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Perchè alcuni riescono a superare problemi anche grossi mentre altri alle prime difficoltà si bloccano? Questo è l'argomento del video di oggi.
La risposta, come vedrai, ha a che fare con il concetto di RESILIENZA: parola bellissima, dal significato profondo ma troppo spesso abusata.
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Da tanti anni ho individuato due tipi di persone: alcune che davanti a problemi anche molto pesanti, riescono a ripartire, a rialzarsi, a non abbattersi, e delle altre che invece davanti a dei problemi meno pesanti, non riescono più a ripartire e letteralmente soccombono.
Queste qualità positive che emergono di fronte alle avversità, in psicologia e nel coaching, si chiamano resilienza. La presenza di resilienza fa una grande differenza nelle capacità di un soggetto di reagire ai problemi.
Prima di continuare è importante che tu sappia che sulla resilienza sono stati fatti molti studi e che, grazie al fenomeno della neuroplasticità, il cervello di ognuno di noi può continuare ad adattarsi, a crescere, a migliorarsi anche nell'età adulta, e dunque è importante capire qualche piccola variabile su cui iniziare a lavorare per far sì che il tuo cervello rielabori i meccanismi e promuova dei comportamenti più adatti.
Quali sono le caratteristiche proprie della resilienza?
1️⃣ La prima è una tolleranza alla frustrazione. La frustrazione è quel sentimento che emerge quando le cose non vanno come vorresti. È un sentimento molto primordiale nella vita, infatti i bambini piangono perché subiscono una sensazione di frustrazione quando non hanno quello che desiderano.
Ci sono persone che tollerano di più questa sensazione e persone che la tollerano di meno; ci sono persone che reagiscono male se non ottengono quello che vogliono; ci sono persone che riescono ad accettare la frustrazione e la capacità di accettarla è proprio legata al secondo punto che è: ritardare la gratificazione.
2️⃣ I due primi punti sono molto connessi tra di loro perché riesci a resistere meglio alla frustrazione del fatto che non stai ottenendo quello che vuoi solo se sei in grado di ritardare la gratificazione e dire "Ok, adesso non è ancora come voglio, ma potrà esserlo in futuro".
3️⃣ Terzo punto molto interessante: ironia e umorismo. Sembra una cosa assurda inserire questo concetto nell'ottica del come superare le difficoltà, ma è stato provato che la capacità di riderci sopra, di prenderti un po’ in giro e di non essere troppo coinvolto in quello che sta accadendo ha tutto a che fare con la resilienza.
Ridere, anche delle situazioni molto difficili, promuove il rilascio di endorfine e di catecolamine ed è un grande riorganizzatore della produzione di neurotrasmettitori nel cervello.
4️⃣ Punto numero quattro: affrontare e non scappare.
Da che cosa dipende questo atteggiamento, cioè il fatto che ti abitui ad affrontare le situazioni e non a scappare? Dipende da una sensazione di adeguatezza nei tuoi mezzi.
Più ti senti incapace e ti giudichi come una persona che non ha le caratteristiche necessarie per superare il problema in cui ti trovi, e più sarai tentato a scappare.
C’è un modello molto interessante che ti permette di sviluppare più resilienza. Deriva dalla cultura mindfulness, è uno dei tanti approcci alla meditazione per aumentare il livello di consapevolezza, ed è un modello che viene chiamato "RAIN".
L'acronimo funziona anche in italiano.
R → Riconoscere: devi essere più oggettivo nel riconoscere la problematica.
A → Accettare: la problematica va accettata ed affrontata, perché affrontare vuol dire accettare.
I → Investigare: devi investigare il tuo corpo e quali sono le sensazioni fisiche questa situazione sta promuovendo.
N → Non identificarsi: cioè non cominciare a dire “sono un fallito”, “sono un incapace”, “non uscirò mai da questa situazione”.