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Le ragazze che in età adolescenziale hanno disturbi alimentari - anoressia e bulimia i più comuni - spesso fin da bambine manifestano dei segnali che i genitori potrebbero cogliere di un disagio più profondo che si estrinseca nel non corretto rapporto con il cibo. Ne parliamo con la Dott.ssa Francesca Fabbrizi, Specialista in Neuropsichiatria e Neuropsichiatra Infantile che ci ha spiegato che la difficoltà di alcuni bambini di mangiare alimenti di un determinato colore ad esempio o di non voler assaggiare nuovi cibi non è semplicemente un capriccio, ma un primo segnale di malessere che sta nascendo e che si renderà più palese negli anni a venire. Preoccuparsi del cibo e che una ragazza mangi a sufficienza sposta l'attenzione dal vero problema e cioè il disagio psicologico che può nascondere problemi a scuola, relazionali, familiari, ed è molto importante non focalizzarsi sull'assunzione quotidiana di cibo ma instaurare un dialogo che porti le ragazze ad esprimere il loro vissuto, la sofferenza che le porta a negare il corpo o rifiutando il cibo o al contrario mangiandone troppo. La società purtroppo propone modelli di bellezza molto lontani dal mondo reale e le ragazze pur di raggiungerli cadono nella trappola dell'anoressia, che è espressione di una difficoltà a trovare un proprio equilibrio e a provare autostima, dal momento che il rapporto con il cibo è espressione del nostro rapporto con la realtà e se non ci accettiamo così come siamo non accetteremo neanche di avere un rapporto sereno con l'alimentazione. La Dottoressa ci parla anche della famosa "prova costume" che per alcune giovanissime è un passaggio traumatico tanto da farle chiudere in se stesse o rifiutarsi di andare in spiaggia con gli amici o avere un calo di rendimento scolastico dovuto all'ansia di doversi mostrare con qualche chilo di troppo e ci spiegherà come aiutarle a perdere peso ma anche a comprendere che il loro valore non è nel profilo corporeo ma nella personalità che sapranno costruirsi.