VASO LIBERO CON ELEMENTI ZARAGOZA TERZO ANNO

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[@marcoguidi297]

L' olivicoltura italiana si basa sulla quantità di varietà coltivabili uniche al mondo, che nessuno ha. Io assaggio spesso oli spagnoli vivendo là circa due mesi ogni anno per vacanze. Il prezzo è inferiore certo, così come la qualità. Hanno quelle 4-5 varietà con cui producono il 90% della produzione. In Italia la storia è diversa: siamo obbligati a fare qualità e differenza avendo un patrimonio olivicolo di più di 100 varietà coltivabili. Poi che qualcuno voglia provare a fare impianti intensivi o superintensivi ben venga. Ci può provare. Il patrimonio c'è già e da quello bisogna partire. Saluti

[@roccobarca4558]

Sono completamente d'accordo,l'Italia deve puntare sull'elevata qualità dell'olio basata su un patrimonio olivicolo italiano che conta più di 500 varietà di olivo. Ogni regione italiana,ogni territorio italiano produce un olivo completamente differente da un altro e questo deve essere ,a mio avviso,il valore aggiunto,la diversificazione della qualità. Tutte le altre nazioni come la Spagna ,Marocco ecc producono olio tutto uguale , senza alcuna differenza organolettica e qualitativa poiché utilizzano solo al massimo 4-5 varietà di olivo,le classiche arbequina,arbosana,koroneiki ecc. A mio avviso, un oliveto intensivo ha senso solo se vengono sfruttate tutte le nostre cultivar, anche quelle vigorose non adatte ad un sesto stretto. Bisognerebbe puntare molto di più sulla ricerca, utilizzando un portinnesto nanizzante che induce poca vigoria alle cultivar vigorose com' è stato fatto e si sta facendo su altre colture come il melo,pero,mandorlo,agrumi ecc in modo da ridurre la mole degli alberi e infittire i sesti d'impianto sfruttando però l'alta qualità delle nostre cultivar. Il vivaio Sonnoli,ha sperimentato per anni un portinnesto nanizzante,si chiama Tosca07 però bisogna testarlo per vedere il comportamento vegeto-produttivo. Inoltre, semplicemente infittendo i sesti d'impianto,purtroppo, non si riduce di molto la mole delle nostre cultivar vigorose come molti sostengono.

[@giuseppesorbello4028]

La distanza ravvicinata di due metri, due metri e mezzo può essere adatta per varietà a crescita vigorosa come Leccino o Frantoio?

[@frad5871]

Di solito si preferiscono cultivar con limitata vigoria , le consiglio di valutare i vari ibridi in commercio ,sia italiani che esteri , molto interessante è la koroneiki i38

[@giuseppesorbello4028]

@frad5871 Forse la risposta del Dott Vitelli la sorprenderà. Aspettiamo

[@frad5871]

@@giuseppesorbello4028 io lo seguo da tempo e spero che possa avere il tempo per rispondere,sto valutando di impiantare 5 ettari con sesto 5x2,5 , il terreno si trova in Sicilia quindi valuto cultivar resistenti alla siccità con ottima resa e qualità organolettiche,la koroneiki i38 racchiude queste caratteristiche ma valuto anche altro

[@Theitaliangjrinch]

Potrebbe spiegare meglio in cosa consiste questo metodo di allevamento in modo da poter apprenderne almeno i rudimenti ?

[@viperblck1]

Ha fatto un video completo sul suo tipo di potatura? La effettua ogni anno?

[@user-ds4fg9wf3r]

Quale cv stiamo guardando?

[@filippomeloni6400]

Sarebbe bello ma non è un mandorlo

[@giomarte4496]

Quando ci sono corsi?

[@vitovitelliagronomo]

A disposizione per consulenze 39 3392511629 whatsapp

[@soluzione]

Non ascoltare questo individuo ragazzi..non si fa cosi

[@user-ws7fw1cp2k]

Fate questo tipo di allevamento che vi rovinate sicuramente 😂😂😂