Grazie, sono un ex ragazzo di Barbina, e la sua lezone mi ha ricordato l'orrore di don Lorenzo per le discussioni salottiere.
@Lezioncine3 жыл бұрын
Grazie a lei. Sono lieto di avere tra coloro che seguono questi miei modesti tentativi di accostare il pubblico alla filosofia un ex allievo di Don Milani. La "Lettera a una professoressa" resta una pietra miliare del tentativo di dare all'istruzione un'impronta non classista. Purtroppo non si sono fatti grandi progressi in questa direzione e il classismo non è sparito ma ha assunto solo forme più raffinate e ipocrite al punto che la scuola ufficiale di allora, giustamente criticata a Barbiana con il vivo esempio vostro e di don Milani, non era forse peggiore di quella attuale.
@ivanozuccolotto13 жыл бұрын
Grazie, molto interessante... però avrei un'osservazione da fare. A me pare che l'argomentazione di H. (che non ho mai letto e mi rifaccio da quanto ho capito) sia un po' debole. Mi spiego. Concordo con la definizione heideggeriana di chiacchera come discorso inautentico attorno al quale non ci si premura che sia dotata di fondamento . Ebbene questa è la definizione della chiacchera che purtroppo, (non lo dico per polemizzare ma per riflettere con rigore) rischia di diventare essa stessa chiacchera se non definiamo il senso delle parole "autentico-inautentico". Ecco volevo solo sottolineare questo: che sarebbe interessante un approfondimento di questo concetto in Heidegger (ma adesso che scrivo, realizzo che magari lei potrebbe aver già fatto un video sull'argomento, controllerò). Tutti possiamo essere superficiali, tutti corriamo il pericolo di accettare un "si dice", sia che ci troviamo in un Bar Sport il lunedì sera, sia che ci troviamo in un congresso di docenti universitari di filosofia. Le chiacchere da bar, come è noto, possono trovare un perfetto analogo, seppur con linguaggio molto più articolato e su un livello (apparentemente) più alto, in molti testi filosofici. Non nascondiamocelo: ognuno di noi ha la sua piccola lista personale di nomi di "mostri sacri" della filosofia sui quali grava il sospetto della chiacchera. Dipende dai gusti filosofici. Che cosa dunque ci garantisce la cosiddetta "autenticità"? La ringrazio ancora del suo contributo. Saluti
@Lezioncine3 жыл бұрын
Grazie a lei per l'intelligente osservazione. In effetti la questione è proprio quella che lei indica, e cioè di stabilire cosa sia autentico e cosa non lo sia. Su questo, come su altri punti, Heidegger si esprime in maniera alquanto problematica, ma non troppo da darci comunque un orientamento nell'interpretazione. La chiacchiera non ha interesse a stabilire una relazione originaria con ciò di cui essa parla. Per dirla in maniera semplice, probabilmente troppo semplice, la chiacchiera non si cura di ricercare se il suo dire corrisponda alla realtà (tenga però presente che Heidegger rifiuta il concetto di verità come corrispondenza, preferendo quello, non meno ambiguo, di verità come disvelamento dell'essere) ma si accontenta di parlare per parlare: quello che conta è che ci sia sempre qualcuno che ascolta e che approva mentre manca del tutto la sofferta tensione a comprendere il mondo e se stessi, tensione che può portare certo a risultati fallimentari ma non a chiacchiere. In effetti, come dice Heidegger, alla chiacchiera è indifferente comprendere ciò di cui essa parla e dunque è indifferente anche il parlare con cognizione di causa. Ecco, per semplificare ulteriormente, il discorso autentico può essere inteso come quello che deriva da una faticosa ricerca, da una meditazione di cui ne va di noi stessi, da una sofferta volontà di verità che, al limite estremo, preferisce tacere nel momento in cui si renda conto del proprio fallimento. Credo che lo spirito genuino della filosofia, quello originario ed esemplare che trova in Socrate e nel suo discepolo Platone i suoi numi tutelari, è la capacità di rinunciare ai propri discorsi quando, proprio grazie all'uso rigoroso della ragione, essi si rivelino infondati, cioè nulla più che chiacchiere. In questa disponibilità all'autocritica e all'ironia verso se stessi consiste forse il più grande risultato del pensiero filosofico occidentale, che ha trovato un farmaco alla presunzione di avere in pugno la verità. Non a caso "Essere e tempo" è un'opera non conclusa dall'autore, come se Heidegger si fosse reso conto di quanto sia difficile elevarsi al di sopra della chiacchiera con il linguaggio che abbiamo a disposizione. Non so se ha notato il finale del video, nel quale ho voluto esprimere proprio l'ironia a cui il genuino pensiero filosofico non deve mai rinunciare.
@Kappai3 жыл бұрын
Grandissimo Prof! (sono un ex alunno di laveno)
@Lezioncine3 жыл бұрын
Che bella sorpresa! Dallo pseudonimo non capisco chi sei, ma mi fa comunque molto piacere che continui a seguire il tuo vecchio prof. Scrivimi, se vuoi. Un caro saluto.