University Club Lounge - Gianni Canova sul Festival di Cannes 2015

Il Professor Gianni Canova, Ordinario di Filmologia e Preside della Facoltà di Comunicazione, Relazioni Pubbliche e Pubblicità dell’Università IULM di Milano, parla dell'edizione 2015 del Festival di Cannes, dei film italiani in concorso e della polemica riguardante la mancanza di riconoscimenti.

[@CrisBaggins]

Quindi in poche parole chi non ha amato Youth (o anche Il Racconto dei Racconti) non capisce nulla di cinema? Mi pare un'affermazione quantomeno azzardata, per non dire arrogante e presuntuosa. A me La Giovinezza è piaciuto, arrivando dal ribrezzo de "La Grande Bellezza" ho trovato un Sorrentino più "pacato" per cosi' dire, pur sempre ripieno di quel suo ego smisurato che non me lo farà mai amare ma comunque più misurato. Meno virtuosismi ed esibizionismo con la macchina da presa (non se ne poteva più), mentre i personaggi parlano sempre per aforismi, ma in maniera meno stucchevole e più emozionante; complice anche il cast internazionale? Direi di si', anche perché, con tutto il rispetto per il teatrale Servillo, Michael Caine è cinema, punto. Detto ciò Il racconto dei racconti è stata per carità un'operazione il cui coraggio è tutto da apprezzare, ma il plauso finisce li'. Progetto ambizioso basato su tre fiabe che avrebbero avuto bisogno di un adattamento migliore per essere apprezzate su grande schermo, in particolare da un pubblico a cui, dopo "Il Signore degli Anelli" e "Il trono di Spade", non basta più vedere qualche bestia in CGI e (per l'amor del cielo) un orco che fa "Aaaarrrgh, eeeergh, ooorgh, uuuurgh". Per amare una storia ambientata in un passato fittizio il pubblico ha bisogno di personaggi forti, capaci di conquistarlo. E, in cinque parole, dei personaggi del film di Garrone "non c'importa una ceppa"; ecco perché il film sta andando male, malissimo. Crocifiggere il pubblico italiano definendolo ignorante pare un'affermazione poco contestuale e forse un po' troppo semplicistica, quando negli ultimi anni è diventato anzi decisamente più esigente in termini di intrattenimento. Riflettendoci forse è proprio per questo che non amiamo la maggior parte del cinema nostrano. Saluti

[@dado2249]

Non hai capito il suo discorso....lui dice sempre che il film può non piacere ma prima bisogna avere i mezzi per capirlo, mezzi che la gente in Italia non ha. La gente boccia il film complesso perché non lo ha capito e si è annoia. Quanta gente in Italia conosce il cinema fatto per l'arte? I vari Fellini, Antonioni, visconti ecc.. in pochi purtroppo