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La Settima, insieme alla Sesta e all'Ottava, costituiscono un ciclo denominato Sonate di guerra, anche se tutte e tre furono iniziate prima che scoppiasse il conflitto fra Unione Sovietica e Germania. Inoltre, sebbene le tre sonate non siano mai state collegate dal musicista alla guerra, è pur vero però che le composizioni sono accomunate da un'espressività esacerbata e violenta che le caratterizza. Prokof'ev si trovava sì in una zona defilata, abbastanza lontana dai veri teatri delle ostilità, ma egli, come gli altri artisti, avvertiva comunque gli echi di una situazione conflittuale angosciante e preoccupante. Si tratta in effetti di una composizione di continua tensione fra il caos e momenti di equilibrio e bellezza, ma che sono solo momenti; è una sonata, come disse l'autore, scritta "con il pugno", aggiungendo anche ironicamente "per fare sobbalzare la nonna".
La composizione è di una difficoltà tecnica pressoché estrema ed è una delle pagine più note del musicista, da molti ritenuta come il capolavoro pianistico di Prokof'ev.
Il primo tempo, Allegro inquieto, inizia subito con un tema incisivo, agitato, a ritmo di una tarantella febbrile in cui riecheggiano tratti della marcia da L'amore delle tre melarance. Alla violenza asciutta e ostinata fa riscontro un Andantino che conduce in un mondo totalmente differente, nostalgico e doloroso, espressivo e dolente come indicato dall'autore. Perentoria è poi la ripresa del tempo iniziale Allegro. Infine una riproposta, più breve, dell'Andantino porta alla chiusura incisiva con un ritorno all'Allegro inquieto dell'inizio.
Il secondo movimento, Andante caloroso, è in Mi maggiore; il brano porta come indicazione un aggettivo che non si addice molto al carattere del musicista, ma che qui ha una sua ragione d'essere. La partitura inizia con un cantabile e propone un notturno di grande liricità, "superbamente costruito"[2] e ha un aumento di tensione emotiva nella seconda parte.
Il movimento conclusivo, Precipitato, propone un moto perpetuo affannoso e angoscioso in un insolito e asimmetrico tempo di 7/8. La cellula ritmica è ripetuta ossessivamente, creando un grande senso di ansietà. Il brano però non va eseguito, come diceva giustamente Nikita Magaloff, in modo "precipitoso", ma perentorio ed energico.