Bellissimo il capitolo dedicato al banchetto di Erode e soprattutto su Salomè: sul delegare le decisioni della propria vita pensando di compiacere così chi lasciamo decidere al posto nostro… Salomè in fondo assomiglia a tate ragazze e ragazzi che non sanno neanche cosa vogliono dentro nel cuore e si comportano per omologazione senza un vero e autentico motivo interiore “come comanda la o il capo gorilla”… per essere accettati, per pigrizia di pensare, per non fare la fatica di stare controcorrente o semplicemente perché per immaturità non si ha ancora un proprio codice di vita… e pensare di aver vita facile scegliendo quel che torna comodo al momento, poi porta sempre un conto salato alla fine. E poi quando accadono le tragedie che si leggono nella cronaca di tutti i giorni, inorridiamo come quei commensali, o come Erode stesso. Com’è possibile che nessuno abbia visto? Che nessuno abbia detto Salomè è una sciocca e non sa quel che fa. Che nessuno abbia detto no. Che nessuno abbia pensato… Tutti hanno agito seguendo il capriccio di chi c’era sopra, e alla fine la scelta l’ha fatta una immatura che si è divertita a fare un gioco senza rendersi conto delle conseguenze, che qualcuno, il vero burattinaio ha tramato sopra a tutti. Bellissima la chiave di lettura di tutti i capitoli, tradurre l’insegnamento dell’artista attraverso sentimenti che tutti abbiamo provato! Bravissima!
@RaffaellaArpiani24 күн бұрын
@artekiara grazie di queste tue bellissime parole e delle riflessioni che proponi. Sono esattamente i temi centrali di quel capitolo, a cui tengo particolarmente. 😍
@diadumenos82Ай бұрын
É molto più difficile dire di No che dire di Si: con il Si accontentiamo l’altro è spesso continuiamo uno schema di aspettative (altrui). Il No (quando non siamo d’accordo) crea una rottura assolutamente necessaria dato che il Si più importante è quello da dire a noi stessi.
@RaffaellaArpianiАй бұрын
@diadumenos82 mi trovi d'accordo, ma la formella di Donatello ci racconta altro…