Come proporre il tuo MANOSCRITTO a una casa editrice [Story Doctor]

L'invio di un MANOSCRITTO a una casa editrice è sempre una fase molto delicata, perché è l'occasione in cui ci si gioca la possibilità o meno di venire presi in considerazione.
Moltissime CE si lamentano del fatto che ricevono proposte sgangherate e fuori tema, e questo basta a dimostrare che avere un minimo di criterio nel modo in cui ci si rivolge a una CE può fare la differenza.
Ma esiste un modo "corretto" di inviare una proposta per la pubblicazione?
In questo video cerchiamo di dare qualche suggerimento utile ad aumentare le probabilità di non essere cestinati automaticamente.
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[@michaeldagscattina5240]

Grazie, ottime dritte!!!

[@RemOne72]

Grazie per le preziose indicazioni.

[@StoryDoctor]

Spero possano rivelarsi utili!

[@AlessandraLai-x4i]

Bruno editore, forse

[@brunodiplacido9526]

Un servizio prezioso il vostro, una domanda: ricapitolando seguo il mio genere di romanzo attraverso i miei autori preferiti e altri autori della stessa casa editrice, studio attentamente la casa editrice, scrivo il mio libro e provo a farmelo pubblicare? Sono questi i passaggi di una strategia giusta? Grazie

[@StoryDoctor]

Fondamentalmente sì, certo i singoli passaggi sono tutti molto più complicati e richiedono tempo, lavoro e impegno

[@brunodiplacido9526]

@@StoryDoctor Certo, grazie

[@viaggy]

Grazie Andrea, una domanda: Specularia accetta anche avventura post-apocalittica e sottogeneri di questo tipo?

[@StoryDoctor]

Postapocalittico sì in quanto rientra nella speculative fiction. Ma forse la parte di "avventura" è quella che non è esattamente nelle nostre corde, visto che cerchiamo qualcosa che abbia più l'intento speculativo che intrattenitivo.

[@viaggy]

@@StoryDoctor Grazie dell'informazione, scrivendo un romanzo non credo allora che faccia per me. In ogni caso, ottimi video, mi stai aiutando a passare da un approccio dilettantistico a uno più professionistico.

[@karakorum1987]

Grazie Andrea per questo video pieno di consigli utili. Una domanda veloce: mettiamo caso che io abbia solo i primi capitoli già scritti, ma la storia in testa nei minimi particolari. Posso farmi avanti lo stesso a una casa editrice? Mi piacerebbe capire se è le case editrici sono ben disposte a discutere con uno scrittore della storia stessa e magari anche rivederla assieme.. tanto, come dici tu, l'intero romanzo magari non viene letto, e comunque i tempi per una pubblicazione sono lunghi.. e quindi c'è margine per un aspirante scrittore per scrivere il romanzo un pochino più in sinergia con la casa editrice a cui propone la pubblicazione.. certamente bisogna mandare i primi capitoli per far vedere come si scrive, però il resto può venire in seguito.. è un discorso che può avere senso?

[@StoryDoctor]

Dipende da quanto la CE è disponibile a fare un lavoro del genere, però sì, è possibile. Può succedere anche che si decida di lavorare su un progetto partendo soltanto da un'idea o da un pitch (in questo caso è più facile se sei già un autore della "scuderia" e proponi un nuovo progetto). Se consideri che comunque le (buone) CE possono fare un editing abbastanza approfondito e lavorare su un testo anche per parecchi mesi, in pratica è quasi come se il libro lo scrivessi da capo. Detto questo, chiaramente devi anche dare una dimostrazione delle tue capacità e affidabilità. Se ti presenti da sconosciuto a una CE dicendo "oh sì, ho questa idea, poi semmai la scrivo anche" potrebbero prenderti per un mitomane. Quindi questo approccio sicuramente funziona meglio quando hai un certo background per cui la CE si può aspettare che tu sia davvero in grado di portare a termine quel progetto in quei tempi.

[@karakorum1987]

@@StoryDoctor ma certo :) è proprio nell'ottica che una casa editrice ti fa un editing importante, che io pensavo di fare così. Il libro che scrivi magari rimane nel cassetto, ma se proponi l'idea alla casa editrice assieme ai capitoli iniziali, in modo da dimostrare che sei capace di scrivere (cosa non gratis, certamente), tutti risparmiano tempo: l'autore, che non scrive un libro a vuoto, e la casa editrice, che non si spreca in editing importanti. Certo che è meglio se ti conoscono già, ma, dal mio punto di vista, se mandi già una buona parte di romanzo, dicendo che la rimanente parte è solo da scrivere, direi che così si può creare un certo dialogo. O almeno, mi piacerebbe fossi così semplice :)

[@ssspaceman86]

Grazie Andrea, un video davvero utile. Avrei delle domande a riguardo: 1) È consigliabile proporsi a una casa editrice con il testo già sottoposto a un editor professionista? 2) La seconda domanda è un po' più ingarbugliata: poiché non escludo la possibilità di autopubblicarmi, pensavo di far realizzare su commissione un'illustrazione di buon livello da usare per la copertina. Ho lavorato nel campo della comunicazione visiva e sono consapevole che in certi generi (nel mio caso il fantasy) fa la differenza. Nella proposta del manoscritto a una casa editrice che tratta questo genere, una mappa e un'illustrazione già pronti possono essere un valore aggiunto o potrebbero invece essere visti come un tentativo di strafare?

[@StoryDoctor]

Allora, premettendo come sempre che non c'è nessuna legge scritta, e che in genere l'approccio migliore è conoscere (non in modo personale, nel senso di "avere familiarità") a chi ti stai rivolgendo, in linea di massima direi che: 1- La discriminante sull'editing è quella di avere un testo "buono", o almeno sufficiente da stimolare l'interesse. Se sei in grado di realizzare un testo di questo tipo senza un editing esterno, allora nessun ostacolo a proporlo direttamente. Ma se non sei sicuro che il tuo testo sia all'altezza, allora probabilmente non lo è. C'è da considerare che comunque una (buona) CE rilavorerà sul testo, direttamente o con la collaborazione di editor esterni, quindi non è detto che avere un testo già editato sia sempre ideale. Da un altro punto di vista, un testo più "grezzo" potrebbe essere più facile da smussare e indirizzare verso le indicazioni della CE. A mio avviso ogni volta che revisioni il testo è come se si irrigidisse e quindi diventa sempre più difficile rimetterci mano. 2- Una mappa o altro materiale "complementare" può essere utile e stimolare la curiosità (soprattutto in generi come il fantasy) ma la copertina la eviterei. Intanto perché la CE potrebbe avere un suo illustratore e una linea grafica che intende mantenere, e poi daresti troppo l'impressione di quello che ha già tutto pronto e vuole solo essere stampato ("la copertina l'ho fatta fare ammiocuggino che è idraulico ma ha fatto un corso di computer!").

[@ssspaceman86]

@@StoryDoctor chiaro. Grazie!

[@isoladellerosetv]

Ma nel pitch bisogna dire anche come finisce il libro o solo nella sinossi?

[@StoryDoctor]

Dipende... nel pitch puoi lasciare un po' di "mistero", se sei capace di crearlo, in modo da lasciare quella curiosità che porti il tuo interlocutore a volerne sapere di più. Quindi può essere una buona tattica non dire il finale, ma arrivare al punto in cui si vuole sapere come finirà.

[@isoladellerosetv]

@@StoryDoctor ok grazie mille. Penso di riuscire a crearlo.

[@legnodinoce312]

Secondo te è sempre bene allegare la proposta in un file? Alcune case editrici dicono di mandare la proposta per e-mail senza specificare se allegarla in un file o meno, ma mi sembra strano scrivere tutto sul testo della mail.

[@StoryDoctor]

Nel corpo della mail ci possono stare la presentazione del progetto e al limite la bio, cioè le cose che servono per dare le info di base, ma direi che poi estratto e sinossi vanno in allegato.

[@alessandroperazzo1446]

Ip ho un testo che riguarda la vita e discorsi motivazionali sapete a chi posso mandarlo?

[@patriziodelnegro4168]

Buongiorno ,io ho scritto una biografia a penna in un quaderno ,una persona mi avrebbe corretto e aiutato a pubblicarlo ,poi mi ha detto che non aveva tempo stava già scrivenddo un suo libro ,vorrei sapere se tu potresti darmi una mano o indirizzarmi a chi potrebbe aiutarmi ,io su questo argomento sono totalmente ignorante ,mi serve qualcuno che dopo aver visionato la biografia ,se la ritiente interessante e pubblicabile si occupasse di tutto ,puoi darmi una mano in questo senso Grazie

[@taologia]

Ti chiedo un'opinione mentre ascolto il tuo video: Io ho scritto una traduzione di un antico libro cinese famoso e già tradotto molte volte, ma non sono un esperto di editoria e non capisco se sia un saggio o una sottocatecogia di narrativa ed oltretutto ho tradotto frasi citando Gesù e Dio e potrebbe essere anche un genere religioso; perciò, dovrei cercare case editrici che pubblicano saggi o narrativa... tu capiresti quale sia la categoria che io ho scritto ? Per il resto, mi sembra di capire che pubblicare con una casa editrice sia da preferire.

[@StoryDoctor]

Mi verrebbe da pensare che per una cosa del genere ci si rivolga a chi pubblica testi "mitologici" o magari a CE specializzate in cultura orientale. Però se come dici il testo è già stato tradotto, può darsi che non ci sia al momento interesse a ripubblicarlo, perché altrimenti se la traduzione esiste già, perché non si trova il libro in giro?

[@taologia]

@@StoryDoctor Non ho ben capito cosa intendi. La traduzione del testo è pubblicata ad esempio da Mondadori e Feltrinelli ma io l'ho scritta in modo diverso, perchè non esiste un'unica parola per ogni carattere cinese.

[@StoryDoctor]

@@taologia Ok errore mio, avevo inteso che fosse un testo che attualmente era fuori catalogo. E in effetti avevo pensato così perché in genere è strano tradurre qualcosa di cui si trova già una versione pubblicata. A maggior ragione quindi direi che l'interlocutore più adatto sia una CE che si occupa di cultura orientale/cinese in maniera molto specifica, perché appunto se di questo testo esiste già un'edizione Mondadori/Feltrinelli, un ipotetico lettore "casuale" che la cerca troverà sicuramente quelle per prime. Mentre invece un lettore che ha una conoscenza più profonda del settore, e quindi cerca magari una traduzione diversa, allora potrebbe rivolgersi ad altri canali specializzati. In generale il mercato delle traduzioni è piuttosto rigido, raramente partono "dal basso", perché a quel punto il traduttore deve convincere la CE non soltanto della bontà del testo in sé ma anche della bontà della sua traduzione, e inoltre non è detto che sia possibile acquisire i diritti per la pubblicazione (problema che non si pone in questo caso specifico, presumo).

[@taologia]

@@StoryDoctor Ho capito, per il momento io aspetto un mese per ricevere la valutazione di un'agenzia letteraria sperando che sia interessata a proporlo ad un editore, altrimenti cercherò case editrici che lo pubblicano o lo proporrò a quelle che pubblicano saggi e male che vada lo pubblicherò io nel self publishing.

[@antrodeldrago13]

Riguardo le grsnde CE conviene rivolgersi ad agenti letterari?

[@StoryDoctor]

Tendenzialmente sì, anche se non necessariamente. Di solito però la "candidatura spontanea" non viene proprio presa in considerazione.

[@isoladellerosetv]

Cioè prima di leggere vuole sapere il finale? 😅

[@StoryDoctor]

Certamente! Pensi che un editore abbia voglia di leggersi 400 pagine per sapere se la tua storia è costruita in modo efficace? Un editore che ti legge non lo fa "da lettore" per suo piacere, lo fa perché deve capire se la tua storia vale. E per farlo gli servono tutte le informazioni necessarie, prima di perderci tempo.

[@isoladellerosetv]

@@StoryDoctor capisco, e ha un senso. Grazie 🙏

[@michelangelo1969]

mah!

[@Theraim]

Editato. Troppo veleno per quest'argomento. Meglio il silenzio.

[@riccardofilocamo3470]

Chiarissimo! Una domanda: risiedere in una regione diversa rispetto a quella in cui si trova la CE è un elemento di svantaggio? Oppure, dal momento che si fa tutto per e-mail, non cambia nulla?

[@StoryDoctor]

Se parliamo di dove dovresti abitare per aumentare le possibilità di pubblicare il tuo libro, la risposta è Milano o Roma, fine. Se invece il discorso è su come instaurare il rapporto con la CE, certamente la vicinanza può essere utile perché dà più occasioni di scambio diretto, però non direi che sia un fattore determinante. Anzi, forse per certi versi risiedere in zone più distanti può aiutare a "coprire" meglio il territorio nel caso di fiere/presentazioni.

[@riccardofilocamo3470]

Grazie per la risposta! Alle fiere non avevo pensato, in effetti.