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Negli ultimi anni, le linee guida per la gestione delle infrastrutture hanno rappresentato un cambiamento significativo, introducendo un sistema strutturato e multilivello che ha rivoluzionato il modo in cui vengono gestite e monitorate opere come ponti e viadotti. Questo processo ha coinvolto non solo i gestori delle infrastrutture, ma anche ricercatori e accademici, che hanno affrontato problematiche complesse e sviluppato soluzioni concrete. L'intervento del Presidente Fabre, Walter Salvatore, si concentra proprio su questo aspetto, sottolineando il ruolo fondamentale delle linee guida nel migliorare la gestione delle opere e accrescerne la conoscenza tecnica.
Le linee guida hanno portato a un approccio omogeneo a livello territoriale, che coinvolge l’ispezione, la valutazione accurata e il monitoraggio delle opere. Grazie a queste direttive, oggi disponiamo di un vasto patrimonio di dati, ottenuti attraverso ispezioni condotte da vari attori, dai gestori locali ai ricercatori universitari. Questi dati non solo migliorano la conoscenza delle infrastrutture stesse, ma consentono anche di affrontare in modo più efficiente rischi ambientali come frane e inondazioni, prima spesso trascurati.
Uno degli effetti diretti di questo sistema è stato il miglioramento della gestione delle opere d'arte, dove oggi si può contare su un metodo organizzato e specifico per ponti e viadotti esistenti. Inoltre, l'integrazione delle conoscenze dei fenomeni naturali ha reso possibile uno studio più approfondito delle interazioni tra questi eventi e le infrastrutture, un aspetto fondamentale per la prevenzione di disastri.
Oltre ai progressi tecnici, un altro aspetto cruciale emerso è l’accrescimento delle competenze nel settore. Il lavoro multidisciplinare, che coinvolge ingegneri civili, geotecnici, geologi e anche informatici, ha portato allo sviluppo di nuove conoscenze applicate alla gestione delle infrastrutture. Questa sinergia tra competenze diverse non solo migliora la competitività del settore, ma ridà all'ingegnere il ruolo centrale che merita, non più come semplice burocrate, ma come attore chiave nella risoluzione dei problemi concreti legati alle costruzioni.
Tuttavia, Salvatore sottolinea che le linee guida non sono il fine ultimo, ma piuttosto uno strumento che nasce dall'applicazione pratica alle costruzioni. Il vero obiettivo rimane risolvere i problemi concreti delle infrastrutture, attraverso la ricerca applicata e lo sviluppo tecnologico. La normativa, quindi, non deve essere considerata come il punto di partenza, ma come il risultato di un processo più ampio che parte dalla concezione dell'opera, passa per la progettazione e arriva alla risoluzione dei problemi. In altre parole, la normativa è la formalizzazione delle soluzioni già sperimentate e consolidate.
Un altro aspetto fondamentale è il monitoraggio strumentale, che è diventato una parte integrante del processo di conoscenza delle infrastrutture. Questo permette una valutazione in tempo reale dell'evoluzione dei fenomeni di degrado e danneggiamento, portando a una gestione più efficiente e sicura delle opere nel tempo. Collaborazioni con enti come ANAS e STM hanno permesso di sviluppare sistemi di monitoraggio avanzati, capaci di fornire dati utili per calibrare le ispezioni e le manutenzioni necessarie.
La tecnologia gioca un ruolo cruciale in questo contesto, ma il relatore avverte che non bisogna farsi travolgere dall'entusiasmo tecnologico a discapito della comprensione scientifica dei fenomeni. La tecnologia, infatti, deve essere vista come uno strumento al servizio dell'uomo, il quale rimane il decisore ultimo nei processi critici. L'intelligenza artificiale e i sistemi automatizzati possono fornire un grande aiuto, ma non devono sostituirsi all'intuizione e alla competenza degli esperti, che devono sempre mantenere il controllo delle operazioni.
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