The True Secret of Monkey Island • Why Return to Monkey Island Ending makes sense

[@jdesgames]

0:00 - Prelude 1:02 - Part I (Il Segreto di Gilbert prima di Return) 5:26 - Part II (Dubbi sul Segreto) 11:55 - Part III (Return to Monkey Island) 15:34 - Part IV (Il vero segreto di Monkey Island) 23:21 - Part V (Deus Ex Machina?)

[@viteinfinite]

Mi chiedo perché questo video abbia solo 1k views. Lo trovo di una qualità eccelsa. Grazie di aver condiviso queste considerazioni.

[@Danyq94CrashZone]

Questo video è meraviglioso, c'è una filosofia dietro davvero encomiabile e, come il finale di Return, romantica.

[@jdesgames]

Ti ringrazio! È stato spontaneo, una volta finito il titolo. ♥️

[@sebastianopocchi8226]

Veramente una bella analisi e video molto curato. Credo che oltre alla genitorialità, l'autore abbia voluto riflettere sul desiderio di viaggiare con la fantasia e "giocare" anche in età adulta, qualcosa che i bambini fanno naturalmente. Ecco l'ultima frase di Elaine a Guybrush: partiamo per un'altra "avventura".

[@TheJeremydinazareth]

Secondo me il finale del due non è una questione di " lasciarsi la strada aperta" ma di giocare con lo spettatore usando l'ambiguità. Detto questo dal primo all' ultimo sono passati talmente tanto anni che l'autore potrebbe aver dato un altro senso al tutto. Levine ad esempio con BioShock infinite ha stravolto la storia e non penso che avesse quell' idea dal primo capitolo. Per come la vedo io il senso del finale del terzo capitolo è che quale sia il segreto è ininfluente, potrebbe essere una stupida T-shirt, è solo il classico mac-guffin, o vero sta a dirci " siete stati una vita a chiedervi quale fosse il segreto senza rendervi conto che a contare era il viaggio e non la meta " e come chi si arrovella per il contenuto della valigetta di Pulp fiction, teorie su teorie ma alla fine il contenuto è ininfluente e probabilmente neanche Tarantino a perso del tempo pensando a cosa contenesse la valigetta. Dubito che questa idea della genitorialità l' avesse fin dal principio, in 30 avrà anche voluto aggiungere qualcosa che lo rappresentasse per l' uomo che l' autore e oggi e che non era ai tempi. Modifico il commento per aggiungere una cosa poiché non avevo finito il video. Alla fine giungiamo alla stessa conclusione. Probabilmente non era questa l'idea iniziale ma gli autori hanno ripercorso tutta storia di m.i. per dare una chiave di lettura che rappresentasse ciò che sono ora.

[@dariodonnarumma2058]

Amica 500 era difficilissimo❤

[@giorgiotasso2162]

Be come spiegazione del finale mi sembra che hai colto nel segno, non mi ero messo a teorizzare ed ad analizzare bene tutto nell'insieme. Hai fatto un lavoro encomiabile per questo video e per dare la spiegazione, ti do ragione sul fatto del tempo e generiolita, nel senso che i primi 2 monkey island sono stati creati da un ron Gilbert giovane e con quell'entusiasmo e voglia di avventura che si ha in quell'età mentre il terzo lo ha creato quando lui è già maturo con famiglia e di conseguenza si vede un guybrush che racconta storie inventate e incredibili per intrattenere suo figlio, probabilmente come farebbe ron con i suoi figli. Sono legato a i primi monkey island proprio per un fatto di avventura e scoperta di tante cose il terzo è molto filosofico ed è bellissimo per questo. Molti direbbero che la giusta conclusione per un capolavoro, come monkey sia questa di return, e ci sta tutta, ma sarebbe bello, visto che guybrush ha un figlio piccolo che continuasse a "raccontare" storie a lui, o addirittura trovarsi un guybrush nonno dove racconta storie al nipote con una eleine nonna anche lei e il figlio di guybrush gli va a dire di smettere ri raccontare favole

[@jacoporeale7066]

Analisi molto interessante e ti ringrazio per questo video. Condivido tutto e aggiungo una considerazione: non è detto che Gilbert abbia maturato questa idea del segreto che tu proponi solo in età adulta. Perché in effetti la genitorialità che tu vedi solo ponendo l'accento sull'essere padre probabilmente può esistere anche sull'essere figlio. Non lo sappiamo ma magari Gilbert stesso è così legato al mondo dei parchi da divertimento perché da figlio ci andava con il padre. E il padre magari si divertiva con lui e gli raccontava delle storie. É possibile quindi che già nel primo sviluppo del primo episodio, Gilbert abbia avuto l'idea di fare un gioco dedicato a questo suo rapporto con il padre. Chiaramente noi nulla sappiamo sulla sua infanzia e sui suoi genitori, ma dopo aver sentito la tua analisi non me la sentirei di escludere anche la prospettiva che Gilbert possa, in fondo, aver dedicato quest'opera dapprima al padre in quanto figlio e poi anni dopo con l'ultimo capitolo... chissà, al figlio in quanto padre.

[@alfeus1981]

La "persona in costume" che sorveglia il ponte al minuto 3:00 è un cameo di George Lucas

[@Goury1]

Hello! I would love it if you added English subtitles to the video! i very much want to listen to your analysis, but I don't understand the language!

[@jdesgames]

I'll add them very soon! Thank you ♥

[@Goury1]

@@jdesgames Thanks so much! :)

[@jdesgames]

@@Goury1 Tell me what you think!

[@Goury1]

​@@jdesgames Thank you for adding the subtitles so quickly! I absolutely love RtMI from start to finish! It's a wonderful game! The prelude and the ending fascinate me the most! I love how Ron Gilbert managed to explain the ending of Monkey Island 2 in a way that surprised and delighted me! I would have never guessed that the children at the end of MI2 are not actually Guybrush and LeChuck! The prelude totally caught me off guard! For me, RtMI is a game about the art of telling stories. First Boybrush and Chuckie reimagine the ending of MI2 and then we enter into a new story told by Guybrush to his son... The game teaches us that stories can be tweaked and changed over time. The ending reveals that Guybrush is actually a flooring inspector who loved playing in the pirate funfair, and now he wants to convey the same passion to his son by telling him imaginary pirate stories. That’s how I interpret the ending, but it can be interpreted in various ways. The ending blurres the border between fictional story and reality. We can no longer be certain if the story told by Guybrush is real or completely imaginary. in fact even the time period where the series happens is no longer clear. The plaque on the wall of the pirate funfair says that the funfair was founded by R. Gilbert in 1989. Does this mean the Guybrush, Boybrush and Elaine actually live in modern times? Or does the story really takes place in the pirate era and Guybrush deliberately told his son a story with a really weird ending in order to amuse and troll him? It's all unclear and open to interpretation - and I love the deliberate ambiguity of it all! I also love that you can pick several dialogue options and decide which moral of the story Guybrush will tell to his son. The moral that resonates with me the most is the last dialogue option. It says that the secret is like a story - it changes with time and with a person who tells it.... Also. did you know that you can reopen the door in the alley with Stan's key ring, return to the pirate world and reject reality? Then the game ends without the las scene with Guybrush and Boybrush on the bench.

[@jdesgames]

@@Goury1 Thank you for sharing your opinion! Yes, I knew that ending! I put it in my previous video about the endings! My opinion is that it is, like, always inside a "narration", so it's not the actual truth: it's like choosing to believe in those stories, as the post credit scenes. It's just up to us. Also, this story kinda reminds me of "Big Fish" movie. I won't spoil it, but it's really close to RtMI!

[@gattalbe]

Non mi tornano due cose: in MI2 gli occhi di Chuckie e Elaine che lo aspetta ma ho letto che potrebbe essere stata la Lucas Arts a volerli per un finale aperto quindi facciamo finta di niente. In return non mi torna sempre Elaine che gli dice all’orecchio di una nuova avventura su una certa Mire Island , come fosse un pirata vero, e soprattutto i finali post credit personalizzati in base alla scelta della risposta al figlio. Se Gilbert voleva il finale che dici tu e che sembra corretto anche a me (nonostante sia ripetitivo) perché lasciare questa possibilità? Una presa in giro ai giocatori?

[@jdesgames]

Personalmente non l'ho reputata una presa in giro! Ti spiego subito perché: il mio punto è che quegli stessi esiti, inerenti alla domanda "dunque qual è il segreto di Monkey Island?" siano da vedersi non come qualcosa di fattuale, ma come l'obiettivo della storia stessa, che Guybrush varia a seconda della storia, tanto che anche Elaine nel finale dice che "ogni volta che racconti questa storia, il finale è sempre più strano", o Boybrush quando rimprovera Guybrush di non raccontargli la verità quando dice di esser affogato in acqua (se fai scadere i minuti in gioco nelle sezioni subacquee). Cito me stesso nel video: "La maglietta, dunque, non è il segreto di Monkey Island, non della serie: è il trofeo, l'obiettivo della storia raccontata da Guybrush. Questo può diventare Big Whoop, può diventare qualcos'altro, rispetto alla storia che va raccontata.". Quindi per questo dico, e dicevo (ed è comunque una mia interpretazione, per carità), che non è tanto una presa in giro quanto il rendere chiaro che non è tanto importante cosa sia il segreto all'interno della storia, anzi, ogni scelta è sostanzialmente equivalente! Il punto, invece, è sempre rendere solido il fatto che il segreto sia in effetti questo rapporto fatto di racconti fantastici. Questo rientra anche per il discorso di Elaine: null'altro che una prossima, fantastica avventura da raccontare, con loro due come protagonisti. Se ti mette in dubbio il modo in cui lo dice, a me sembra tranquillamente un linguaggio d'intesa con il marito! Fammi pure sapere se non sono stato chiaro in qualche punto, proverò ad esserlo di più!

[@emanuelesciortino7032]

Trovo personalmente stupenda la correlazione che hai dato tra il segreto di monkey island e le fantasie che guybrush mette in atto con il figlio traendo spunto dal lavoro che svolge nel parco di divertimento.

[@jdesgames]

(Il discorso sulla genitorialità e sui 20 anni non vuole essere certo un giudizio rispetto ad un'età precisa per parlare di figli o che altro. L'ho specificato per pormi nel "mezzo" dell'ottica della lettera di Gilbert, dove parla sia di un periodo a vent'anni dove era pieno di voglia di fare e poi, vedendosi dopo molto tempo, accompagnato dalla famiglia di cui fa parte).