteri di spettacolarità cinematografica ma, cosciente o meno che ne fosse, ad un preciso intento spirituale e teologico. Osservando lo scempio compiuto dai soldati romani sul corpo di Gesù, noi dobbiamo avere paura, dobbiamo provare ribrezzo e repulsione, poiché la violenza senza freno che il mondo, nella sua bestiale banalità, ha scatenato sul suo Salvatore è la medesima che attende anche noi. Non ha forse Cristo stesso affermato che: «“Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi […].» (Gv 15, 20)? Osservare il sangue e le piaghe sul corpo di Gesù ci fornisce un’immagine ben chiara del tipo di reazione spesso generata dall’annuncio del Vangelo, una risposta che le schiere dei martiri santi venerati dalla Chiesa ben conoscono e testimoniano. Inoltre, ci consente di comprendere che il male sconfitto dal Signore non è una misteriosa forza metafisica, né qualcosa di remoto e simbolico, bensì l’orrido frutto d’una pianta che cresce sull’egoismo, il disprezzo, la bestiale paura e la superficialità di cui la nostra natura corrotta è intrisa. Io penso che il fascino che The Passion ha generato e genera in molti cristiani nasca proprio dalla comprensione della ricchezza che dona: attraverso un umile film abbiamo l’occasione di toccare quasi con mano la brutale concretezza del male e, nella Risurrezione, di gioire maggiormente per la sua disfatta. Ciò non toglie ovviamente che, come lei giustamente ricorda, vi sono anche altri modi di contemplare la Passione del Signore, molti dei quali validissimi. Tuttavia, l’invito umilmente a non dimenticare mai quanto reale e violento fu quel confronto poiché, forse un giorno o forse mai, anche io e lei potremmo esservi chiamati.

[@laramei3933]

@@dominicusmedia Grazie della cortesissima risposta..che mi lusinga per il tempo da Lei dedicatomi in su un argomento che è davvero importante. Ho 50 anni, ricordo lo Squalo guardati in poltrona con le cuginette, nascoste sotto le coperte. Non amavo le serie della "Casa" e degli "Halloween". Probabilmente per una sensibilità vero il diabolico che mi respingeva. Ho apprezzato qualche film di Argento, molto più per i magnifici Goblin forse. Un trauma fu l Esorcista. Poi Freddy Krueger. È l ultimo quel "The Blair Witch Project" del quale per Grazia ricordo poco, perché fu terribile. Dei nuovi film horror non ho contezza. È vero che le fiabe hanno sempre l'aspetto terrifico e malvagio. Pedagogico. I bimbi hanno il.diritto di conoscere bene e male. Fondarsi valori anche sulle allegorie. Sono una madre di due figli ai quali non ho mai detto che il "mondo è bello", ed ai quali non ho mai censurato nulla. E loro per Grazia, hanno formato gli strumenti per il discernimento. Come si fa, ad esempio, a dire ai ragazzi che la donna che vedi sul marciapiede, sta "passeggiando"? No..non so dire bugie e dico che si prostituisce, e che molto probabilmente, prende anche le botte da chi la sfrutta. Questa è la mia "pedagogia"..molto diretta. Trovo catarsi nel guardare i polizieschi, i gialli, ed anche le storie dei serial killer. Le spiego..ho avuto una psicosi affettiva..sono stata curata con farmaci che per effetto paradosso mi misero gran paranoia e odc..avevo il terrore che l Isis venisse in casa, che una crepa facesse crollare la casa. Non riuscivo neppure a vedere il tg perché tutto era terrore. Quando sono guarita, il poter guardare e sentire di nuovo senza essere presa dal panico, è stato un sollievo. Ed il guardare polizieschi e varie, una rivincita emotiva sul dolore.

[@laramei3933]

Buonasera Padri..una domanda..spopolano i video di "cacciatori di fantasmi"..metafonia supportata da tecnologie super..che pensate di questo nuovo spiritismo?.sembra un gioco..ma non lo è.

[@dominicusmedia]

Ho chiesto a fra Giuseppe di scrivere una risposta, arriva a breve 🙂

[@dominicusmedia]

Ecco il commento di fra Giuseppe: "Si è vero, i programmi, prima televisivi ed ora digitali, circa i cosiddetti "ghost hunters" sono molto popolari e, nonostante l'inevitabile e giusto scetticismo di chi li guarda esercitano sempre un certo fascino. Volendo porli in parallelo con le diverse manifestazione del fenomeno dello spiritismo del secolo XIX, e premettendo che non sono un esperto in merito, direi che vi è un punto di connessione ed uno di diversità fra i due elementi. Da un lato infatti è innegabile che tanto oggi quanto allora vi è il compulsivo desiderio di tradurre l'esperienza dello spirituale in termini sensibili, misurabili, accettabili anche da una mente incapace di accogliere la sapienza della fede; dall'altro tuttavia bisogna notare che mentre in passato tentativi simili erano in aperta opposizione con una certa visione positivista del mondo e della conoscenza, oggi, complice anche il progresso della tecnica, mirano a fare del metodo scientifico stesso il grimaldello per penetrare nello spirituale. In termini concreti questa differenza si traduce nei mezzi scelti: se prima si cercava di documentare una mediazione fra i sensi ed i fenomeni spirituali costituita da medium, sedute spiritiche ed altre tecniche simili, oggi la mediazione scelta è sempre quello tecnico - scientifica. Ciò ha comportato un mutamento delle categorie utilizzate per individuare questi fenomeni: la terminologia "specifica" dello spiritismo antico ha lasciato il posto a termini arbitrariamente presi dalla fisica, portando ad un'implicita svalutazione dello spirituale stesso. Naturalmente, ciò che lega questi due fenomeni è la grande quantità di truffe che vi si producono, oggi come allora; al di là di questo tuttavia trovo interessante notare come l'uomo occidentale senta ancora, nonostante la violenza cui la sua considerazione del trascendente è stata sottoposta, il bisogno di rapportarsi ad un piano distinto ma non diviso da quello della mera materia. Percepiamo ancora cioè che una conoscenza della realtà legata esclusivamente alla riduzione empirica è tanto vasta quanto poco profonda e non tocca minimamente aspetti di noi stessi tanto intimi quanto difficili da cogliere. Da uomo di fede, spero solo che la goffaggine di simili tentativi porti qualcuno a cercare le risposte nei posti giusti"

[@laramei3933]

​@@dominicusmediaConcordo perfettamente con la Sua analisi. Ho letto solo oggi la Sua risposta perché spesso non mi arrivano notifiche. È vero che vi è un parallelismo tra lo spiritismo dei primi del secolo scorso. Ma, secondo me, in passato vi era più timore nell' affrontare il preternaturale. Oggi invece, questi "cacciatori di fantasmi" vanno anche per cimiteri a sperimentare i loro sofisticati strumenti. Io, aldilà dell inevitabili truffe, credo che questi personaggi evochino delle brutte bestie. E che questi demoni, grazie a loro, abbiano l occasione per abitare la terra. Insomma Padre, è possibile che questi "Ghost Hunters" chiamino, liberino demoni con le loro sciagurate "ricerche scientifiche"?..

[@laramei3933]

L horror io non riesco sinceramente a guardarlo. Ed ho una domanda seria da porvi. Il film "The Passion". Io non sono riuscita neppure ad aprire la videocassetta che al tempo avevo comprato. Eppure tanti cristiani ne parlano con entusiasmo. Come si fa a dire di odiare la violenza, e guardare con gusto, un film che ripropone il Dolore del Signore?..se riusciste a rispondermi sarei consolata..io, nel mio piccolo, il Signore nella Passione lo Contemplo..nell' Amore e nell' Intimità della Preghiera..boh.. perché chi aborrisce i film, inventati,pulp o splatter, ama vedere Il massacro del Signore riprodotto in pellicola?..questa è una domanda seria.

[@edurock8528]

Purtroppo solo ora ho scoperto questo video, ma padre Antonio e padre Giuseppe ci tengo ugualmente a ringraziarvi per il vostro bellissimo lavoro! Dovizioso e luminoso!

[@dominicusmedia]

Glielo dirò! grazie del commento:)