Chiaro e puntuale ,come sempre ...certo "verità" sempre aperta,disponibilità al "dubbio"...sono il sale della ricerca e della riflessione,ma nel contempo,per me, anche fattori di momenti di "spaesamento" e di "crisi". grazie professore
@MaurizioBauduino Жыл бұрын
Buonasera, professore. Sono un suo ex studente. La ringrazio per aver caricato questi preziosi contenuti.
@aureliobagella44033 ай бұрын
Grazie professore pretty la chiarezza della sua spiegazione
@vincenzocarboni56062 ай бұрын
Lezione stupenda!
@62gualtiero7 ай бұрын
Eccellente contributo a fendere la nebulosità del testo, che mette a dura prova la pazienza del lettore.
@giovanniaddati-y4m17 күн бұрын
certo,ha ragione...riflettevo sul tema del "sapere" e,in particolare ,sulla differenza tra episteme e doxa,per es.in Platone.Se il pensiero è sotteso da una logica "falsa" e la "verità" è "al di là", non si potrà mai avere una conoscenza certa ,necessariamente vera delle cose ,una episteme appunto...se ho ben inteso. grazie professore
@luciocortella613116 күн бұрын
La presa di distanza da una nozione di verità assoluta, definitiva e incontrovertibile è un tratto comune a quasi tutta la filosofia contemporanea, a favore di un concetto di verità provvisoria, fallibile e aperta a integrazioni e correzioni. Per quanto riguarda Adorno, la sua critica della conoscenza riguarda proprio la pretesa intellettualistica (o del pensiero concettuale) di fissare la realtà in qualcosa di rigido, definitivo, identico a sé. Se il reale è non-identico, fissarlo in un’ identità significa mancarlo (o meglio, sovrapporre ad esso le nostre esigenze di identificazione al reale). La dialettica sfugge a questa esigenza di identificazione e definitività rendendo possibile una conoscenza più aderente alla realtà, dunque più vera. Ma si tratta di una verità aperta, l’unica possibile .
@michelematteoporzio11158 ай бұрын
😊😊😊😊😊😊
@enricodivalerio61462 ай бұрын
Mi permetto una domanda: Adorno torna in qualche modo a Kant rispetto ad Hegel ?
@luciocortella61312 ай бұрын
Sì, confermo. Arriva a Kant (l'irriducibilità della cosa al concetto) ma attraverso la dialettica di Hegel.
@giovanniaddati-y4m17 күн бұрын
Bellissima lezione...quindi la "conoscenza" non è mai "episteme" per Adorno? grazie
@luciocortella613117 күн бұрын
Per rispondere in modo appropriato avrei bisogno di una maggiore articolazione della domanda.
@marcocandida75094 ай бұрын
Ma chiedo: "ontologia della differenza" non somiglia a "differenza ontologica"? (Ecco come mi spiego la dialettica negativa: Adorno lega insieme Hegel e Heidegger. Ovvero, la dialettica non elude la differenza ontologica. La dialettica negativa è una dialettica della differenza ontologica, dell'ineffabile. Non è detto si debba per forza parlare di cosa-in-sé e trascendenza: l'ineffabile non è necessariamente trascendente. È solo indice del limite delle nostre rappresentazioni, e non solo linguistiche. Nello scontro dialettico hegeliano ciò che rimane saldo è l'identità degli opposti e delle differenze. Cioè, Hegel non aveva ancora concepito la heideggeriana "differenza ontologica" immanente ad ogni identità. Giungeva, al termine del processo dialettico, a una ferma determinazione. Non considerando la "differenza ontologica", che apre all'ermeneutica) Molto interessante.
@luciocortella61314 ай бұрын
Grazie del commento. Aggiungo solo una precisazione in rapporto a Hegel: questi aveva certamente concepito la differenza immanente ad ogni identità, ma appunto l'aveva "concepita", cioè ne aveva dato il concetto (è questo il senso dello "speculativo" hegeliano). Un tale esito comporta, sia per Heidegger sia per Adorno, la cancellazione della differenza, perché ricondotta entro il "sapere". La differenza per essere tale deve rimanere sempre "al di là" del sapere, del concetto, della presenza. In questo senso "convergono" la differenza ontologica heideggeriana e il non-identico adorniano.