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Il Sacro è anche oggi oggetto di speculazioni che non sempre aiutano a capire la funzione del concetto nel corso della storia. L’antropologia segna il limite del valore della scienza. Evidentemente ci sono alcune cose nel mondo che non si possono vedere. Benedetto XVI° ci ricorda che l’elettricità non è stata mai vista e non possiamo vedere neppure l’intelligenza di una persona, ma dedurla solo da come si comporta. Ciò che rappresenta l’invisibile deve essere trattato in modo diverso.
Un sociologo ha scritto che oggi il senso del sacro si trova soprattutto là dove vengono ricordati i morti negli incidenti stradali. Si tratta di un aspetto che rientra in ciò che rappresenta la meditazione sull’invisibile e ciascuno di noi crede o sospetta, o non crede che ci sia qualcosa dopo la morte.
Si tratta indubbiamente di un problema che l’uomo ha avuto fin dall’origine e studiando la storia dell’architettura si scopre che da allora l’uomo ha ritenuto che la morte non è la fine ed esiste qualcosa che ci fa pensare a qualcosa di diverso. Ciò spiega perché vengono realizzate le tombe anche dall’uomo di Neanderthal. Rappresentano la spia che, di fronte alla morte, ci si trova in imbarazzo, come di fronte a ciò che appartiene al mistero.