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Gianico è uno che fa parlare di se. Ma non perché cerchi platee acclamanti o consensi entusiasti: semplicemente, lui porta avanti le sue idee e a modo suo, che ti possa piacere oppure no.
E' un innamorato della cucina veneta, l'ha studiata a fondo, ne ripropone insegnamenti e sapori antichi, affermando, in questo modo, di dare spolvero a una cultura del cibo che arriva da molto indietro nel tempo e che poi è stata adottata dalle cucine di mezzo mondo, francese inclusa.
Ascoltatelo bene quando parla (purtroppo lo fa solo in dialetto vicentino): in cucina, ogni cosa ha un posto e un ruolo, spesso insostituibile (vedi il pentolone per il brodo) e la ricchezza dei sapori molto spesso si ritrova in ciò che viene scartato.
Ma dalla scuola veneta della cucina (che insegna alla scuola alberghiera di Valdobbiadene), deriva anche la creatività, la capacità di improvvisare coi sapori e con gli abbinamenti. E soprattutto, una facilità, comunque da coltivare, per creare armonie ed equilibri al palato difficilmente individuabili in altre cucine.
Insomma, conoscere Gianico significa venire a contatto con una filosofia tutta sua, intrisa di saperi scoperti attraverso lo studio e di sapori riproposti attraverso i fornelli. E, come dice lui, "che i se ciava quei che me vole male... "
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