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Entrati nello studio, Giulio Cesare Ricci mi ha illustrato i vari apparecchi di registrazione, i nastri, le lacche e tutti i procedimenti di eccellenza che gli permettono di creare la qualità Foné.
In tanti considerano i vinili Foné quelli con la migliore qualità al mondo. Giulio Cesare Ricci è un folle che fin da bambino ha amato i dischi. Crescendo ha voluto realizzare i migliori prodotti al mondo. A varie aste ha acquistato gli equipaggiamenti usati dai Beatles a Abbey Road per registrare il loro primo album. Li ha modificati per migliorarne la qualità delle tracce, da mezzo pollice a un pollice. Ha anche recuperato microfoni storici con cui cantava Ella Fitzgerald. Poi, per realizzare i dischi dalle sue registrazioni, è andato prima in Germania alla Teldec Telefunkenn, ha seguito le orme della Deutsche Grammophon, dopo aver eseguito i tagli di lacca in Scozia. Il suo percorso alla ricerca della qualità massima lo ha portato ultimamente in Giappone, dove i suoi dischi sono trasparenti, color champagne, che è quello naturale del vinile se non vi fossero messi pigmenti neri o di vari colori, come va di moda ultimamente.
La Foné ha pubblicato vari album di Fausto Mesolella, Musica Nuda oltre a tanti dischi di musica classica o jazz. Di ogni registrazione stampa solo 496 copie, perché oltre le 500 il master si rovina. Inutile dire che i suoi album vanno presto esauriti, comprese le riedizioni di quelli di Vasco Rossi che la Carosello gli ha affidato per rimasterizzarli e pubblicarli con la qualità Foné.
La prima volta che sono andato a trovarlo nel suo studio fra i campi toscani ero con Dolcenera, di cui ha pubblicato l’album “Le stelle non tremano”. In quell’occasione lui ci ha cucinato le sue celeberrime patate fritte, che gli hanno valso il premio ad honorem del miglior chef in Europa, visto che ha battuto i tedeschi a casa loro.
Sono tornato in piena estate, il 24 giugno 2022, accompagnato da Michele Micheletti e Leonardo Pagni di Co-Scienza.