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Quella di Bontadini è una vera e propria ricostruzione metafisica. Essa si sviluppa in due articolazioni corrispondenti a due fasi tra loro distinte del suo pensiero, che contengono al loro interno alcune differenze, non però opposte tra loro. Queste due fasi sono segnate, anzitutto, dal confronto effettuato con il pensiero moderno e con alcune correnti della filosofia della prima metà del novecento e, successivamente, dal confronto con l’allievo Emanuele Severino, il quale, inizialmente, fece propria la causa filosofica del maestro. In un secondo momento, Severino assunse una posizione critica rispetto alla metafisica neoclassica e all’ontologia implicitamente nichilista che, a suo avviso, la sorreggeva. Queste sollecitazioni portarono Bontadini ad un approfondimento ulteriore nell’intento di far emergere il persistente valore della propria rigorizzazione della metafisica.