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«(dal minuto 2.46) Oriana (ndr Fallaci) per me rappresenta un punto di riferimento imprescindibile, nella comune denuncia dell'estremismo e del terrorismo islamico e della pavidità dell'occidente che ha consentito di far si che il proprio territori o le proprie menti vengano pesantemente infiltrate da questo estremismo islamico.
Oriana ha rappresentato la voce che più di altre è riuscita a scuotere le nostre coscienze a suonare un campanello dall'allarme per l'insieme dell'occidente per risvegliarlo da un torpore e da una collusione ideologica che ha portato purtroppo l'occidente a far si che persino degli occidentali nati cresciuti in occidente siano diventati anche loro dei terroristi e dei terroristi suicidi islamici .
Quando il 15 settembre del 2006 Oriana ci lasciò, la sua morte quasi fosse un segno del destino, arrivò in concomitanza con l'evento di Ratisbona con la condanna generalizzata che ci fu nel mondo islamico del discorso del Papa Benedetto XVI nell'università di Regensburg e il fatto che questa condanna fu corale dall'insieme dei musulmani, unitamente alla critica altrettanto forte all'interno stesso dell'occidente, sembrò in quel momento dare ragione ad Oriana alla sua denuncia di Eurobia, alla sua denuncia della pavidità dell'occidente e alla sua affermazione della impossibilità di riformare dall'interno l'Islam in quanto religione. Furono dei giorni in cui in parallelo all'isolamento in cui il Papa si ritrovò, la morte di Oriana Fallaci fece si che ciascuno di noi fosse costretto a prendere atto del fatto che lei ha avuto ragione, perché effettivamente proprio la vicenda di Ratisbona ha indicato come non ci sia la possibilità che i musulmani nel momento in cui si va a toccare una verità storica ed è quella che attesta che Islam si è diffuso tramite la spada reagiscono in modo tale da far si che non ci sia più spazio per la ragione.
E al tempo stesso fu un contesto che indicò chiaramente come l'occidente è oramai arrivato ad un tale livello di relativismo e di islamicamente corretto da non voler guardare in faccia alla verità. Da aver paura della verità e da ritenere che questa verità tutt'al più noi dobbiamo tenerla nascosta dentro (al minuto 6.43).
[...]
La verità vi renderà liberi».