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Una data, quella dell’8 dicembre 1980. Un nome (famoso), quello di John Lennon. Un altro (sconosciuto, ma ancora per poco), quello di Mark David Chapman. La copertina di “The Catcher in the Rye” - per noi “Il giovane Holden” - che sbuca dalla tasca del killer. Sullo sfondo un palazzo enorme, sette piani, costruito in epoca vittoriana e stile germanico, all’incrocio tra la 72esima strada e Central Park West. È il Dakota Building, la residenza dei “belli & ricchi” newyorchesi, per molti casa (da Paul Simon a Bono, da Nureyev a Lauren Bacall) per altri miraggio inarrivabile (respinti Madonna & Alex Rodriguez, Banderas & Melanie Griffith). All’ultimo piano, in uno dei quattro appartamenti di loro proprietà, dal 1973 vivevano Yoko Ono e John Lennon. Fino a quella sera di quell’8 dicembre 1980, quando i proiettili esplosi dalla pistola di Chapman mettono fine alla vita dell’ex Beatle e agli ideali di un intero decennio.
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