Рет қаралды 1,150
"Pino scrive questo brano dopo la giornata passata tra i ragazzi dell'Istituto Filangieri, il carcere minorile di Napoli (spesso visitato anche da Eduardo De Filippo).
Il cantautore racconta tutta la solitudine che si vive in questo posto dove si cammina a testa bassa forse per il peso degli sbagli fatti ("nuje ccà dinto guardammo 'nterra..."), talmente duro che neanche Dio vuole starci ("manco Cristo ccà ce vo' stà...").
E mentre il mondo fuori condanna chi ha sbagliato costruendo solo muri ("mentre 'o munno fa tutte mure...") intesi come prigioni, tra i detenuti si crea un legame forte di solidarietà di chi vive le stesse paure e le stesse speranze ("quacche amico te po' sentì...", "Alluccammo che passa vierno, passa vierno senza parlà...").
"Lassa che vene" sembra un invito ad aspettare il tempo che passa e ad accettare tutte le contraddizioni della vita carceraria." (da mascalzonelatino.altervista.org)
"Caro Pino, questo è uno dei pezzi che mi emozionano di più. Un condensato di Napoletanità con la N maiuscola. Hai regalato ad un romano la gioia e il privilegio di poter suonare la tua musica. Pomeriggi interi con la chitarra in mano. Che bello. Ciao amico mio."
-sandro santella (KZbin user)
Tratto da "Musicante", 1984.