Buongiorno Professore ,come sempre molto illuminante
@deliagianti4 жыл бұрын
Grazie di cuore!!!
@MrGiolindom6 жыл бұрын
In pratica possiamo dire che il vero nostro problema nel vivere è il fatto che abbiamo lasciato la guida del nostro cammino ad un "pilota automatico pre-programmato"... Ci affidiamo ad una nostra "presunta convinzione" di ciò che è meglio per noi!... In pratica non stiamo realmente "vivendo" con la spontaneità e la naturalezza di essere! Non è più "vivere per davvero la vita"... Non è conoscenza... ma paura!... E quindi, bisogno e pretesa di "arroccarsi" in un "rifugio preconfezionato" che ci faccia evitare di ri-provare antiche "mis-emozioni destabilizzanti ed auto-recludenti"... Vale a dire: di fronte a delle paure ri-creiamo vecchie e ormai antiquate, e ristagnanti, "soluzioni preventive" che solidificano sempre più le nostre "prigioni mentali"... 😉
@vocedellanima78636 жыл бұрын
per certi versi direi addirittura illuminante!
@michelesantoro9484 жыл бұрын
Complimenti......è la persona giusta per me che stavo cercando....grazie di cuore per il tempo che ci dedica...sto divorando i suoi video....spero di avere la fortuna incontrarla.....cmq grazie ancora....
@amicocolaianni53554 жыл бұрын
se vuoi puoi partecipare al seminario on line che ha come temma "dalla prudenza al coraggio inizia il 22 luglio alle 21 , per i particolari e le modalità di iscrizione tel. a chiara massanti 3387056680
@fabiatomasino53582 жыл бұрын
Sono d' accordo. Anche lo psicologo americano Ellis, morto una decina di anni fa, diceva che sono I pensieri a creare le emozioni relativamente ad un evento con il suo A ( evento) - B ( pensiero) - C (emozione).
@50hidalgo3 жыл бұрын
Insomma non si deve pensare e come si fa,c è un metodo universale?
@fabiomonaco89494 жыл бұрын
Dottor Colaianni spero di ricevere una risposta: cosa ne pensa del libro l'errore di Cartesio scritto dal neuroscienziato Antonio Damasio riguardo proprio al rapporto tra razionalità ed emozioni? Grazie.
@EPE775 жыл бұрын
Però le pregresse esperienze, ,inevitabilmente condizionano i nostri pensieri. Come è possibile liberarsi da queste strutture che si sono formate?
@amicocolaianni53555 жыл бұрын
certo ti condizionano in due modi: o ti hanno reso coraggioso e allora te la cavi o ti hanno reso prudete e allora devi diventare autoconsapevole
@striref5 жыл бұрын
@@amicocolaianni5355 non basta diventare consapevoli che sono fifone ansioso prudente, non mi basta sapere che, secondo lei, tutto dipende dai pensieri e dal volere le cose certe, che poi non è detto. E quando ci si sente persi non si sa decidere si è in conflitto oscillanti anche nel sentire volere e ci sono di mezzo conseguenze gravi (per una persona malata grave e si soffre x lei) quindi non si è liberi? Vedremo...
@amicocolaianni53554 жыл бұрын
Il problema è che Garibaldi e altri evitano come la peste il confronto con me
@Eli666Ms7 жыл бұрын
bravo!
@ymorimac2 жыл бұрын
Ed ora seguendo il filo di Arianna per uscire dal labirinto dei nostri pensieri, voglio parlarvi di una delle menzogne che la cultura ci propina per farci rimanere o per crearci attorno a noi questo labirinto. E se la nostra mente titanica o meglio la nostra mente animale prevale ai ragionamenti su un campo incerto. Questa menzogna è in grado di creare il primo, il secondo, il terzo, il quarto cerchio di questo labirinto. E' effettivamente un autentico Dedalo che è stato l'artefice di questo labirinto secondo il mito. Ecco questo Dedalo della cultura lo chiamo la menzogna delle emozioni. La nostra cultura psicologica, tutta la psicologia, tutta la psichiatria qualunque sia la psicoterapia con qualunque modalità si cerca di affrontare o trattare questo problema è basato su autentica menzogna che non fa altro che costruire le cerchie sempre più inestricabili di questo labirinto. La chiamo la menzogna delle emozioni. Nella nostra cultura c'è un pregiudizio che nessun ricercatore a cercato di argomentare o di confutare, per cui mi dovete perdonare perché sono il primo che confuto questo presupposto. E' il presupposto che noi, l'uomo nasce emotivo. Questa è la tesi "L'uomo nasce emotivo". Ed è una autentica menzogna. Si da per scontato che è così, i pazienti vengono e danno per scontato questo, nel linguaggio e nel sentire comune l'uomo nasce emotivo. E nessuno mette in dubbio questa cosa. Ma questa idea è un vero Dedalo capace di costruirci un labirinto soprattutto se noi ragioniamo con la mente animale. E proprio perché ragioniamo con la mente animale che costruiamo questa menzogna e con questa menzogna costruiamo questo labirinto. Perché è una menzogna? Perché la tesi opposta che io porto avanti è che le emozioni dipendono dai pensieri. Qual'è la differenza? Per me emozione è anche uno stato d'animo. Emozione significa emovio, muovermi da uno stato di quiete. Lo stesso stato di quiete, lo stesso stato d'animo per estensione lo chiamerei emozione. Nel senso che ogni stato d'animo dipende dai pensieri. Questa è la tesi. E vediamo su quale argomentazione, io porto avanti questa tesi. E' quasi un argomentazione ovvia. Ora in psicologia e psichiatria si fa una distinzione di nomi fra paura, ansia e attacchi di panico. Dove uno a paura diciamo quando vede un leone cioè c'è un pericolo cosiddetto reale fra parentesi ed io scappo perché ho paura o aggredisco. Quando chiamo ansia è perché io voglio andare a fare gli esami, temo di prendere 4 ed ho l'ansia. E la chiamo ansia. Perché? Perché non c'è un leone. Sembra che non ci sia un pericolo reale. E quindi la chiamo ansia. Se nell'andare a fare sempre l'esame non ho una paura piccolina che mi tiene sul chi va la per un po' e poi all'ultimo momento vado a fare l'esame. Ma è talmente forte la mia paura da poter addirittura di svenire, che mi può prendere pure all'improvviso e sembra sine causa io lo chiamo attacco di panico. Che dal greco significa semplicemente paura enorme o terrore. Mentre ansia significa fifa. Ora andiamo a vedere la ragione di questa menzogna. Nel primo caso se scappa un leone da uno zoo, tutti scappano, tutti hanno paura perché il leone è più grosso di noi. E un rapido calcolo fra la forza del nostro corpo e la forza del leone fa sì che noi non abbiamo vie di scampo se non quella di fuggire se ci va bene. Ma prima di fuggire, ma perché non guardiamo un attimino dentro di noi prima di spararle le cose. Prima ancora di darle per scontate che è così. Quando abbiamo paura e diciamo che abbiamo paura prima di scappare noi valutiamo che quel leone è più grosso di noi e quindi può ucciderci. Quindi si sta valutando che quel leone può toglierci qualcosa di caro. La nostra vita. Ecco perché si fugge. Fra la mia reazione di fuga e il leone c'è la mia mente umana che valuta e dice il leone è pericoloso perciò è meglio scappare. Ma è talmente rapida la reazione di fuga che noi non teniamo conto di questa specie di pausa fra il leone, la valutazione e la fuga. Ora voglio raccontarvi una storiella zen. Dove invece si nota questa cosa. Questa storiella zen in sintesi dice questo che un monaco che era abituato tutte le sere a fare meditazione su un lago. Una sera stava lì sulla sua barchetta a meditare. La barca si sciolse e venne mossa dal vento lieve lieve. Il monaco non si accorge che la barca si muove e mentre stava ancora meditando la sua barca batte contro un altra barca. Il monaco apre gli occhi ed era tutto arrabbiato contro quei disgraziati che lo avevano urtato. Il racconto prosegue così. Non c'era nessuno nell'altra barca, l'ira torna indietro e il monaco rimane illuminato. Ora i racconti zen sono dei kohan. Finiscono così e rimane la domanda. Rimase illuminato. Cosa aveva capito questo monaco? Bene questo monaco aveva fatto un esperienza notevole cioè si sente urtare, pensa che sia qualcun altro che l'ha urtato, lì fa una valutazione rapidissima e subito gli monta la rabbia, cioè valuta che quello è stupido e cioè che lo doveva vedere perché lui era fermo e gliene vuol dire quattro ed ecco si arrabbia. Però questo monaco fa un esperienza rara. Non c'è nessuno quindi nota la differenza di valutazione. Non c'è nessuno cioè nessuno aveva avuto cattive intenzioni perché non c'era nessuno. Che è stato lui ad urtare. E che cosa nota anche l'ira trona indietro. Quindi cosa capisce il monaco? Perché diventa illuminato? Capisce qualcosa che noi tutti dovremmo capire. Questo è il filo di Arianna per non costruire un labirinto e per uscirci da questo labirinto. E cioè che è stato un nostro pensiero, una nostra valutazione a scatenare l'ira. E non un fatto reale. Cioè mentre nella prima parte avverte la cosa come un fatto reale. Degli stupidi mali intenzionati che urtano e lui si arrabbia. Come se questo fatto reale provoca immediatamente la rabbia. Nell'altro caso non c'è nessuno quindi può rivedere la situazione, rivaluta che non c'è nessuno che quindi nessuno ha avuto cattive intenzioni e appena rivaluta questo si accorge che la sua ira torna indietro. Ecco il filo di Arianna. Ecco la sua illuminazione. Questo è il filo di Arianna che ci fa uscire dal labirinto. Cioè ci accorgiamo che le nostre emozioni nascono dalle nostre valutazioni. Prima ci sono gli oggetti, le cose poi c'è la mia valutazione e poi c'è la mia reazione emotiva. No prima c'è il leone e poi io scappò. I passaggi sono tre. C'è una cosa reale, la mia valutazione e poi la mia reazione emotiva. Il nostro filo di Arianna per farci uscire dal labirinto della vita è sapere che "le emozioni dipendono dai nostri pensieri". Ma fin quando rimaniamo infilati nella menzogna che siamo nati emotivi, non solo rimaniamo in quel labirinto ma costruiamo addirittura il labirinto. Cioè questa menzogna è un autentico Dedalo. Un abilissimo artigiano che ci incastra dentro una costruzione da cui è difficilissimo uscire.
@domins19592 жыл бұрын
Ho voluto ascoltare il video per intero, anche se dopo pochissimo avrei voluto fermarlo, comunque per contezza di giudizio mi sono armato di pazienza e ho proseguito nell'ascolto. Era come temevo dopo pochi secondi di ascolto di questo idiota che non sa di cosa parla e propina stupidaggini agli stupidi. Quanta idiozia nel mondo.
@sheruffa60327 жыл бұрын
ottimo!
@ottobrerossso7 жыл бұрын
Secondo me non è del tutto esatto, nel senso che in realtà quello che avviene tra l'evento esterno (arriva il leone), le emozioni (scappo via,) il processo che avviene non può essere definito pensiero, nel senso che non è una cosa conscia, è rapidissimo un processo del che avviene nel modo del tutto inconsapevole che coinvolge il nostro sistema limbico
@riccardoruta50067 жыл бұрын
anche se rapido, è un qualcosa che quantifica o qualifica qualcos'altro (ad esempio, il leone è più grande e cattivo di me). Pensavo piuttosto alle conseguenze che ha questa cosa su altre emozioni, tipo la gelosia allora dipenderà da come consideriamo noi la libertà del nostro partner.