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Il nostro viaggio verso Dio con Franco Nembrini nella Divina Commedia sta giungendo al termine. In questa trentunesima puntata di “Nel mezzo del cammin” arriviamo a confrontarci con chi in vita ha unito Misericordia e Verità. Assieme a Dante ci troviamo davanti a un incontro particolare: un aquila rosso rubino fatta da anime di beati. Siamo nel XIX e XX canto del Paradiso e la prima particolarità di questa figura è il fatto che parli come un’unica creatura: tante anime così in sintonia da sembrare una cosa sola, ma l’identità di ogni singola anima permane e risplende di una gioia “luminosa”. Una gioia che sgorga dall’unione, dalla relazione, dall’essere pienamente veri e buoni, dalla bellezza dell’altro che rende più bello anche me, dalla unità piena che si avvera in Cristo. Solo in lui e in chi lo segue si avvera il salmo in cui si afferma “Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno”. Questa è la vera fonte di bellezza, per la quale anche chi è “cattivo”, chi è dentro al male e lo sposa, non può non riconoscerla. “La bellezza salverà il mondo” diceva Dostoevskij e Nembrini ricorda quello che dice ai genitori dei suoi alunni, parlando del compito educativo: “Ammazzateli di bellezza! Non c’è cuore di uomo che prima o poi non ceda e sia costretto ad ammettere la bellezza”. Questo è un valore che va oltre le questioni di Fede e anche chi non ha mai incontrato Dio o non è stato battezzato può avere accesso al Paradiso. La vera bellezza, per Dante, è corrispondere a ciò che Dio ha messo nel cuore di ciascuno, anche se non ne è consapevole. La Misericordia di Dio è così grande che ne è difficile rimanerne fuori e nemmeno i Santi in Paradiso sanno chi alla fine sarà salvato. Per questo dobbiamo vivere scommettendo che, nonostante tutto, l’altro sia sempre perdonabile, già prima del suo sbaglio. Il perdono precede la colpa, ci dice Nembrini leggendo Dante, e questo è la base per rapporti sempre nuovi e solidi.