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Il protagonista di questa puntata (che chiude il ciclo “Tracce di memoria”) è Riccardo Bauer, un vero padre della patria, antifascista della prima ora ed educatore civile, un’altra “anima di fuoco” della nostra istituzione. Tornato a Milano dopo gli anni di prigionia e confino, è lui a sentire il dovere morale di impegnarsi a fondo per ricostruire questo Ente dopo le devastazioni dei raid aerei alleati: rinascita vuol dire lavoro, educazione degli adulti, emigrazione, cultura, e tante tante scuole, rinate e potenziate in base alle esigenze di uno Stato democratico.
In pochi anni, complice l’architetto Giovanni Romano, le macerie fumanti si trasformano in un moderno complesso di scuole ed aule, vetrate e giardini, adatto ad un sistema integrato per la formazione professionale: una piccola Bauhaus in centro città, dove il grande Albe Steiner può coinvolgere i migliori docenti di comunicazione visiva a livello internazionale, rilanciando la Scuola del Libro.
I riconoscimenti, come quello dell’UNESCO, sono dietro l’angolo; complice il mondo imprenditoriale e culturale (Norberto Bobbio, Aldo Capitini, Gaetano Salvemini, Paolo Grassi, Cesare Musatti), presto l’Umanitaria torna ad occupare il suo posto tra le istituzioni di punta del nostro Paese. Poi la contestazione, le dimissioni di Bauer, i difficili anni ’70, il passaggio di tutto l’apparato formativo alla Regione Lombardia. E l’inizio di una nuova sfida, combattuta con la lungimiranza di sempre, che ci ha portato fin qui, presenza radicata sul territorio, sempre conforme ai valori-guida del nostro fondatore.