Meraviglioso! Il libro, l'esperienza che ci riporta all'origine del carisma di don Giussani, la presentazione di tutti i relatori, dai più anziani all'entusiasmo del più giovane…
@hgervasioinacioinacio7088Ай бұрын
Belíssima explicação de experiência humana Cristo...
@alessandrovaccari782Ай бұрын
Rivoluzione vuol dire accomodamento e riproposizione dei soliti valori di sempre, perciò è una mera restaurazione. Dal latino rivolgo, “girare sull’altro lato”. Ahaha!
@interforever57Ай бұрын
Ma la questione non è filologica, nel qual caso avresti ragione. Il termine qui è usato nella sua accezione comune, cioè un fatto che provoca un cambiamento radicale. Tanto è vero che esiste anche il termine di restaurazione...
@alessandrovaccari782Ай бұрын
@ Guaio proprio è “l’uso comune”, i modi di dire e le ovvietà simboliche. Se fosse un cambiamento, radicale, allora saremmo nell’inedito, non nel mero cambiamento di regime (ogni rivoluzione implica sempre un nuovo dominio e quindi non è mai la libertà assoluta, per esempio, ma una ennesima determinata), ma siccome si vogliono quantomeno garanzie sulla sicurezza, il controllo politico della situazione generale e la continuità della produzione del sistema economico allora si riformula l’apparato di gestione ed amministrazione semplicemente per conto di qualcun altro. Cambiano ad esempio in una rivoluzione le metacategorie morali del meccanismo del pensare, cambiano i giudizi morali nella sintesi ultima di bene e male? No, quindi si cambiano i nomi e i volti, ma gli esseri umani restano sempre quelli. La filologia serve per svelare sotto gli inganni delle parole e degli ideali, i processi storici, la radicale struttura del nostro esserci, tagliando corto e per superare ogni ulteriore illusione dell’universale.