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Da qualche parte, a Torino, dev'esserci un mago. Torino è una città magica, talmente magica che si trova contemporaneamente al vertice di due triangoli opposti. La Fontana dei Tritoni, dietro Piazza Castello, è una delle punte del triangolo della magia bianca insieme a Parigi e Lione. Piazza Statuto, invece, è uno dei tre vertici del triangolo della magia nera con Londra e San Francisco; dunque, da qualche parte, a Torino dev'esserci un mago. Al centro del portone di Palazzo Trucchi di Levaldìgi, che oggi ospita la sede della Banca Nazionale del Lavoro, sta un battente di bronzo che raffigura Satana, con le corna e due serpenti che gli escono dalla bocca. Dunque, da qualche parte, a Torino dev'esserci un mago. E un mago c'è: si chiama Gustavo Adolfo Rol, abita in via Silvio Pellico 31, quartiere San Salvario, a due passi dal Parco del Valentino. Sul suo conto si mormorano fatti strabilianti. Decine di testimoni gli attribuiscono poteri di chiaroveggenza, precognizione, telecinesi, bilocazione: Gustavo Rol può trovarsi in due luoghi diversi nel medesimo istante. Legge libri che son chiusi, scrive a matita su tovaglioli posizionati a distanza di metri, è capace di materializzare oggetti d'epoca e farli fluttuare nell'aria. Un suo grande amico è Federico Fellini, che passa a trovarlo ogni volta che capita a Torino, e di lui ha detto: “Chi assiste alle sue azioni prova la sensazione di uno che sprofonda in un abisso marino, senza scafandro”. Naturalmente il mondo della scienza gli dà addosso, e lo tratta come un ciarlatano: un altro illustre torinese come Piero Angela ha speso molto tempo a confutarne le doti, dipingendolo come niente di più che un prestigiatore. Però da casa sua sono passati Mastroianni, Dino Buzzati, forse persino Einstein, Mussolini e De Gaulle, e sicuramente un paio di Agnelli. L'Avvocato lo rispetta molto e ancora di più lo teme. Non avrebbe mai il coraggio di contraddirlo, ma forse nemmeno di interpellarlo. E il presidente Boniperti? Il calcio degli anni Ottanta è pieno di scaramanzie incredibili per il calcio di oggi: l'allenatore che nel maggio 1983 ha appena vinto lo scudetto con la Roma, Nils Liedholm, ogni volta che va in trasferta pretende di avere una stanza con un numero la cui somma delle cifre faccia 5. Quanto al suo presidente, l'ingegner Dino Viola, festeggiando il tricolore negli spogliatoi di Marassi non ha mancato di lanciare una tirata micidiale: “Adesso ci prepareremo alla Coppa dei Campioni, dove sicuramente ritroveremo la Juventus”.
Ci sono almeno due giocatori della Juventus 1982-83, Claudio Gentile e Cesare Prandelli, che tanti anni dopo hanno raccontato, da testimoni oculari, quanto è successo a Torino qualche giorno prima di Amburgo-Juventus, finale di Coppa Campioni 1983. Da via Silvio Pellico 31, casa di Gustavo Rol, a Galleria San Federico 54, sede della Juventus, ci sono meno di due chilometri a piedi. La spedizione viene organizzata in un pomeriggio. Gustavo Rol li osserva tutti, Zoff Gentile Cabrini eccetera, e fa il pronostico. Dichiara in anticipo come andrà la finale di Coppa dei Campioni. I giocatori sorridono imbarazzati, le loro facce sono perplesse, ma ora più rilassate. Perché, nel suo pronostico, Gustavo Rol ha detto che...