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Tracce No Tav: i volti e le voci
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Testimonianza raccolta il 9 marzo 2020 a Bussoleno
La pacatezza di Ezio non ha eguali. Ha lavorato in ferrovia per quasi tutta la sua vita lavorativa, oggi è in pensione e ricorda quando Bussoleno era un importante polo ferroviario.
Erano i tempi in cui si faceva manutenzione ai treni… c’erano più di 400 macchinisti e gli occupati erano circa 1000 persone.
Ezio si è avvicinato al movimento nel 2005: quando ci sono state le prime carche della polizia stava finendo il suo turno come macchinista e rientrando a Bussoleno da Modane insieme a molti altri si è messo di traverso alla polizia che aveva distribuito le botte a Venaus.
E “il modo violento con cui lo stato imponeva l’alta velocità in Val di Susa” è stata la molla che lo ha fatto diventare una presenza costante nel movimento e in tutte le manifestazioni.
Anche basandosi sulla sua esperienza di ferroviere parla dell’inutilità del nuovo treno ma non dimentica le altre ragioni che giustificano la sua militanza.
Ricorda le nottate passate alla Maddalena prima dello sgombero del 2011 e il gas dei lacrimogeni respirato il 3 luglio.
Ritiene importante il ruolo dei sindaci ma marca le differenza tra oggi e ieri.
Non si è mai nascosto le ambiguità presenti nell’arcipelago 5 Stelle e la delusione subita da chi ci aveva creduto per lui non è stata una sorpresa.
Guarda al futuro con un sano realismo e conclude con un riferimento alla Costituzione che in Val di Susa pare lettera morta...
Ezio è nato a Susa nel '55 e oggi vive a Bussoleno