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Il viaggio nell’affascinante mondo dell’enologia continua in una delle regioni italiane dove la produzione vinicola non conoscere crisi: il Friuli Venezia Giulia che ci porta a scoprire alcuni vitigni autoctoni di pregio.
“Il Friuli è un piccolo compendio dell’universo, alpestre piano e lagunoso in sessanta miglia da tramontana a mezzodì”…. così lo descrive lo scrittore italiano Ippolito Nievo ne “Le confessioni di un italiano” ed è proprio quello che appare agli occhi del visitatore che scopre questo territorio.
Qui andiamo nel comune di Corno di Rosazzo, provincia di Udine, a pochi passi dal confine con la vicina Slovenia. Questa è la zona dei Colli Orientali e tra questi visitiamo quello di Gramogliano lambito dal fiume Judrio, che fino al 1918 era il confine tra l’Italia e la Monarchia Austro-ungarica.
Un luogo, che oltre ad essere intriso di storia, racchiude un patrimonio vitivinicolo di livello qualitativo altissimo. Tra i tanti piccoli produttori locali andremo a conoscere i giovani imprenditori dell’azienda Perusini, iscritta da Veronelli tra le 50 happy few del Gotha dei vignaioli storici italiani.
Quando nel secolo scorso imperava ancora la moda dei vini francesi, Giacomo Perusini, iniziò la selezione di alcuni vitigni autoctoni di prestigio, che rischiavano di scomparire, come il famoso Picolit, apprezzato anche dalla Corte degli Zar di Russia. Dopo la sua morte prematura durante la prima guerra mondiale, il suo lavoro fu continuato dalla moglie Giuseppina Perusini Antonini, che iniziò il rilancio dei vini friulani nel mercato nazionale ed internazionale. Oggi conduce l’azienda Teresa, la nipote, aiutata dal marito Giacomo e dai figli Carlo, Tommaso e Michele, tre giovanissimi imprenditori che ci condurranno a scoprire cosa fa di questi vini dei prodotti di grande qualità.
Vedremo anche il viaggio finale delle vinacce che diventano ottima grappa, altro simbolo del territorio friulano.