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Il percorso parte dall'Abbazia di San Salvatore di Montecorona, importante centro religioso situato ai piedi del monte Acuto, non lontano dal corso del fiume Tevere. Secondo la tradizione il complesso venne fondato poco dopo l'anno mille da San Romualdo, che inizialmente realizzò un semplice eremo. In seguito divenne un monastero di grande importanze, fino ad avere 21 chiese sotto la propria giurisdizione, attorno al 1200.L'abbazia fu concessa, nel 1234, da papa Gregorio IX, all'ordine dei monaci Cistercensi; tornò ai camaldolesi nel 1434 per volere di papa Eugenio IV, ma vi poterono accedere solo un secolo più tardi a causa delle lotte tra le famiglie degli Oddi e dei Baglioni. Il campanile a pianta ottagonale che, anticamente, aveva la funzione di torre di difesa, è situato a fianco della chiesa. L'orologio del campanile fu restaurato nel 1992. La chiesa superiore, dedicata a Santa Sofia e consacrata nel 1105 da San Giovanni da Lodi, vescovo di Gubbio, è a tre navate e contiene affreschi risalenti al trecento di scuola umbra. L'antica cripta, denominata Madonna delle Grazie, è costituita da un locale a cinque navate, terminante con tre absidi. È praticamente una chiesa seminterrata in cui gli spazi sono divisi da colonne romane ed altomedievali, una diversa dall'altra, sorreggenti volte a crociera. I muri perimetrali sono attraversati da archi ciechi, con archi più piccoli all'interno. Dall' abbazia il sentiero si inerpica sulla montagna lungo la "Mattonata" e raggiunge il complesso di edifici dell'Eremo di Montecorona, ubicato in una bella zona di bosco. La sua costruzione risale al XVI secolo ad opera dei padri Camaldolesi e Coronesi. Il legame con la vicina Abbazia di San Salvatore era molto stretto e la struttura serviva ad ospitare gli eremiti di san Romualdo, consentendogli lo stile di vita solitario a cui erano dediti. L'abbazia costituiva la sede delle attività economiche e il rifugio per quei monaci vecchi e malati che non erano più in grado di rispettare le severe regole della vita eremitica. Il complesso era composto dalla chiesa settecentesca e dalle casette dei monaci; con la soppressione degli ordini religiosi costituì un sicuro rifugio nei periodi di guerra. Dopo un periodo di totale abbandono, nel 1981, l'Eremo venne sottoposto a ristrutturazione e nel 1990 è stato aperto un nuovo monastero ad opera di religiosi che applicano la regola della clausura. Dall'eremo, posto in posizione sopraelevata, il percorso comincia a scendere e seguire le pendenze della montagna, fino ad incontrare l'antico borgo medievale di Santa Giuliana, la cui fondazione non ha una datazione certa, sebbene possa essere collocata tra i secoli XIII e XIV. Si tratta di un castello, chiuso da 320 metri di cinta muraria , con una dozzina di case all'interno. L'intero complesso venne comprato da un gruppo di stranieri che organizzarono il restauro nel rispetto dell'antica struttura medievale. Vi si accede da una porta ad arco che interrompe la cinta muraria ed all'interno si trovano alcune casette ben conservate che abbracciano una piccola chiesa. Lasciato il borgo di Santa Giuliana, il sentiero torna a scendere verso valle, fino a raggiungere nuovamente lo splendido complesso dell' abbazia di Montecorona.