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Il corso è stato organizzato in collaborazione tra le Formazioni territoriali di
Bari, Catanzaro e Potenza della Scuola Superiore della Magistratura e l’Unione delle
Camere Penali Italiane, e con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Le intercettazioni, formidabile strumento investigativo per l’accertamento di
alcuni tipi di reato che creano particolare allarme sociale, negli ultimi anni hanno
assunto una particolare rilevanza anche come fenomeno sociale, stante i riflessi che
producono sull’opinione pubblica a seguito della loro diffusione, spesso incontrollata, attraverso il circuito mediatico: tutto ciò suscita aspri contrasti, in particolare quando ad essere diffuse sono conversazioni non inerenti l’oggetto d’indagine o relative a soggetti alle stesse estranei.
Vanno inoltre considerati i nuovi strumenti intrusivi digitali ed informatici
quale, ad esempio, il captatore informatico che, mediante l’acquisizione di dati audio
e video, permette di essere virtualmente presenti sulla scena del crimine nel momento
della sua commissione: la notevole capacità intrusiva di tali nuovi mezzi preoccupa
quanto avvertono forte l’esigenza di protezione della privacy.
Le riforme legislative approntate non solo non hanno sopito tali contrasti, ma
spesso hanno accentuato negli operatori la confusione e le difficoltà interpretative ed
applicative della disciplina.
Questo corso vuole affrontare tali questioni partendo da un’analisi filosofica delle intercettazioni, per distinguere gli attori in gioco e le diverse esigenze in conflitto, per poi passare ad un confronto sulle questioni tecnico-giuridiche della mate-
ria, ponendo una particolare attenzione al problema delle trascrizioni del parlato degradato, e giungere ad un’analisi delle proposte di riforma dell’attuale disciplina.