Non più peso, non più ombra per adempiere a un compito, per fare in modo che la lettura continui o anche semplicemente per camminare. Ozio. Luce danzante, vitale, luce non visibile, luce da dentro. Restano solo pensieri ampi, così ampi e tuttavia precisi, pensieri che avvolgono e crescono. Libri. Molti libri in questa stanza. Molte onde. Molti alberi. Stare in questa stanza come in una foresta, come in fondo al mare. Molte stanze in questa stanza. Stare ovunque come in una stanza, come in una foresta, come in fondo al mare. Ovunque così. A non fare nulla. A guardare, tutto. Non sarei fatto per il nulla. Sarei fatto per questo: il tutto. L’Amore. Le cose mi vengono incontro, tutte le cose. Per il loro silenzio, entrano in me. Prima per il loro silenzio. Poi la loro luce prende forma dentro di me, discreta, piccolissima. Miracolata. Alla fine l’incendiarsi, il lampo, il venire bruciati, lo sprigionarsi della luce. Dopo, scrivere, solo dopo. Ecco. È tutto. Non saprei fare nient’altro. Soltanto questo scambio di silenzio in luce. L’Amore. Oltrepassa le mie labbra, taglia le linee della mia mano, in un senso poi in un altro, poi ancora in un senso e così via. Guardo questo movimento. Scrivo, come vedi, ti scrivo. Queste lettere. Questa lettera. […]