Gli umani percepiscono la realtà in modo soggettivo, è un dato di fatto, il discorso che hai fatto è applicabile anche a film, serie tv, testi musicali ecc.; insomma, a tutto ciò che è considerabile arte o almeno frutto della creatività umana. Probabilmente una percezione universale di un concetto espresso da una determinata opera esiste, ma le persone lo declineranno nei particolari in modo diverso in base alla loro conoscenza, esperienza personale e modo di pensare. Mi hai fatto pensare come prima cosa a due opere in particolare, “Non Lasciarmi” di Kazuo Ishiguro e “Neon Genesis Evangelion” di Hideaki Anno. È indubbio che la prima parli di una sorta di “disumanizzazione di altri esseri umani” e la seconda di “difficoltà di interazione col nostro prossimo”, eppure se ti fai un giro su internet scopri che le persone declinano questi concetti in una varietà di modi pressoché infiniti. Questo rende difficilissimo arrivare a comprendere cosa pensasse davvero l’autore in origine (anche perché, come hai detto tu, siamo capaci di modificare involontariamente certe parti dell’opera pur di dare ragione alla nostra interpretazione), ma forse la bravura di un artista (che sia uno scrittore come Ishiguro o un regista come Anno) sta proprio nella capacità di prendere un concetto, esplicarlo in una storia, e farlo comprendere e declinare in modi diversi dalle persone. In questo modo il concetto principe passa, ma ognuno sviluppa le proprie idee (e la varietà delle idee è sempre una cosa positiva).