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È improvviso, inaspettato e potente.
Ti squarcia letteralmente il petto.
Un mattino come tanti, a colazione con mio figlio, riguardiamo il primo episodio...
"Hiroshi, sei TU Jeeg, robot d'acciaio..."
Il professor Shiba, seppur in forma d'ologramma, ricorda al figlio lì presente quel delicato momento della sua primissima infanzia, quando da neonato riceve nel proprio petto la famosa campana di bronzo; lì, inizia una MUSICA a dir poco toccante, così commovente e straziante che se ancora oggi riesce a toccare l'anima vissuta e impura di un (quasi) cinquantenne, non oso pensare quali ripercussioni possa avere su quella candida e immacolata di un bambino.
Non ci sono virtuosismi in questo breve omaggio, non sempre è necessario mostrarne; troverete solo una semplice sequenza di note, un canto soave, malinconico, profondo.
C'è solo da lasciarsi andare, chiudendo gli occhi magari, estraniandosi, seppur per pochi minuti, da una realtà che ormai ci soffoca e che ci rende sempre più dimentichi della nostra natura umana.
Va da sé che il suono e l'intensità emotiva della tromba originale sono inarrivabili; il mio vuole solo essere un umile tentativo di afferrare l'attimo, sublimando quelle sconvolgenti vibrazioni che il brano suscitava e suscita tuttora.
La musica, si sa, enfatizza un istante: viverlo pienamente credo possa giovare a ricordarci da dove veniamo.
Un ringraziamento speciale va al mio carissimo amico Adriano Forgione, direttore editoriale della splendida rivista "Nippon Shock"; i numeri, ricevuti in suo dono, sono piacevoli letture, grande fonte d'ispirazione e di meravigliosi ricordi.
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Emozionatevi, magari con le lacrime come ho fatto io, perché oggi come oggi, c'è da esserne orgogliosi.
GaB
#gonagai #jeegrobot #JeegRobotDAcciaio