Ante '67 e '42 obbligo licenza edilizia, per atti di compravendita e pratiche edilizie

[@carlopagliai]

Articolo integrale blog: www.studiotecnicopagliai.it/obbligo-licenza-ante-67-regolamento-edilizio-comunale/

[@giorgiorisso8864]

Già’ Ing. Proprio così. Gran parte del territorio comunale nel quale vivo e lavoro e, per non farci mancare nulla, anche alcuni “nuclei frazionali” fuori dal territorio comunale sono soggetti a verifica urbanistica a partire dal dicembre 1923. La verità è che questa situazione non vuole essere risolta.

[@carlopagliai]

Mi sa di si, eppure sarebbe facile

[@marcofortuna84]

Buongiorno Carlo, buon anno. Concordo con te su tutta la linea. Il problema secondo me ha due filoni di criticità. Il primo, poter datare una costruzione (o peggio le sue parti o modifiche); il secondo è ricostruire il quadro normativo “locale” relativo a quell’epoca. Gli uffici comunali dei piccoli comuni non sono preparati su questo, e l’alternativa è una ricerca assai complessa e laboriosa nell’archivio comunale..sempre se si trova qualcosa. Un lavoro del genere poi, difficilmente si “ripaga” (a meno di avere più pratiche per uno stesso comune del quale si sia ricostruita l’evoluzione normativa in ambito edilizio).

[@carlopagliai]

Esatto concordo pienamente

[@eleanna1683]

Infatti il problema è proprio questo. Ogni comune o ente dovrebbero avere un archivio di tutta la normativa locale susseguitasi negli anni. Archivio ben organizzato e di facile accesso, magari addirittura (!) disponibile online. E questo dovrebbe essere un obbligo di legge. Considerando che spesso si tratta di questioni che poco o nulla influiscono sulla pubblica utilità, è assurdo che sia più facile disquisire sul codice di hammurabi....

[@marcofortuna84]

@@eleanna1683 per la normativa per assurdo è anche “semplice”: con qualche mese di ricerca e riordino si può fare. Il problema è digitalizzare l’archivio delle pratiche edilizie e indicizzarle. Nel mio piccolo comune (sono vice sindaco e assessore a edilizia privata, llpp e urbanistica) sono oltre 5mila pratiche. Per ognuna va fatta una scheda, inseriti i dati, scansionati i documenti e le tavole, creati dei collegamenti per la ricerca ecc Un lavoro immane. Diversi anni fa ho voluto acquistare uno scanner A0, e per ogni accesso agli atti, facevo fare scansione e archiviazione digitale della pratica. Ma nel mondo ideale, anche a pagamento per professionisti e da casa, dovrebbe essere possibile fare in autonomia una ricerca di questo tipo. Sia a partire dal singolo fabbricato che dal nominativo del proprietario..servono tempo e molti soldi..che nessun comune vede come “investimento”, ma come semplice spesa. Ora con il gigantesco numero di accesso agli atti dovuto alle conformità 110 si sono accorti che gli uffici si intasano. Però servirebbe una direttiva dall’alto, sovvenzionata economicamente con persone appositamente formate. Ci sarebbe lavoro per anni. Conosco personalmente un architetto che anni fa ha digitalizzato l’archivio di un comune di circa 10mila abitanti: ci ha messo 3 anni (a una velocità assurda, a 10 ore al giorno). Al termine, corteggiato da altri enti limitrofi per la stessa prestazione, ha preferito fare scavatorista e agricoltore..lo comprendo.

[@eleanna1683]

@@marcofortuna84 Lo so il lavoro è immane. D'altronde ci ritroviamo a maneggiare un problema lasciato sotto la cenere per decenni e decenni, cresciuto per la normativa sempre più complicata e per il lassismo di tutte le parti coinvolte, pubbliche e private. Tornando al tema della documentazione comunale, nel mio caso, in un piccolo comune lombardo, non sono stati in grado di fornire documenti antecedenti al penultimo prg. Non ne avevano voglia? Può darsi. E il tecnico cosa dovrebbe fare? Sono contenta che da qualche parte invece le cose funzionino. Io, personalmente, sono molto scoraggiata e capisco bene l'architetto che ha cambiato lavoro

[@marcofortuna84]

@@eleanna1683 per questo dico che serve una “regìa” unica, in modo da definire degli standard per archiviare e digitalizzare gli archivi. In termine di risoluzione, portali per accesso autonomo, tariffe, metodo di catalogazione ecc Se fosse sovvenzionato da contributi, sarebbe un metodo che nel giro di qualche anno si ripagherebbe da solo, dato che per ciascun immobile esistente nei prossimi 10/20anni se ne avrà necessità di consultazione..penso potrebbe proprio nascere una specializzazione da “archivista” per creare questi database, e dei tecnici specializzati nella ricerca. A degli amici “importanti” (consiglieri e assessori regionali) l’ho suggerito, ma di concreto non ho ancora visto nulla. Non sono provvedimenti che portano “voti” purtroppo 😝 Anche se avrebbero la gratitudine di noi tecnici

[@micaelapederzolli6244]

Buongiorno, abbiamo ereditato un appartamento a piano terra con giardino in cui ci sono 2 piccoli vani uso attrezzatura (in muratura) che ricordo dagli anni 1960. L'immobile si trova in una frazione della città. Come si possono regolarizzare in previsione di vendita? Diversamente sono da demolire? Grazie

[@carlopagliai]

Se gli illeciti edilizi non sono regolarizzabili vanno demoliti; occorre capo anche se siano “fiscalizzabili” o se siano stati realizzati in epoca in cui non c’era obbligo di titolo edilizio

[@sky4ng3l]

secondo lei, nell'ambito del condono 47/85, è corretto fare cambio di destinazione d'uso per un immobile ante '42 costruito in zona non urbana nè in zona di espansione o si doveva presentare domanda come costruzione ex novo senza licenza edilizia?

[@carlopagliai]

Dipende, mi viene a mente il caso in cui un regolamento edilizio comunale potesse aver imposto in tal senso obblighi di licenza anche prima del 67 e 42, ho approfondito la questione nel mio ultimo libro: amzn.to/4ajC0jq

[@giannicanovi155]

Buongiorno, allora in buona sostanza, il pelo nell,uovo è stato trovato?

[@carlopagliai]

Se era un capello, non era mio 😉

[@tarekelhefyan4605]

Buongiorno Carlo e grazie per i tuoi video.sto comprando un immobile ante 67(fuori dal c.abitato) con un secondo piano non presente nell'accesso agli atti.l'architetto che segue la pratica dice di presentare una cilas in sanatoria per regolarizzare il tutto.Come posso sapere se il comune l'accetta come buona?hanno una tempistica per rispondere?puo' essere successivamente annullata?qualche consiglio su come muoversi?grazie

[@carlopagliai]

Il Cilas in sanatoria? Mica esiste… cambierei Tecnico di corsa perché non si regolarizza un piano con una Cilas (o Cila). Poi i Tecnici si lamentano che vogliono meno burocrazia e Tariffe minime… mah

[@alessandroboria7740]

quindi, se ho capito bene, comunque il problema riguarda gli edifici edificati al di fuori dei centri abitati (periferia) che se non normato nei P.R.G. potevano essere edificati fino a che il Comune non li ha normati?

[@carlopagliai]

Non esattamente: bisogna sempre controllare anche i Programmi di fabbricazione e regolamenti edilizi, nel periodo 42-67

[@albertoambrosi6094]

Passa la voglia di lavorare... progettare, disegnare in 3d, ecc ecc è anche bello, ma poi arriva questa burocrazia "malsana" che porta all' esasperazione.

[@carlopagliai]

Non è facile, confermo